Capitolo 18

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Durante la sua lezione ci siamo scambiati certi sguardi, ma nulla di che.
Non voglio che lui pensi di me che sono una bambina, vorrei solo che capisse anche come mi sento, quello che provo per lui.
Sembra cosi difficile da capire, o da spiegare.

Finite le lezioni vado nel suo ufficio, busso alla porta e sento che dice "avanti", entro e chiudo la porta così nessuno può entrare.

«Camilla.
Hai bisogno?», alza lo sguardo verso di me.

«Si.
Ho bisogno che mi dici se davvero mi ami.
O io così non vado avanti.»

«Certo che ti amo.», appoggia la penna sul tavolo.

Si alza e si appoggia davanti alla scrivania.

«Ti amo come non ho amato nessuna.
Lo sai che ti porterei a casa mia e ti farei stare quanto tu vuoi.
Se potessi ti porterei anche a mangiare fuori solo io e te, griderei a tutti quanto io ti ami.
Ma non posso Camilla.
Per quanto io voglia, non posso.
Farei di tutto per stare con te, ma qua a scuola le persone posso vederci e chissà cosa potrà succedere.
Camilla è meglio che tu ti trovi una persona che può fare quello che tu vuoi, ciò che hai bisogno e che non ti faccia soffrire così.»

Mi vengono le lacrime agli occhi sentendo queste parole, è tutto complicato, ed io invece voglio lui.
Mi avvicino a lui, posa le sue mani sui miei fianchi ed i nostri occhi si incrociano.

«l'ultima volta...ti chiedo solo questo.
Poi ti lascio stare»

Avvicina le sue labbra alle mie e mi bacia, passo le dita fra i suoi capelli ed il bacio si fa più intenso.
Tra un bacio e l'altro finiamo per farlo sulla scrivania di quella stanza fredda ma i nostri corpi erano caldi direi che andavamo a fuoco.
Ed era stata l'ultima volta che accade tutto ciò.

-

Furono passate solamente 3 settimane da quel giorno, da un brutto giorno era passato ad un bel giorno.
A scuola ci incontravamo spesso a lezione evitavo di vederlo, e ogni volta che tornavo a casa restavo in camera ad ascoltare la musica ma spesso mi veniva da piangere.
L'unica cosa che più volevo era che tra me e lui tornava come era prima.

A scuola è capitato spesso che suo fratello veniva con il bambino, e più lo guardavo più mi mancava.
A mia madre sembrava gli fosse passato ciò accaduto, ma non sapevo più se lui mi avrebbe aspettato.
Avevo accetto di uscire con un ragazzo che frequentava il mio stesso corso, e Vanessa mi aveva fatto notare che a Riccardo dava fastidio.
Perciò mi dava una piccola speranza di pensare che mi voleva ancora.

Fuori pioveva ed io cercavo di correre più veloce che potevo, ero bagnata completamente.
Vidi da lontano correre un ragazzo, più si avvicinava più riuscivo a vedere la sua faccia era lui.

«Camilla, vuoi che ti accompagno a casa ?»

«Casa mia è lontana, e tu sei a piedi come me» , rido assieme a lui.

«Casa mia è qui vicino, se vuoi ti riscaldi un po e ti accompagno a casa tua dopo»

Annuisco.
Sento il suo braccio che mi afferra e mi tiene stretta a lui, corriamo più veloci che possiamo per arrivare a casa sua che non era molto lontano.
Il mio cuore batteva fortissimo.
Entriamo in casa e lo seguo in bagno noto che in casa non c'è nessuno.

«Ora ti porto dei asciugamani puliti, intanto puoi farti una doccia se vuoi»

Annuisco, e appena chiude la porta sciolgo i capelli appoggio l'elastico dei capelli sul lavandino e mi tolgo la maglia bagnata, qualche secondo dopo sento aprire la porta ed è lui con gli asciugamani.
Li appoggia sulla sedia che c'è lì, e si volta per uscire, non speravo che lui mi volesse baciare ma lo speravo tanto.
Sospiro ed abbasso lo sguardo ma sento che chiude la porta a chiave.

«Al diavolo gli altri.»

Alzo lo sguardo e lo guardo mi afferra il viso e mi bacia.
Non credevo accadesse ormai ma ne ero felice.
Gli levo la maglia bagnata, ci spogliamo velocemente per poi entare in doccia.
Apre l'acqua calda, in quel momento eravamo solo io e lui, non pensavo a nulla a nessuno; ma pensavo solo a godermi questo momento magico.

Usciamo dalla doccia ed afferro lasciugano sulla sedia.
Non so come spiegare questo momento appena accaduto, ma so solo una cosa che mi era mancato.

«Riccardo devo sapere una cosa...», lo guardo negli occhi.

«Dimmi»

«Cio appena accaduto cosa significa per te? Io so cosa significa per me, ma per te?» , appoggio le mani sul suo petto.

«Significa che sono pronto a combattere contro tutto e tutti.
Significa che non mi importa nulla di ciò che pensano di noi, io so quanto ti amo, quanto voglio stare con te.
E so che nessuno deve provarci con te, perché io sono l'unico che può farlo»

In quelle parole noto un pizzico di gelosia, sicuramente si riferiva a quel ragazzo che ci ha provato con me.

«Quindi non sei geloso di quel ragazzo ? Insomma eri tu che avevi detto che dovevo andare avanti no?»

«So che cosa ho detto, ma non voglio.
Sono geloso di tutti ok? Non sai quanto ci sono rimasto male...anche se so di essere stato io a lasciarti...»

«Lo so, so che è stata dura anche per te. Ma ora siamo qua, non importa se gli altri non ci vogliono insieme, io so che voglio solo te» , appoggio la mano sulla sua guancia.

Usciamo dal bagno, ci dirigiamo nella sua stanza.

«Non so cosa puoi mettere ma avevi lasciato questo»

Giusto una volta per sbaglio avevo lasciato un completo intimo...vado nel suo armadio e prendo una maglia lunga.

«A che ora ti porto a casa?»

«Dopo cena, voglio stare un po con te ancora»

Sorride e posa le sue labbra sulle mie.
È tutto perfetto, anche troppo.
Ma sono felice di essere qui con lui.

l'amore tra un'alunna e il proprio professoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora