Di solito sono io ad osservare le persone, ma adesso questo ruolo lo ha preso un'altra persona: il ragazzino chiamato Jungkook.
Forse non avrei dovuto
Non avrei dovuto accompagnarlo al mio lavoro, sarebbe bastato solo un rifiuto e un saluto: niente meno, ma adesso me ne pento.
Non sapevo come reagire: il fatto che guardasse me, ogni mio movimento con quegli occhi; seduto dietro il balcone d'attesa. Ogni volta che sentivo la sua vista colpirmi le spalle mi giravo per verificare che quella sensazione di essere osservato fosse solo una mia illusione ma lo vidi chiaramente: quando si sentì scoperto da me, evitava lo sguardo e le sue guance prendevano colore.Perché mi fissi?
Non capivo la sua indiscreta attenzione verso di me: mi studiava, come un alunno fa mentre guarda la lavagna, e nonostante il mio continuo controllo, non la smetteva.
Basta. Smettila
Cercavo in tutti i modi di concentrarmi sul mio lavoro. Sentivo vergogna. Mi sentivo nudo, spogliato, sotto il suo sguardo.
A quel punto non ce la feci.- Smettila di guardarmi - gli dissi andandogli incontro per vederlo meglio.
- Eh? - il suo viso mostrava stupore e paura. Sapeva quello che stava facendo fino ad ora.
- Non guardarmi come un pesce lesso: dimmi perché mi fissavi e- di colpo il mio discorso venne interrotto dal rumore del campanello della porta.
- Jimin! - Tae fece il suo ingresso nel locale con il fiatone mentre mostrava il suo sorriso.
Mi venne incontro prendendomi le mani come una preghiera, e senza rendersi conto della presenza del ragazzino, dichiarò tutto contento l'arrivo della sua persona speciale - Tra poco dovrebbe essere qui: è molto pigro visto da altri ma, in verità, non lo è fatto. Sai, quando è con me la sua persona cambia: è diverso da se stesso... - rimase un po' sorpreso dalla presenza del ragazzino, il quale sembrava molto confuso da quella situazione di agitazione da parte di Tae.- Chi è lui? - l'alieno aggrottò le sopracciglia in arco, mi sembrava buffo.
- È uno studente che frequenta il mio stesso liceo: voleva vedere che lavoro facessi. - lo dissi con una punta di rassegnazione - Tae lui è Jungkook, Jungkook lui è Taehyung. -
Il mio amico scrutò con attenzione la figura del ragazzino dall'alto al basso poi mi guardò e infine fece un ghigno maligno.
A che cosa stava pensando?- Piacere mio Jungkook, chiamami pure Tae, come preferisci - gli tese la mano e come da specchio il castano fece lo stesso.
Ma nuovamente la conversazione venne interrotta dall'arrivo di un ragazzo dai capelli neri vestito come uno di quei vip: indossava un maglione grigio, sopra un cappotto lungo fino sotto le cosce color nero con jeans scuri strappato alle ginocchia e degli occhiali.
Entrava tranquillamente dentro il locale e dopo aver infilato il cellulare nella tasca del cappotto si voltò nella nostra direzione: aveva lo sguardo felino, i suoi occhi scrutavano ogni cosa come se cercasse di vedere oltre alle apparenze, ma quello che mi sorprese fu la sua reazione a vedere Tae a fianco mio con le sue mani che tenevano le mie.Geloso?
Fece una specie di smorfia vedendoci in quel modo: aveva frainteso tutto. Così mi liberai dalla presa di Tae e mi allontanai di qualche passo mentre quest'ultimo si avvicinava al suo ragazzo per abbracciarlo.
- Jimin lui è Yoongi - il povero ragazzo venne trascinato a forza verso il balcone, mi faceva un po' pena dover vedere lo sforzo di quel corvino un po' timido.
- Ciao sono Jimin, è un piacere - sorrisi mentre prendevo un'altra bicchiere per asciugarlo.
- Sì, lo so Tae mi parla molto di te - che vergogna, spero che l'alieno non abbia detto altro - sei il suo migliore amico. -
- Bè sì, ci conosciamo da tanto...comunque vuoi qualcosa da bere? Offre la casa -
- Niente per il momento, grazie - mentre noi due continuavamo a parlare con la coda dell'occhio vedevo Tae che conversava con Jungkook. Cosa si stavano dicendo? Il ragazzino sembrava così teso di fronte al maggiore, ma per il momento dovevo sottoporre alcune domande a Yoongi, non potevo fidarmi ancora.
