Capitolo 5.

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 Il mattino dopo fu tragico svegliarsi ed assistere alle lezioni programmate appositamente per noi. E chi poteva tenerci segregati in aula, se non la Fata Smemorina, con la sua stupida voce squillante ed il sorriso smagliante?
Ma cosa diavolo aveva da sorridere a prima mattina?!
«Se qualcuno vi affida un neonato che piange molto, voi: – ed indicò con una bacchetta di legno uno schema alla lavagna, su cui ergeva in alto la scritta "Welcome to Remedial Goodness!" – A) lo maledite, B) lo chiudete in una torre...»
«Ovviamente...» sghignazzò Luke a voce bassa, strofinandosi le mani tra loro, ricevendo una gomitata da Ashton, che trattenne una risata.
«...C) gli date il biberon, o D) gli strappate il cuore?» terminò la Fata, attendendo una risposta.
Eravamo seduti ai banchi centrali, avendo l'aula a nostra completa disposizione: Louis accanto a me, Luke accanto ad Ashton nel banco posto dietro di noi, mentre Niall era accanto a Josh nel banco alla nostra sinistra. La Fata sorrise entusiasta, vedendo il braccio alzato del mio migliore amico.
«Louis!» gli cedette parola.
«Qual era la seconda cosa?» chiese lui, facendomi accigliare guardandolo.
«O-Okay...qualcun altro?» chiese la Fata. Sospirai silenziosamente, riprendendo a sfumare il disegno della bacchetta magica. Quelle lezioni erano talmente noiose che non avevo potuto evitare di fare svariati schizzi. Il castello, gli alberi della foresta poco lontana, la statua del Re. Era una fortuna che la mia arte non venisse limitata, almeno in questo. «Zayn?» provò a farmi partecipare. Alzai lo sguardo, indeciso se rispondere ironicamente, almeno per una volta, o correttamente, per accelerare e far finire in fretta quella tortura. Optai per la seconda, in modo tale da non dover affrontare problemi aggiunti e superflui, come una punizione, che ci avrebbero rallentati nella missione.
«C, gli do il biberon.» risposi, quindi.
«Corretto, un'altra volta!» si complimentò.
«Vai alla grande, amico!» si meravigliò Niall.
«Scelgo la meno divertente fra le quattro...» spiegai con ovvietà, innalzando un coro di "Oh!" da parte dei ragazzi.
«Questo metodo ha senso!» annuì Louis.
«E' vero...» confermò Ashton, aggiustandosi un ciuffo di capelli.
Una ragazza fece il suo ingresso nell'aula, e cacciò un urletto stridulo quando passò accanto a noi, lungo il corridoio, prima di raggiungere la Fata.
«Sarà per la tua faccia, hai una guancia sporca di inchiostro nero...» sussurrò Luke ad Ash, facendolo allarmare.
«COSA?! Il mio viso, il mio splendido viso!» piagnucolò oltraggiato Ashton, prendendo dalla tasca il suo piccolo specchio. Si controllò minuziosamente il viso, ed una volta accertato di essere perfettamente in ordine, tirò uno scappellotto a Luke, che si stava sbellicando dalle risate insieme a Josh.
«Ciao, mia adorata!» sorrise affettuosamente la Fata, accogliendo lo stuzzicadenti urlante. Era una ragazzina magra bionda, con i capelli corti e lisci fermati da un orribile fiocco indaco. Indossava un abito azzurro confetto, con maniche in tulle, delle calze bianche e scarpe classiche beige col tacco.
«Ciao...devi firmare l'uscita anticipata per l'incoronazione.» le ricordò la tizia stramba, dandoci un'occhiata terrorizzata. A quelle parole assottigliai lo sguardo, dando una gomitata a Louis per farlo concentrare. Quest'ultimo, il quale fissava assente fuori alla finestra giocando con i suoi capelli, si riscosse, riportando l'attenzione alle due.
«Ragazzi, vi presento mia figlia Taylor!» sorrise la Fata, firmando il foglio che le aveva porto in precedenza la figlia.
«Mamma, no, shh!» sentii sibilare Taylor. Notai Niall e Josh guardarsi con un sorriso canzonatorio.
«Tranquilla!» la rassicurò la Fata. «Tay, dì "ciao" ai ragazzi!» la invogliò, spingendola di poco verso di noi.
«Ciao!» soffiò lei, irrigidendosi. «Tutto okay, non fate caso a me! Adesso vado...» deglutì, facendo un piccolo inchino, per poi incamminarsi lungo il corridoio urlicchiando stridulamente come prima.
Accennai un breve sorriso, riportando lo sguardo alla lavagna. Taylor avrebbe potuto esserci di aiuto. Un po' sfigata, svampita e terrorizzata da noi...facilmente manipolabile, quindi.
«Ora continuiamo!» sospirò la Fata, desolata per il comportamento della figlia. «Se trovate una fialetta che contiene veleno, voi: A) lo versate subito nel vino del Re, B) lo spalmate su una mela...»
Io e Louis ridacchiammo per l'opzione B, in quanto sapemmo quale avremmo scelto normalmente.
«...o C) consegnate la fialetta alle autorità?» chiese. Questa volta tutti i miei compagni alzarono il braccio, pronti a rispondere. Josh tirò giù il braccio di Niall, tenendo il suo bene in alto, sorridendo amabilmente alla Fata.
«Jay...» gli cedette la parola sorridente.
«C! Consegno la fialetta alle autorità!» sorrise vittorioso, beccandosi uno schiaffetto da parte di Niall sul braccio.
«Volevo dirlo io!» sbuffò infatti il biondo.
