Capitolo 9

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Il rosso continuava a camminare con passi pesanti verso la camera da letto, anche senza voltarsi sentiva lo sguardo di Dazai pungergli la schiena da quanto era intenso... le miriadi di domande che creavano disordine nella sua testa continuavano ad essere presenti e sapeva che per il castano valeva lo stesso.

Perché continuarsi a tenere segreti, si chiedeva lui... perché tra due persone che in passato avevano condiviso tutto ora doveva esserci solo un ponte spezzato che prima legava saldamente i loro cuori?
Se Osamu fosse potuto entrare nella testa dell'altro avrebbe saputo quanti pensieri condividevano ancora dopo tanto tempo.

Le mani del più alto tiravano il tessuto delle bende con ansia, non voleva che si allontanasse di solo un'altro passo.
Ricordò i sentimenti provati la notte precedente... non aveva mai sentito una sensazione del genere con Chuuya. Quando pensava a lui ricordava l'adrenalina delle passionali serate assieme, non fraintendetemi, non intendo rapporti carnali come quelli che Chuuya spesso aveva sognato in gioventù, ma ore di buio passate nella più completa fiducia di due persone che si coprono le spalle a vicenda con un arma ed un sorriso.

Il Doppio Nero, una coppia di mafiosi praticamente indistruttibile, se non dall'interno.
Il rosso e il moro erano nudi l'uno di fronte all'altro: spogli di ogni paura e dubbio, di ogni preoccupazione e tristezza. Tutto ciò che li rendeva così vulnerabili era la solida fiducia che riponevano nel proprio compagno.
Si erano visti spogli di tutto e con orgoglio si erano aiutati e sostenuti a vicenda per anni, nonostante le svariate litigate e risse.

Dazai avrebbe sicuramente negato di aver mai provato sentimenti forti per il rosso, come Chuuya avrebbe negato di essere sempre stato geloso di Odasaku. Cosa del tutto comprensibile dati i riguardi del castano nei suoi confronti.

A riportare il più alto alla realtà fu la dolce melodia di un carillon.... o meglio, lo scheletro di un carillon che risuonava nella stanza con la dolcezza dei ricordi che portava con se.
Nakahara aveva girato la manovella senza neanche rendersene conto, chiamato dalle memorie che ancora ristagnavano nel vecchio oggetto, sorprendentemente intatto.

-mi sorprende che tu lo abbia conservato così bene-
La voce del rosso era quasi spezzata ma comunque si imponeva nello spazio attorno a se, penetrando nel cervello di Dazai.

-cosa ti aspettavi? Che lo buttassi via?-
Ridacchiò l'altro, ripensando alla ironica ma toccante situazione in cui aveva ricevuto quell'oggetto:

La notte fredda era calata sulla città, il mare era così calmo e silenzioso che aiutava l'atmosfera tranquilla della città a crogiolarsi in un momento di pace, una notte strana dove non si sentivano spari o auto che viaggiavano ma solo le chiacchiere di due compagni che si cambiavano opinione sul più e sul meno.
Gli occhi azzurri di Chuuya guardavano la figura ossuta e alta dell'altro da sotto la fedora, lo sguardo di un ragazzo innamorato e rassegnato ormai all'idea che la persona tanto bramata non sarà mai sua. Con le mani guantate tirò fuori dalla tasca un piccolo pacco regalo.

-pensavo ci fossimo messi d'accordo sul non scambiarci regali per Natale, Nakahara-

Ma le parole volavano nel vento mentre il rosso aveva già poggiato quello che paragonava al suo cuore tra le mani di Dazai, che scartò con un sorriso ben nascosto al più basso.

La manovella venne girata mentre la musica veniva accompagnata dallo scontrarsi delle onde sugli scogli e una rara risata soave proveniente da una mente scura come la notte che vegliava su di loro.

