Al suo ritorno sembrava più calmo così lasciai perdere. Passammo un periodo più tranquillo. Ma una banda interna al quartiere creava disordini sul confine approfittando del vuoto di potere lasciato da nostro padre. Aaron non era riuscito del tutto a colmarlo. Tutto questo pesava troppo sulle sue spalle. Non tornava mai a casa, e quando era qui sfogava tutto su Adeline. Lei continuava a pregarmi di non reagire, ma non c'è la facevo più a vederla così. Ogni giorno si chiudeva di più in sé stessa, non vedevo il suo sorriso da mesi, non potevo continuare così.

Sapevo che Aaron l'amava e che voleva solo proteggerla. Era per questo che non tornava a casa. Meno persone sapevano dove si trovava più era al sicuro.

Senti Aaron rientrare molto tardi. Sentì Adeline che cercava di ribellarsi, le sue urla mi facevano gelare il sangue. Volevo fermarlo ma sapevo che in quel momento sarebbe stato inutile. Non riuscì a dormire sentivo le sue urla rimbombarmi intesta.

Appena Aaron uscì di casa corsi da lei. Aveva gli occhi rossi. Non riuscivo a guardarla. Non potevo vederla così. ­-Basta non posso più tollerarlo.- - Ti prego non dirgli niente.- - Non c'è la faccio più a vederti così.- -Ti prego lascia che glielo dica io.- -Ok. Appena torna a casa glielo dici però.-

Aaron non tornò a casa per un paio di giorni. In quei giorni Della sembrava un fantasma. Non parlava, non si alzava dal letto. Erano settimane che mangiava poco, ma ora non riuscivo a farle mangiare niente. Non riuscivo a capire perché stava così.

La sera che Aaron tornò aspettavo che Della gli parlasse ma non lo fece, continuava a rimandare, e Aaron non notava che stava male. Una sera scoppiai. Della si alzava dal letto solo quando Aaron era a casa. -Della mangia qualcosa.- la intimai. -Non obbligarla.- La difese Aaron. -Non fa niente se una sera non mangia. Vai su in camera tra poco arrivo anche io.- Le disse. Appena lei se ne andò scoppiai. -Come fai a non accorgertene?- - Di cosa?- -Sta male. Scommetto che in questo momento è chiusa in bagno a vomitare. Ed è tutta colpa tua.- -Cosa stai dicendo?- -Non ci sei mai, e quando sei qui le fai solo del male.- -Come puoi dire una cosa del genere!- Cominciò ad urlare. -Ha il corpo ricoperto di lividi.- -Non è vero. E poi come fai a sapere che o se ha dei lividi?- -Se non fosse per me non si alzerebbe dal letto. Sta perdendo peso a vista d'occhio e tu non te ne accorgi. Mi hai chiesto di stare qui con lei ed assicurarmi che stia bene e al sicuro ed è quello che sto facendo.- -Rispondimi. Come fai a sapere che ha dei lividi?- -Perché ogni mattina sono io a tirarla su dal letto. Dopo che tu la lasci lì.- Aaron stava per colpirmi -Basta!- Della era improvvisamente tra noi due. Era arrabbiata ma almeno aveva avuto la forza di fermarci. Aaron la seguì in camera. Sapevo che non sarebbe finita così, ma ora gli avevo aperto gli occhi e forse non lo avrebbe più fatto.
La mattina seguente Aaron se ne andò presto e Della si alzò da sola. Mi disse che Aaron aveva voluto vedere i lividi e si era scusato dicendo che non sapeva cosa gli era preso e che se mai lo avesse rifatto lo avrebbe dovuto fermare subito. Passarono la notte abbracciati come non facevano da tempo.

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