19. The one and only.

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«Sei pronto?» Harry respirò profondamente e annuì, stringendo forte la mano di Louis.

«Credo di sì.»

Louis sorrise teneramente e gli accarezzò il palmo della mano col pollice. «Cosa ti preoccupa, amore?»

Harry si morse il labbro inferiore e scrollò le spalle. «Non lo so. E se adesso scopro che non mi piace? Non posso più tornare indietro e magari non piacerà nemmeno alla gente. E io non voglio deluderli, non voglio deludere te, non vogl-»

Louis lo zittì premendo le labbra sulle sue e rubandogli il respiro per qualche secondo. «Smettila di farneticare e di dire queste cose assurde. Non potrai mai deludermi, così come non potrai mai deludere la tua gente, quella che ti vuole davvero bene. Se non te la senti di ascoltarlo, torniamo indietro.»

Harry sospirò e guardò il suo ragazzo negli occhi, ringraziando mentalmente la donna che lo aveva messo al mondo, perché senza di lui non si sarebbe trovato lì, non starebbe vivendo il periodo migliore della sua vita. «No, no, ascoltiamolo. Che ore sono?»

Louis controllò l'ora dal suo cellulare. «In Inghilterra le ventitré, qui è mezzanotte. Quindi manca circa un'ora.»

Harry annuì e deglutì. Un'ora dopo sarebbe uscito il suo album scritto interamente da lui, ma con un paio di canzoni scritte anche insieme a Louis. Si sentiva pronto, l'ansia c'era ed era giusto che ci fosse, ma la voglia di sapere che cosa le persone avrebbero pensato di quel disco era nettamente superiore. Sapeva che sarebbero potuti arrivare commenti negativi, non sarebbe stata la prima volta. Ma quell'album era il più importante della sua carriera, non solo perché ritornava con canzoni scritte dalla sua stessa mano, ma perché parlava della sua relazione con Louis. Ogni canzone raccontava ciò che avevano vissuto, nel bene e nel male, e la cosa bella era che ciò potevano saperlo soltanto loro due. Ed Harry avrebbe fatto di tutto per tenere solo per loro due il reale significato di quell'album.

«Tra l'altro» Louis lo distolse dai suoi pensieri, guardandolo con un enorme sorriso in volto. «Qui è già due» aggiunse. Harry, a sua volta, sorrise ampiamente e annuì.

Due luglio.
Esattamente un anno prima Harry era sbarcato su quell'isola per la prima volta in vita sua e aveva conosciuto Louis, la persona adesso più importante della sua vita. Non era un caso che il suo album uscisse esattamente in quel giorno e non era un caso che in quel momento si trovassero proprio a Capri e nel posto in cui tutto aveva avuto inizio: alla Grotta Azzurra, seduti l'uno di fronte all'altro su una piccola barca a remi, con un cellulare tra le mani di Harry e un play da schiacciare per ascoltare quelle canzoni. E anche se non era affatto la prima volta che ascoltavano l'album, Harry aveva deciso di farlo un'ultima volta, voleva ascoltare con Louis, proprio in quel posto per loro tanto importante, ciò che un'ora dopo non sarebbe stato più soltanto loro ma del mondo intero.

«Cosa si dice in questi casi? Auguri a noi? Buon primo anno?» continuò Louis, corrugando la fronte.

Harry scoppiò a ridere e si avvicinò maggiormente a lui, poggiando la fronte contro la sua. «Io dico semplicemente grazie» grazie per avermi dato tutto te stesso, grazie per essere tornato da me, grazie per essere la meravigliosa persona che sei, grazie per dimostrarmi ogni giorno di amarmi, grazie per tenermi sempre la mano e farmi sentire al sicuro. Grazie, perché anche oggi sei qui accanto a me. Avrebbe voluto dirgli tanto altro ancora, ma se lo tenne per sé, anche se pensava che Louis fosse a conoscenza di tutto ciò.

«Grazie a te, amore mio» sussurrò il più grande, baciandolo.

E fu in quel momento, con le loro labbra unite, che Harry premette play e le note della prima canzone dell'album risuonarono nel silenzio di quella notte, con solo il rumore del mare a farle da sottofondo. E i ricordi presero il sopravvento.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora