Harry'pov
Sono le 10:30 ma Louis è ancora scazzato, é da quando siamo tornati in camera dopo cena che non mi rivolge la parola. Non capisco cos' abbia. Prima di arrivare a casa era di buon umore. Da quel che ho capito il problema é la nostra nuova coinquilina.
"Louis mi puoi spiegare che cazzo ti prede?È tutta sera che sei nervoso" dico irritato cercando di non urlare.
"Io? Io non ho niente" pronuncia con un aria superiore che mi irrita ulteriormente facendomi sbuffare ed alzare gli occhi al cielo. Decido però di buttare la situazione sul ridere.
"Povera la mia Luisa mestruata" dico, infatti, avvicinandomi al suo corpo fermo davanti alla finestra. Gli cingo, da dietro, i fianchi con le braccia appoggiando il mento sulla sua spalla.
"Ma vaffanculo!" urla, in un modo davvero poco etero che mi fa scoppiare in una risata fragorosa, per poi cercare di allontanarsi dimenandosi dalla mia salda presa.
Si gira nel mio abbraccio puntando i suoi due meravigliosi occhi nei miei. E come sempre si calma. Dopo un tempo infinito, lo stringo a me.
"Ora che ti sei calmato, mi vuoi dire cosa c'è che non va?" gli sussurro ad un orecchio.
Lo sento giocare con alcune delle mie lunghe ciocche, facendole arrotolare su una delle sue piccole ditina.
" "Io sono Harry, felice di conoscerti" " mi fa il verso cercando di imitare la mia voce, fallendo miseramente, e rendendolo ai miei occhi un piccolo bambino bisognoso di attenzioni.
Trattengo una piccola risatina, per poi chiedere "te la sei presa perchè mi sono presentato da persona civile?"
"E poi hai visto come ti guardava?" dice ignorando la mia domanda.
"No. Sai ero occupato a farmi trascinare in camera da qualcuno." affermo ironicamente.
Sciolgo parzialmente l'abbraccio. Ha lo sguardo basso e un broncio davvero tenero.
"Il mio gelosone" sussurro divertito.
"Io non sono geloso..."dice imbronciandosi ancor di più. Lo guardo alzando le sopracciglia e lui continua "per qual motivo dovrei esserlo? Mica stiamo insieme".
E con una semplice frase, forse per lui innocua, il sorriso mi muore sulle labbra.
Ma in fondo ha ragione. Non stiamo insieme. Ed io devo accettarlo, nonostante la cosa mi rattristi molto. Non ci abbiamo mai veramente provato ad andare oltre all'amicizia. Siamo entrambi due grandi codardi, ma mentre io ho accettato i miei sentimenti, lui sembra ancora intento a respingerli. Perchè io lo so che prova qualcosa per me: lo sento, lo vedo. Ma qualcosa mi blocca dal saltargli addosso: la paura. Paura di perderlo, di perdere l'unica persona che mi è rimasta da quando me ne sono andato di casa. È palese che non abbia ancora accettato la sua sessualità, se ci provassi mi respingerebbe. Aspetterò che si accetti. Quando riuscirà a dire che non è etero, farò un tentativo, fino ad allora passerò il mio tempo deprimendomi sul divano.
Perso nei miei pensieri, non mi accorgo nemmeno che Louis si è ormai staccato completamente dal mio corpo, per poi essersi disteso nel letto affianco al mio. Lo imito e spengo la luce, non prima del solito " 'notte" che ci scambiamo ogni sera prima di dormire.
Quanto sarebbe bello poter unire i letti, così da poterlo sentire vicino anche mentre dormo, non chiedo di abbracciarlo, anche se mi piacerebbe, ma almeno di averlo un po' meno distante, giusto per sentire il suo respiro unirsi al mio.
Sbuffo rendendomi conto di quanto io sembri una dodicenne alle prese con la prima cotta. Sono decisamente imbarazzante. Ma è così che mi sento. Dopo un infinità di inutili seghe mentali mi addormento.

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The chain
FanfictionDi persone se ne incontrano tante nel corso della propria vita. Alcune rimangono in noi, altre sfuggono dopo poco. Tutti però ci segnano dentro, nel bene o nel male, chi più chi meno. Conoscenze, amicizie, amori... e anche sconosciuti. Alcuni li si...