6. The one with the confessions.

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Harry se ne stava col gomito poggiato sul tavolino, in modo tale da reggersi il mento col palmo della mano e il suo sguardo era puntato sul ragazzo dietro al bancone che stava parlando con un cliente probabilmente abituale, dato che sembravano conoscersi da tempo. Il riccio aveva un sorriso sereno in volto, pensando al fatto che quella sera Louis avrebbe cucinato per lui. Solamente quel pensiero lo faceva rabbrividire e mordere d'istinto il labbro inferiore per nascondere il sorriso da ebete che molto sicuramente avrebbe fatto la sua comparsa. Harry ci pensava sin dalla sera precedente, quando Louis gli aveva rivelato che cosa aveva intenzione di fare, ed era incredulo perché riteneva il cucinare per qualcun altro qualcosa di molto intimo. E, soprattutto, lo riteneva uno tra i gesti più romantici che si potesse decidere di fare. Inoltre, Harry non sapeva se quella sera avrebbe retto nel vedere Louis cucinare proprio per lui, nel vederlo impegnato a destreggiarsi in cucina tra una pentola e l'altra, con lo sguardo concentrato e con magari quelle rughette sulla fronte che apparvero anche in quel momento, mentre si trovava accanto ad una mensola e spostava bottiglie di alcol per far spazio a quelle appena arrivate. Con un sospiro, il riccio pensò che sarebbe stato difficile trattenersi dall'avvicinarsi per baciarlo o semplicemente per toccarlo, come desiderava di fare anche in quel momento.

«Ciao» Harry venne distolto dai suoi pensieri e sobbalzò sollevando lo sguardo, incontrando quello sorridente, e forse anche malizioso, di un ragazzo che gli parlò in italiano.

«Ciao» lo salutò educatamente, in inglese. Harry ipotizzò che quel ragazzo potesse essere un suo fan, ma quando si sedette sulla sedia libera di fronte a lui e incrociò le braccia al petto, continuando a guardarlo con quello sguardo, capì di aver frainteso. «Ehm-» si schiarì la voce, muovendosi a disagio sulla sedia e lanciando istintivamente una veloce occhiata a Louis, che però stava guardando da tutt'altra parte. «Ti serve qualcosa?» chiese.

«Gli inglesi mi hanno sempre affascinato» disse quello in italiano, ridacchiando. Harry non capì quindi corrugò solo la fronte senza dire una parola. «Non devi dire nulla se non "sì"» gli disse in un inglese un po' maccheronico che quasi fece ridere Harry, ma non lo fece per educazione.

«A cosa dovrei dire sì?»

«Sei davvero così ingenuo?» il ragazzo rise e scosse la testa, mentre Harry lo guardava ancora confuso, cercando di capire qualcosa di ciò che aveva appena detto.

«Michele perché non vai a disturbare altre persone?» quella voce familiare fece emettere un silenzioso sospiro di sollievo ad Harry, che spostò lo sguardo verso Louis, adesso accanto a lui, che con le braccia incrociate al petto e un sopracciglio sollevato osservava l'altro ragazzo.

Anche Michele sollevò lo sguardo sul liscio, alzandosi. «Oh intendi te, quindi?» domandò ammiccando, avvicinando la mano al suo petto.

Louis roteò gli occhi e allontanò la sua mano prima che lo toccasse. «Se non devi consumare nulla,  va' via» gli ordinò, duro.

«Ma io vorrei consumare qualcosa! Con lui, magari» il ragazzo indicò Harry col capo, ridacchiando. «O sei il suo nuovo giocattolino?» chiese ad Harry continuando a parlare in italiano e indicando Louis. «Una volta lo ero io, vero Lou?» sospirò ammaliato.

«Ti ho detto di andare via» disse però Louis, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Michele, fulminandolo. Il ragazzo allora sbuffò e andò via senza dire un'altra parola. «Mi dispiace» Louis si rivolse ad Harry e si passò una mano tra i capelli.

«Non preoccuparti. Non ho capito molto ma posso immaginare cosa volesse» ridacchiò, abbassando lo sguardo sul bicchiere che stringeva tra le mani, pieno per metà di succo di frutta. «Sei intervenuto perché sei geloso?» gli chiese divertito, guardandolo con un sopracciglio sollevato e un lato della bocca sollevato in un sorriso furbo.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora