Chiusi in uno sgabuzzino, in mezzo alla spiaggia, con la tempesta dietro la porta che sbatteva contro le pareti e nascondeva il suono dei nostro respiri, troppo pesanti e veloci per essere normali. Il mare in burrasca ricordava una cascata che stava per venirci addosso ogni onda era sempre più vicino, ma noi noncuranti del fatto che ci avrebbe potuto portare via, l'importante era che fossimo insieme.
Lo sgabuzzino era piccolo, eravamo vicini, troppo vicini, ma questo non sembrava disturbarci troppo, i miei occhi fissi sui suoi, come se fossero l'ossigeno per i miei polmoni di cui non posso fare a meno per sopravvivere. Era un sogno o era la realtà, non lo so, ma sapevo che avrei voluto restare così per sempre.
Più la pioggia batteva più i nostri respiri diventavano affanni, per il calore e per l'ossigeno carente in quel luogo così stretto, e più questo si faceva sentire più mi sembrava che lui si avvicinasse. Non ci scambiammo molte parole in quel momento, ma facemmo il contrario con gli sguardi, guardarlo era come affogare nell'oceano più profondo che ci sia, e scendere, scendere sempre più giù fino a mancarmi il fiato, l'effetto che mi provocava era questo e non avrei voluto cambiarlo per niente al mondo.
Più si avvicinava riuscivo a vedere le gocce di sudore scendergli lungo il collo, e quelle vene che si intravedevano, pulsavano più velocemente; la mia faccia era sempre più vicina al suo petto nudo e il mio cuore iniziava a battere così forte che sembrava che da un momento all'altro sarebbe uscito e si sarebbe buttato in mare, per il troppo calore provocato da questa vicinanza. La sua presenza mi bruciava lo stomaco e mi rubava l'ossigeno necessario a respirare.
Io appoggiata alla fredda porta di legno e lui che pian piano avvicinava pure il viso verso il mio, io sapevo che prima o poi mi avrebbe baciato, ma ero come pietrificata, non riuscivo più a muovere neanche un muscolo del mio corpo, tranne il cuore, quello si muoveva anche fin troppo. I nostri nasi si toccarono e li non iniziai a pensare più a nulla, poi anche le sue labbra sfiorarono le mie e finalmente le toccarono appieno, io lo seguì con i movimenti delle labbra, quando introdusse la lingua feci un sussulto, lui mi prese il viso fra le sua grandi mani calde e approfondì il bacio, divenne più passionale, pieno di desiderio, avrei voluto che durasse per molto molto tempo. Più andava avanti più muoveva le sua mani sul mio corpo, ogni volta provocando delle scintille, e delle scosse al mio povero cuore già sofferente per le troppe emozioni che stavo provando.
Mi tolse la maglietta senza staccarsi un attimo dalle mie labbra, e rimasi solo in costume, così i nostri corpi aderirono perfettamente, sentivo il suo sudore su di me, il suo profumo, sentivo lui su di me, ed era la sensazione più bella mai provata prima.
Quando smettemmo di baciarci, ci guardammo intensamente, sempre con le sue mani sui miei fianchi, e mi sorrise, il sorriso più bello del mondo.