Capitolo 3

400 46 8
                                    

L'esile figura si stava agitando nel sonno, probabilmente un'altro incubo.
I capelli rossi si muovevano sul morbido cuscino color latte, bagnati dal sudore del ragazzo e forse anche qualche lacrima che avrebbe negato di aver versato...

Non era la prima volta che sognava cose che lo rendevano così vulnerabile, per fortuna viveva da solo e nessuno poteva rinfacciarglielo.
Solo lui e il vino sul comodino.
Non aveva bisogno di altri, le persone più ti sono vicine e più ti feriscono... non avrebbe aperto il suo cuore a qualcuno solo per sentirselo distruggere una seconda volta.

Con uno scatto gli occhi azzurri del giovane uomo si spalancarono, mentre il suo corpo si sedeva velocemente sul letto.
Il rosso portò le mani trai capelli spettinati e la fronte sudata, mentre un'espressione ricca d'ansia e rabbia, ma anche malinconia e dolore, veniva riflessa dal suo viso.
Aveva sognato quel bastardo un'altra volta...
Non lo lasciava in pace nemmeno nei ricordi.

Si alzò e andò di fronte allo specchio sopra il lavandino: aveva gli occhi gonfi di lacrime, non piante per orgoglio, i capelli rossi spettinati e bagnati da goccioline che pian piano colavano sul suo viso...
Chuuya emise un leggero sospiro e si sciacquò la faccia, cercando di non pensare a quello che aveva sognato poco prima. Sapeva che non si sarebbe addormentato ma tornò nel letto, protetto dalle coperte, mentre diede un'occhiata all'ora: 4:27.
Era andato a letto verso le 22:30 quindi aveva dormito circa 6 ore... gli potevano bastare.

Si guardò le mani, pensando a tutte le cose orribili che aveva fatto grazie ad esse senza sentirsi davvero in colpa. Era un Esecutore e Dirigente della Port Mafia, non poteva permettersi di avere rimpianti così stupidi.
Senza che lo facesse di proposito, il rosso si ritrovò a pensare alle sue prime missioni... e così anche a quel bastardo traditore che lo aveva abbandonato tempo fa.
Ora quella mummia aveva una vita migliore con nuovi colleghi più gentili, e soprattutto senza di lui trai piedi. Di sicuro sarebbe stato felice, si detestavano dopotutto.

Questo era ciò che Nakahara pensava, ossia che il suo ex partner si fosse completamente dimenticato di lui e fosse andato avanti senza mai guardarsi indietro. Certo, non aveva motivi per volerlo vicino dopo 4 anni, eppure il suo cuore chiedeva spesso di quella persona così strana e fissata con la morte.
Ma Chuuya si era promesso che non ci avrebbe più pensato, Dazai non meritava tutte queste attenzioni.
Non le meritava... vero?

Passava il tempo e per il basso arrivò il momento di prepararsi, dopotutto aveva un lavoro che lo teneva occupato dalla mattina presto alla sera.
Così il giovane uomo dagli occhi azzurri andò al quartier generale della Port Mafia, con ancora impresso nella mente un ricordo di uno stupido traditore.

Durante la giornata più volte gli era stato chiesto perché era così di malumore, ovviamente il rosso non aveva risposto nessuna delle domande. Agli altri non doveva importare di come stava lui, erano tutti solo una scocciatura.
Per fortuna quella sera sarebbe andato a bere qualcosa assieme al Limone-maniaco e al vecchietto rompipalle, almeno così la sua mente si sarebbe liberata un po'... non vedeva l'ora.

Il telefono squillò:
"Noi siamo qui"

Un messaggio da parte di Kajii, doveva sbrigarsi. Odiava arrivare in ritardo.
Chuuya allungò il passo, senza prestare attenzione a nulla attorno a se, forse proprio per questo inciampò in un'altra persona.
Dopo essersi rialzato scrutò l'individuo, aveva intenzione di dargli una strigliata ma... gli venne un colpo non appena vide le braccia bendate dell'uomo allungarsi per prendere un libro dalla copertina cremisi, caduto a terra per l'impatto tra i due.

I pozzi azzurri che Nakahara aveva al posto degli occhi si spalancarono una seconda volta quella giornata, tra tutte le persone con cui poteva scontrarsi... perché proprio colui che lo perseguitava anche negli incubi?

Anche Dazai fu sorpreso dalla situazione, però lo diede meno a vedere. Stava giusto tornando dall'ospedale, la prima chemio terapia era stata fatta quel pomeriggio; il ricciuto aveva sentito le proprie forze abbandonarlo durante la sessione. In quel momento lui non voleva proprio litigare con il nanetto.

-....tch, stupido Sgombro... si può sapere perché non guardi mentre cammini?!-

Chuuya già alzava la voce da quanto era stressato dal vederlo, certo una parte dell'uomo avrebbe voluto abbracciarlo e costringerlo a restare con lui ma perché mai avrebbe dovuto esporsi così tanto a qualcuno come quel traditore?
Il rosso però non ottenne risposta dal castano, solo uno sguardo malinconico ed un leggero sorriso che quasi si poteva definire dolce.

-Hey! Guarda che sto parlando con te, spreco di bende!-

Un'altra frase andata a vuoto da parte di Nakahara, il suo interlocutore non voleva proprio saperne di rispondere... perché Osamu aveva un comportamento così anormale? Chuuya non lo capiva, riusciva però a leggere della tristezza nei suoi occhi... a cos'era dovuta? Di certo non a lui, quindi che gli era successo?

Dazai allungò una mano per levargli il cappello e con l'altra gli spettinò dolcemente i capelli, il rosso era paralizzato dallo strano modo di fare dell'altro e non fece assolutamente nulla... restò a guardarlo con aria interrogativa anche dopo che lui gli rimise il cappello e se ne andò.

-Dazai...?-
Fu l'ultima cosa che il giovane uomo disse, sapendo che comunque era troppo lontano per sentirlo.
Un sussurro che il vento trasportava alle orecchie di chi non poteva sentire.

Intanto Dazai stava andando via senza dare spiegazioni, per la terza volta agli occhi dell'altro. Aveva davvero paura di quel nanetto dai capelli rossi, forse era la persona che più gli metteva ansia... lui non doveva saperlo, assolutamente no. Non riusciva a immaginare cosa sarebbe successo dopo.

Il castano si chiuse in casa e si buttò sul letto, era distrutto. Chiuse gli occhi senza nemmeno cambiarsi e provò a dormire; prima di addormentarsi però, quasi gli parve di vedere un sorriso felice ed un paio di occhi color cielo su un viso decorato da capelli infuocati.

Osamu quella notte si addormentò, dopo tanto tempo, con un leggero sorriso steso sulle labbra.

Cancer [Soukoku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora