Arrivò un'infermiera dicendo che un uomo stava parlando di Adeline con la dottoressa. Aaron corse dalla dottoressa, lasciammo un uomo di guardia alla porta.

Appena lo vide Aaron serrò i pugni. -Che ci fai qui?-  era visibilmente arrabbiato, ma cercava di trattenersi. -Ho saputo che mia figlia è qui. Così sono venuta a trovarla.- -Non ne hai il diritto. Come hai fatto ad entrare?- -I tuoi uomimi sono scarsi, gli sono passato tranquillamente sotto il naso. Ed io ho tutto il diritto di essere qui.- il suo tono passo da scherno a serio in un secondo. -Invece no. Hai perso i tuoi diritti quando l'hai rinchiusa al Sant'Elena. E questo è il mio quartiere e tu non dovresti essere qui.-

Le parole "Sant'Elena e mio quartiere" fecero scattare qualcosa nella mente della dottoressa. La sua espressione era chiara ed anche il modo in cui li guardava.

Mi prese da parte e mi chiese cosa stava succedendo. – Mi avete detto che la sua famiglia era lontana e che non sarebbe venuta. Vorrei delle spiegazioni.- -Non c'è niente da dire.- -Invece sì. Sono andata alla Sant'Elena, so bene da chi è frequentata.- -Come mai?- -È la migliore scuola della città. Risponda!- - Ok. Il padre di Adeline è un capo clan.- -Ma non di questo, perché è suo fratello. Giusto?- -Si- -In che casini vi siete messi.- -La questione è un po' complicata.- -Alan!- mi chiamò Aaron -Dimmi?- -Andiamo da Adeline.- Aaron aveva deciso di concedergli qualche minuto con la figlia.

Mentre andavamo da Della, la dottoressa, informò il padre delle sue condizioni. Ma non disse niente dei lividi, per fortuna.

Adeline stava ancora dormendo, così uscimmo un attimo dalla stanza per parlare. Ma Della si sveglio e la sentimmo urlare. -Che ci fai qui?- -Mi hanno detto che eri qui così sono venuto a trovarti.- -Non ti voglio qui.- -Sono tuo padre ho il diritto di vederti.- -LASCIAMI!- Quando entrammo Della stava spingendo via il padre. -Che è successo?- Chiese Aaron.- -Perché mia figlia ha un livido sul fianco?- -Perché è svenuta ed ha sbattuto la schiena.- Risposi. -Non dire cazzate. So che tu la picchi.- Disse rivolto al Aaron. -Io non le farei mai del male.- -Lo sappiamo tutti che non riesci a controllare la rabbia e che hai una forza sovraumana che non sai controllare.- Aaron non aveva mai avuto problemi di rabbia, le uniche volte che aveva alzato le mani era stato al college per difendere Della. Ma sulla forza aveva ragione. -Questo non è vero.- si difese -Non potrei mai. Non sopporto vederla star male.- -Con te non è al sicuro.- -Non è vero. Darei la mia vita per lei.- La discussione cominciava a essere un po' troppo accesa. -Allora come hai potuto permettere che finisse qui.- -Non è colpa sua se sono qui. – intervenne Adeline, aveva paura che Aaron dicesse qualcosa che poteva incastrarlo. E che il padre la portasse via. 

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