Capitolo 13

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Sono passati già due mesi, la madre di Camilla si è ripresa non da molto tempo, gli sono accanto tutti i giorni; ma purtroppo il mio problema è mio fratello, non fa altro che rompere.
So che a Camilla non ho ancora detto una cosa fondamentale della mia vita...ma non ci riesco.
Non ora che ha già troppi problemi, non posso dirli nulla.
«Quando glielo dirai ?»
La voce di mio fratello, si fa sentire.
«Non sono affari tuoi, perché non è la tua vita.»
«Si da il caso, che mia nipote ha bisogno di suo padre e non solo di sua madre.»
Mi guarda con aria di sfida.
«Facile per te, vado lì da Camilla e gli dico "Sai sono sposato, da due anni ed inoltre ho anche una figlia. Non ti ho detto nulla perché non voglio che tu lo sappia". Cosi devo fare ? Eh?» mi alzo infuriato dalla rabbia.
«Deve saperlo Riccardo.
Sicuramente non è il momento adatto ora, però lo era appena l'hai conosciuta.
Come può essere innamorata di te se non sa la verità.»
Mi punta il dito sulla spalla.
«Deve saperlo, prima che succedano altri casini..lo dico per te.»
Mi siedo pensando, e penso alle sue parole fosse cosi facile.
Non voglio mentire a Camilla, ma nemmeno perderla.

CAMILLA

Sono seduta sulla scrivania della mia stanza, a scrivere sul mio diario.
Nessuno sa cosa scrivevo, nessuno sa i miei segreti.
Ciò che penso, ciò che provo, tutto.
Il campanello suona, chiudo il mio diario e scendo giù le scale.
Apro la porta e trovo Riccardo davanti a me, lo abbraccio stringendolo avevo proprio bisogno di un suo abbraccio.
«Puoi venire con me in un posto ?»
«Certo, avviso i nonni»
Da quando è successo quel fatto a mia mamma, i suoi genitori sono corsi qui da noi per stare assieme.
Prendo la borsa ed esco.
È molto silenzioso, il che mi fa pensare che c'è qualcosa che non so.
Saliamo in auto e stiamo in silenzio, ma a romperlo è proprio lui.
«Siamo arrivati»
Guardo davanti a me, meravigliata da posto.
Scendo giù dall'auto e mi guardo attorno, è un parco davvero grande con un fiume stupendo.
«Come mai siamo qui?» lo guardo sorridendo.
«

volevo parlarti di una cosa, anche se questo non è un bel periodo per te...ma so che devo dirti una cosa davvero importante..»
Ci sediamo a terra, in mezzo al grande prato verde che ci circonda.
Mi siedo con la schiena appoggiata a lui, intrecciando le nostre mani.
«Circa 4 anni fa, incontrai questa donna mi fece perdere la testa subito...dal suo fascino, dal suo modo di fare, da piccoli suoi gesti.
Ci siamo amati, ma davvero tanto, che difatti due anni fa scopri che fu incinta, all'inizio ero davvero titubante al sol pensiero che era incinta...perché sono giovane, un figlio così presto non l'ho nemmeno visto, non ho pensato.
Mi sono preso le mie responsabilità, gli sono stato accanto, l'ho aiutata quando aveva bisogno.
Ma quando nacque Logan, le cose tra di noi cambiarono...lei cambiò tanto.
Arrivava a casa tardi, infatti i suoi genitori mi chiamavano perché non sapevano dove lei andasse, e visto che eravamo fidanzati io avevo il diritto di saperlo, se era a casa oppure no.
Ma lei non mi disse mai niente, ma una sera decisi di seguirla, di vedere dove andava.
Andava in un posto dove si drogavano, e fecero altre cose, ci litigai con lei e anche tanto.
Ma le cose non andarono come speravo...lei ci andò lo stesso contro la volontà mia e dei suoi genitori.
L'unica cosa che dovevo fare era prendere Logan con me, lo presi con me, e quando lei lo scoprì andò su tutte le furie.
Pensa che ha deciso anche di andare dal giudice, ma il bambino fu affidato a me, dato che lei si drogava e tutte quelle cose.
Per motivi miei ho deciso di venire a vivere qua, e lasciare il bambino dai miei genitori.
Il giudice aveva acconsento che lei potesse vederlo, potesse stargli accanto ma con lei doveva esserci qualcuno.
Quando ho deciso di andare via, lei mi accusò che gli ho voluto portare il bambino per quello che lei faceva, ma allo stesso tempo anch'io l'ho abbandonato e non è così.
Io amo mio figlio, se potessi tenerlo qua con me lo farei...ma so che peserebbe a te tutto questo.
Non ti ho detto nulla appena ti ho conosciuto, perché non pensavo accadesse tutto ciò...non pensavo che mi sarei innamorato di te...non ho avuto coraggio Camilla.
Spero tu possa capirmi»
Lo guardo negli occhi, ha gli occhi lucidi e so che tra un momento all'altro potrebbe piangere.
Mi si spezza il cuore per lui, per ciò che ha dovuto sopportare, lo abbeaccio senza dire nulla.

l'amore tra un'alunna e il proprio professoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora