Sistemare la roba sugli scaffali e rispondere alle solite quattro cavolate che chiedevano i clienti. Era questo il mio lavoro. E, a dire il vero, mi piaceva pure. Guadagnavo abbastanza, potevo stare nel centro della città e, quando c’era meno gente, potevo anche sgranocchiare un po’ di patatine o mangiare qualche barretta Kinder.
“Mi scusi, signorina..”. Una voce mi fece voltare: un’anziana signora stava cercando di catturare la mia attenzione.
“Mi dica” dissi cortese, mostrando un grande sorriso, pur essendo stanca. Volevo andare via.
“Potrebbe prendermi quel barattolo di cetriolini lì su?” mi chiese, indicando un punto sopra la mia testa. Mi girai e, mettendomi in punta sulle mie Vans nere, presi la scatola leggermente unta di olio. La porsi alla donna, che mi ringraziò calorosamente, come se avessi appena salvato il suo adorato gattino arrampicatosi su un albero. Una volta che la vecchia signora fu andata via, ripresi a girare pigramente per i reparti di quell’enorme supermercato. In pratica, dovevo girare tutti i prodotti in modo che l’etichetta si vedesse. Una noia mortale, soprattutto considerando che molti ragazzini si divertivano a rigirare tutti gli articoli. Ma non potevo lamentarmi, in fin dei conti. Ero una dei pochi della mia età che aveva un lavoro ben pagato. Passai davanti al banco frigo e mi specchiai al vetro. Dovevo rifarmi le punte chiare e rasare il lato, i miei capelli erano cresciuti davvero tanto. Mi piaceva molto il taglio che avevo in quel periodo: erano tinti di rosso - un colore che non volevo far passare per naturale, era molto acceso e mi piaceva così - e le punte erano, come già detto, più chiare, quasi sul giallo. Cambiavo spesso tonalità, a volte erano rosso pomodoro, direi, e altre arancione carota, dato che siamo in tema di verdure. Sbuffai, passando una mano tra le onde rossastre che mi arrivavano fino a metà schiena. Spesso il mio sguardo era catturato dal grande orologio appeso al muro. Com’è che le quattro e mezza non arrivavano mai? Dovevo trovare qualcosa da fare o mi sarei suicidata. Improvvisamente ebbi un’illuminazione: il reparto profumi! Dato che le gente diminuiva, iniziai ad annusare tutte le boccette di profumo, scegliendo i campioncini di quelli che preferivo. Insomma, cos’altro potevo fare? Un ritmo si infilò nella mia mente - chissà che canzone era - e presi a canticchiarlo mentre spruzzavo un po’ di profumo qua e là, per provarlo.
“Mmh!” mormorai una volta trovato il più buono. Socchiusi gli occhi praticamente immersa nella nuvola di profumo.. oh, lo adoravo! A un certo punto, sentii delle braccia avvolgermi da dietro, la mia schiena schiacciarsi contro il petto di qualcuno.
“Mani in alto, questa è una rapina!” disse la voce, puntandomi un non so cosa alla testa. Non realizzai nemmeno di chi potesse essere quella voce, nello spavento del momento. Ero così immersa nei miei pensieri che non capii nulla. Mi voltai immediatamente, risvegliatami prepotentemente dall’effetto che quel profumo aveva avuto su di me, e spalancai gli occhi stupita.
Salve, gente! A quanto pare, questa è la mia seconda fanfiction, questa volta sugli One Direction. Che ve ne pare?
Un abbraccio,
Alo♡
STAI LEGGENDO
BROKEN HEARTED.
FanfictionSkateboarding tra le strade, bombolette vuote sparse per la camera, amici che improvvisano rap durante le lezioni di Matematica e b-boying ogni giorno. Questa è la vita di una semplice -ma parecchio complicata- ragazza inglese. Megan non si aspetta...