«Oh! "Volevo dirlo io"!» lo scimmiottò Josh. «Forza, dillo per primo!» lo tirò sottobraccio per strofinare con forza il pugno sulla sua testa, nonostante le sue lamentele.
«Jay!» piagnucolò il biondo, tentando di scamparsela.
«Dillo, dillo!»
«Ti prego, lasciami!»
«Ragazzi!» li richiamò la Fata, picchiettando ripetutamente la bacchetta di legno sulla cattedra. «RAGAZZI!» alzò il tono finché non smisero di battibeccare. «Io vi incoraggio ad usare quel genere di energia sul campo, per il Torneo!» tentò di dissimulare il litigio indicando per qualche secondo fuori alla finestra, alludendo appunto al campo da lei citato.
«Oh, no, a posto così! Qualsiasi cosa sia, passiamo!» rispose Niall, dando un colpetto leggero sul braccio di Jay, che si scostò con una smorfia. La fata madrina però insistette, così i due promisero di andare a dare un'occhiata, nonostante lo scetticismo.
«Per fortuna non ha esteso l'invito a noi, io faccio schifo nello sport...» sussurrò Luke ad Ashton.
«Io non ho bisogno di entrare in una squadra per essere acclamato dalle cheerleaders. Insomma, guardami!» gli fece l'occhiolino Ash. Luke roteò gli occhi, decidendo di ignorarlo. Ci mancava solo iniziare un dibattito con lui e finire nei guai come Niall e Josh.
Fu una fortuna che, qualche minuto più tardi, la lezione terminò. Non avrei retto altra bontà ancora per molto! Sistemammo in fretta il materiale scolastico negli zaini, per poi salutare frettolosamente la Fata, ritornando agli armadietti per disporvi i libri, finalmente liberi da quella tortura.
«Ehi, attento!» sentii sibilare da Ashton, dopo un tonfo. Mi voltai, ritrovandomi Ash infastidito, mentre si lisciava la giacca smanicata in pelle, ed un ragazzo ai suoi piedi che raccoglieva dei libri, caduti per lo scontro fra i due.
«Se una certa persona guardasse dove mette i piedi, invece di fissare il proprio riflesso nella cinghia del suo zaino, non staremmo qui a discuterne.» rispose il ragazzo, una volta rialzato, lanciandogli uno sguardo annoiato. Era di media statura, con i capelli esiguamente ricci color pece, gli occhi di un castano scuro, leggermente a mandorla, la pelle con una tonalità che ricordava il miele ed un portamento fiero.
«Scusami?!» sibilò Ash, alzando la voce di qualche ottava, inarcando un sopracciglio.
«Scusarti? Ma certo, cose che capitano!» rispose ironico il ragazzo, con un sorriso sghembo, sorpassando Ashton.
«Ehi, pivello.» lo richiamò il figlio di Gaston. «Era sarcasmo, quello?!»
«Non mi permetterei mai di usare del sarcasmo con lei, Zhǔ*.» il ragazzo si portò una mano al petto, con fare finto offeso.
«Salute!» rispose automaticamente Ashton, facendomi accigliare.
«Come, prego?»
«Hai appena starnutito!» rispose ovvio Ash, facendomi sospirare arreso.
«Si da il caso che "Zhǔ" non sia uno starnuto, bensì la traduzione di "signore" in cinese, ignorante.» sbuffò in risposta ad Ashton.
«E come pretendi che io conosca il cinese?!» incrociò le braccia al petto il mio amico.
«Touché, Bèn rén**!» ridacchiò il suo interlocutore, incamminandosi nuovamente.
«Come? Ben ten?» gli urlò dietro Ashton, confuso.
«Imbecille!» gli urlò di rimando il corvino, traducendo.
«La gentilezza fatta persona!»
«Sai com'è, preferisco dar corda agli sbruffoni e togliermeli di torno in fretta!» rispose il ragazzo dai tratti orientali, facendo un cenno con la mano in saluto senza voltarsi.
«Ashton!» urlò infine il figlio di Gaston, sorridendo divertito. Il ragazzo si voltò, prendendo a camminare all'indietro, non fermandosi. Ricambiò il sorriso, anche lui leggermente divertito dall'incontro.
«Calum!» rispose infine, voltandosi nuovamente e sparendo tra i corridoi dell'Istituto.
«Cos'è appena accaduto?» chiese Luke, con un'espressione da triglia.
«Non ne ho idea...» sussurrò Niall, guardando di sottecchi Ashton, il quale fissava ancora intensamente il punto in cui era sparito quel Calum.
«Fatto sta che io e Niall, ora, siamo incastrati con uno degli sport che praticano in questa città piena di Candy Candy. Verrete a vederci?» sbuffò Josh, riluttante quanto curioso di scoprire di cosa si trattasse.
«Io ed Ash non ci lasciamo di certo scappare l'occasione di vedervi sgobbare grazie alla Fata!» ridacchiò Luke.
«Vi odio!» si imbronciò Niall.
«Perché sprecare il mio tempo in modo più producente? Certo che verrò a vedervi!» me ne uscii io con un sorriso.
«Davvero?» chiese Josh, scettico.
«No.» affermai, tornando alla mia solita espressione impassibile, chiudendo con forza l'anta del mio armadietto, prima di avviarmi verso il dormitorio.
«Mi sembrava strano...andiamo, Pongo!» sbuffò Jay, riferendosi a Niall, prima di trascinarselo al campo, seguito da Ashton e Luke, lasciando un Louis smarrito - e disgustato al pensiero del sudore - dietro di loro.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 29, 2018 ⏰

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