- Allora Yoongi dimmi che persona sei - il suo viso prese una piega: alzò una delle sopracciglia segno che era confuso dal mio comportamento. Dovevo essere sicuro che fosse la persona giusta per il mio amico perché lui meritava di essere felice e nonostante Tae ribadiva che fosse un ragazzo a posto, non ero sicuro. Dovevo averne la certezza che se lo meritasse.
Mi rendevo conto della mia protezione nei confronti di Tae fosse troppa, ma non volevo che soffrisse: e a vedermi sembravo una madre alle prese con il ragazzo di mio figlio. - Vuoi parlare oppure inizio io con le domande? -.- Non ho molto da dire sinceramente: sono di poche parole e sei vuoi la verità non volevo nemmeno venire ma Tae insisteva, si capiva quanto gli volessi bene, come se volesse una benedizione da parte tua. Non voglio intromettermi nella vostra amicizia, non lo farei mai.
Oltretutto sono un tipo solitario che vive o viveva per sé stesso ma è da quando ho incontrato lui... - fece una breve pausa portandosi la mano per coprirsi io voltò dall'imbarazzo. Notando il suo comportamento mi sentii sollevato, certo non ero totalmente sicuro ma almeno era onesto - che qualcosa è cambiato: è difficile da spiegare, potrei provare a spiegartelo ma comunque non so se lo capiresti, è come un raggio di sole che penetra nell'oscurità eliminando quel senso di tristezza. Questo è l'effetto che sento quando sono accanto a lui. - il suo rossore divenne più evidente evitando il mio sguardo, forse aveva trovato quello giusto, pensai, così gli posi una domanda, forse un po' complicata ma dovevo ottenere una risposta.- Saresti disposto a fare qualsiasi cosa per lui? - la sua risposta dipendeva solo da lui, da quel che provava nei confronti di Tae.
- Sì - confermò tutto sicuro di sé: nei suoi occhi scuri nacque un luce, piccola, un luccichio che brillava. Almeno potevo restare tranquillo, nonostante ciò, dubitavo ancora.
- Bene, ma ti avverto: se gli farai del male te la vedrai con me, intesi? - era solo un avvertimento per il futuro, doveva essere chiaro e conciso ciò che intendevo dire. Lui subito annuì e ritorno al fianco di Tae che stava conversando con il ragazzino.
Quando finí di asciugare tutti i bicchieri di vetro accuratamente mi sedetti sullo sgabello di legno.Riposo
Pensai di riposarmi un po' però a dire la verità non avevo fatto granché ma, in ogni caso, dovevo prepararmi alla serata che si avvicinava: da piccolo mi chiedevo sempre per quale ragione nei bar non c'era nessun cliente, avrei scommesso che avrebbe chiuso in pochi giorni invece; esattamente quel giorno, durante la notte, vidi che dall'esterno di un bar solitamente vuoto, era chiaramente affollato e molta gente si riuniva in piccoli gruppi composti da ragazzi di età più grande. Mi sbagliavo. La sera era momento più culminante della giornata e questo lo capii quando iniziai a lavorare in questo bar: fare sia il barista che il cameriere non era una passeggiata, velocità e concentrazione sono delle qualità che una persona doveva possedere per fare questo lavoro.
Tae, incorniciato con un bel sorriso, si avvicinò al balcone prendendo uno dei bicchieri - Altro whisky! - .
- Whisky un cazzo, alieno da quattro soldi. -
- Ma dai! Solo un goccetto, si? - il suo solito scherza almeno migliorava i miei momenti di temperamento, solo lui poteva farmi ridere come nessun'altro.
Gli lanciai il panno prendendolo in pieno viso e subito scoppiai a ridere come un matto - Divertente. - disse mentre si toglieva lo straccio dalla faccia - Allora ti piacciono quelli più giovani? - mi strozzai con la mia stessa saliva ascoltando quelle parole.- Ma che dici, stupido -
- Ho indovinato, vero? -
- No -
- Peccato, è bel tipo ma è un po' timido. Se tu, almeno, provassi sai che differenza farebbe - Cosa stava insinuando? Sapeva benissimo non avevo intenzione di avere un ragazzo/a.
- Non iniziare. Non provo attrazione per i ragazzi, lo sai -
- Ma se non hai mai provato, come fai a essere testardo? -
- Semplice: non voglio. -
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Masker - Kookmin
FanfictionSei entrato nella mia vita e non ne sei più uscito. Contenuti forti Se non è di vostro gradimento non lo leggete. Kookmin • Per favore non copiare o adattare la storia senza il mio consenso. • Aggiornamenti lenti