-grazie, Chuuya-

-grazie, Chuuya-

Alla fine della canzoncina le parole erano sempre le stesse, anche dopo quasi sei anni, e la risposta era sempre la stessa:

-non ringraziarmi, idiota-

-mi chiedo perché tu debba sempre essere così scontroso con me, Chuu-Chuu~-

-te lo chiedi davvero?- sbuffò l'altro con fare annoiato, senza accorgersi degli angoli delle labbra piegati in un debole sorriso che il più alto colse subito, rispondendo con una risata dallo stesso valore: immenso.

-mi sei mancato, mio Re delle Capre-
E si inchinò, rubando il cappello all'altro e mettendoselo solo per toglierlo pochi secondi dopo.
Chuuya ovviamente non oppose la minima resistenza, era felice delle parole udite e non voleva assolutamente rovinare il momento... mai avrebbe pensato di sentirselo dire nuovamente da Dazai, dal suo Dazai.
Si sentiva una ragazzina alle prese con la sua prima cott-.... SI ERA APPENA PARAGONATO A UNA RAGAZZINA?!

-perché ti sei ombreggiato così tanto?- il castano girò la testa di lato, come un gufo.

-sono affari miei, Dazai.- e finalmente raggiunse la camera, sbattendo la porta prima di prendere i vestiti e metterseli addosso con furia, mentre l'altro si domandava se avesse fatto o detto qualcosa di sbagliato in tutto questo... non si trattenne però dallo sbirciare dalla serratura, vedendo di fronte a se la figura mascolina e imponente nonostante la statura minuta... i fianchi sottili ma ben pronunciati che andavano a delimitare perfettamente la linea dell'inguine, gli addominali ben visibili adornati dalla vita stretta dell'uomo, le spalle strette e muscolose. Osamu aveva visto talmente tante volte quel corpo ma in ognuna di esse trovava un dettaglio che fino a prima aveva ignorato, infatti quando il rosso si girò di schiena, oltre a una stupenda visuale del suo posteriore a pesca molto curato, si accorse di una cosa molto succosa: le fosse di venere.
Chuuya aveva le fosse di venere.

Il più alto si morse il labbro e si allontanò dalla porta, stringendo le nocche. Più ci pensava più avrebbe voluto passare le mani su quel piccolo corpo perfetto che aveva tutto quello che si poteva desiderare.
Non aveva paura di farlo, si sarebbe spinto ben oltre il toccare ma di certo non ne era spaventato.... quello che gli incuteva timore erano i suoi occhi, e la possibilità di intravedere in essi della delusione.
Scacciò via quei pensieri come aveva sempre fatto con un sospiro e un sorriso sulle labbra prima di bussare alla porta.

-quanto ci metti?-

-UH? Scusa se mi prendo il mio tempo eh!-
Così il più basso aprì la porta, guardandolo da sotto e allungando una mano verso di lui, come a chiedere qualcosa.

-il mio cappello.-

-subito~- Il bendato se lo tolse nuovamente e glie lo poggiò delicatamente in testa con le mani ossute che non persero l'occasione di accarezzargli il ciuffo di capelli ricadente sulla spalla con delicatezza, poi si poggiarono sulle sue guance e lo avvicinarono a se per lasciargli un delicato bacio sulla fronte.

-buona giornata, Chuuya-

-......mi metti i brividi, Sgombro- il rosso finse una faccia disgustata e andò verso la porta principale, già aperta dall'altro.

-....ci vediamo, Dazai-

-vieni a trovarmi più spesso Chuu-Chuu~-

La risposta ovviamente fu la porta chiusa di scatto e i passi leggeri che si allontanavano in fretta, in parte spaventati, in parte riluttanti di Nakahara Chuuya.

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GENTE SONO VIVA SCUSATE SONO UNA MERDA È SUCCESSO DI TUTTO E NON HO AGGIORNATO NIENTE TAT
Prima ho avuto un blocco, poi mi si è rotto il telefono, poi ho continuato ad avere il blocco ;-;
Mi è uscito con la forza, giuro.
So già tutto quello che dovrà accadere ma è difficile buttarlo giù, chiedo SCUDO (Capi approva)

(Chiedo scudo Capitan Scudo- okay no)

Giuro che la prossima settimana aggiorno di nuovo, massimo domenica. Mi impegno ;^; promesso.

~Kibo

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2018 ⏰

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