Capitolo 4

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Sono passate 2 settimane dall'inizzio della scuola, con Kassy mi sento molto e l'ho invitata a casa un paio di volte per un lavoro di coppia.
Con Dylan... niente... il solito, occhiatine da assasini e i suoi ghigni fastidiosi. A qui darei schiaffi su schiaffi.

Il tempo è volato pensando a ciò , siamo giá arrivati a casa.
Il viaggio è durato poco.
Entriamo a casa, Owen come sua abitudine butta lo zaino a terra.

"Owen vieni e aiutami con la spesa!" Dice mi madre aprendo il bagagliaio.

Come prevedevo Owen sbuffa, di passa una mano tra i capelli ricci e senza neanche rimettere la scarpe esce in calzini bianchi nel vialetto.

Prende le borse di carta mentre mia madre va in cucina per preparare il pranzo.

Salgo in camera, e inizio e sistemare i libri nella credenza di legno bianca.
Per abbellirla ci metto anche alcune foto scattate da me con la Polaroid.
Amo la fotografia è il mio sogno è quello di diventare una fotografa di successo, ma non ho abbastanza soldi per permettermi una vera macchina fotografica.

In una delle foto c'è mio padre che sorride... Se penso a lui mi fa solo male così la tolgo e la prendo per metterla nel mio cassetto con la chiave dove tengo tutte le mie foto di quando ero piccola, in ogni una c'è mio padre.
La tengo in mano a lungo, mi vado a sedere sul letto e continuo a fissarla.

Una lacrima minaccia di uscire, così senza pensarci due volte la metto nel cassetto.
Mi alzo e apro la porta, un odore di spezie mi penetra le narici, mamma avrà preparato di sicuro il pollo all'arancia, che adoro.
Mi incammino per andare verso le scale e sento l'acqua della doccia scorrere, sicuramente mio fratello è in doccia.

Mentre sto per scendere sento mia mamma urlare, corro e rischio di cadere scivolando in un gradino. Lei non urla mai, non urla piú da qualsiasi notte ,mi sto seriamente preoccupando.

Entro in cucina e la vedo per terra con la teglia che scotta sulla sua gamba, o mio Dio se la sarà storta??
Non so cosa fare:
"OWEN!!! VIENI SUBITO" cavolo è in doccia dubito mi senti, preno un asciugamano e raccolgo la teglia dalla gamba di mia mamma piú velocemnte possibile, mi tremano le mani e mio fratello con l'asciugamano nero attorno alla vita entra di corsa in cucina e vede mia mamma per terra e me con la teglia in mano, sta calcolando tutto e ha capito , lo percepisco dalla sua espressione. Prende mia mamma in braccio cercando di non farla cadere e che non gli scivoli l'asciugamano, gli urlò di metterla nel divano e di andare a vestirsi.

"Arper chiama la cazzo di ambulanza veloce , muoviti!" Urla cosi forte che mi fischiano i timpani e corre a vestirsi, lo seguo come un razzo, e mi precipito in camera per staccare il telefono dalla spina della corrente e inizio a digitare il numero dell'ambulanza.

Mi risponde una voce stridula e senza che finisca la frase inizio a dire più calma possibile la via di casa.

In pochi minuti è arrivata l'ambulanza.
Entrano con una barella gialla e ci posizioniamo mia madre, Owen mi dice di andare con mamma mentre lui prende la macchina.

***

Arrivata all'allospedale gli infermieri mi dicono di aspettare mio fratello all'entrata mentre portano a fare un controllo a mia mamma.

Aspetto ansiosa Owen e vedo la macchina, come un imbecille spalanco le braccia e lui mi guarda con sufficienza mente chiude la macchina, si avvicina a me.

"Dove cazzo è la mamma? Che ti hanno detto?" Sussurra per non farsi notare.

"Mi hanno detto che devono farle un controllo tutto qui" dico mentre ci incamminiamo dentro l'ospedale.

"Mmm... Ok vado a chiedere a quell'infermiere se mi da più notizie così sapremo la stanza è andremo da lei." Si allontana ma ritorna puntandomi in dito.

"Tu stai ferma qui."
Il dito puntato contro mi ricorda quando mi minacciava di non toccare la sua fetta di torta ai compleanni.

Annuisco e mi siedo.

Da lontano vedo una barella e gli infermieri andare di corsa da essa, qualcosa scatta...

Mi alzo velocemente, prorio come ho fatto da bimba 5 anni fa, e corro vicino all'uomo che è sdraiato nella barella.
Resto paralizzata, il tempo si è fermato d'un colpo e non riesco a capire perchè sia venuta lì.

Mi ricorda quella notte dove mia mamma vedendo mio padre entrare in sala operatoria urlava e piangeva, come la donna affianco a quel uomo... Prorio ora.

Mio padre qualla sera in quel dannato lettino, pallido, con delle chiazze nere sotto gli occhi. Mi prese la nuca e mi avvicinò il mio orecchio alla sua bocca e in fin di vita e con un filo di voce mi sussurrò:

"Ti ricorderò sempre anche se sono morto, tu per favore riscodati di me."

Queste furono le sue ultime parole.
Sono passati quasi 5 anni e ancora me lo ricordo come se fosse oggi.

Mi gira la testa, troppi ricordi si scaraventando nella mia testa, cerco di sedermi ma sono troppo lontana dai sedili, mi sento svenire. Giro la testa per cercare mio fratello per chiederli di aiutarmi ma trovo qualcun'altro .

_cazzo_

DYLAN

Sono quì da almeno mezz'ora, e sto aspettando di fare il prelievo del sangue per un controllo, e mi sto rompendo i coglioni, se non mi chiamano adesso mi alzo e chi sè visto sè visto.

La porta si apre, ed esce una ragazza, l'infermiera, è carina...
Se mi chiamasse le darei il numero di telefono, ma non lo fa.
Sbuffo e mi alzo, e un vecchio borbotta qualcosa che non ho sentito ma non mi frega.

Sto per girare e prendere un corridoio e uscire... e vedo lei.
Che ci fa quì?

Sta correndo da un signore che è sdraiato in una barella, forse sarà successo qualcosa ad un suo famigliare.

Ad un certo punto vedo che la sua espressione cambia e si allontana, fa in giro lento su se stessa sembra disorientata. La barella si allontana da lei e le tremano le mani, tremano così forte che da quasi 7 metri di distanza le vedo.

Non so cosa fare ma non ce ne sua madre ne suo fratello ne suo padre per poterla aiutare, cerca di camminare, ma sembra un uomo a cui hanno amputato una gamba, e zoppica.

Si agrappa al muro e mette la mano nella testa.
Detto sinceramente , non me ne frega nulla di lei, ma dato che nessuno la nota e se le succede qualcosa mi sentirei in colpa di non averla aiutata.

Mi passo la mano dalla fronte alla nuca, sto letteralmente sudando, senza pensarci ancora mi incammino verso di lei a quasi cinque metri di distanza mi vede, e i nostri sguardi si bloccano e si sbianca velocemnte dalla testa ai piedi.

// SPAZIO AUTRICI

Ciao... questo e il quarto capitolo, spero vi piaccia, ci siamo inpegnate molto il quinto capitolo è il mio preferito fino a ora.

Se volete il quinto capitolo arriviamo a 5 voti.

Attraverso le onde dell'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora