🚘 nine 🚘

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"È meglio che sappiate una cosa sul mio modo di lavorare. Finché ci sarà bisogno di me ma voi non mi vorrete, dovrò rimanere. Quando mi vorrete ma non ci sarà più bisogno di me, io me ne andrò via."

Una volta che Tata Matilda disse la fatidica frase e la colonna sonora finale partì, Jimin scoppiò a piangere.

Quel film lo rendeva sempre un disastro emotivo dalla lacrima facile, già lui lo era di per sè, ma aggiunta una buona vaschetta di sushi e quel vino che suo padre gli inviò quando riuscí a superare l'esame di danza contemporanea, il suo umore era più sballato dei suoi ormoni.

Come ciliegina sulla torta, quando rideva o si disperava, Jimin aveva la tendenza di protendersi verso chi aveva accanto, a volte lo faceva senza neanche accorgersi, altre volte invece, se ne accorgeva e si scusava imbarazzato.

D'imbarazzo ce n'era ben poco quando era con Taehyung o Jungkook, ogni scusa era buona per prendersi a cazzotti tutte le volte che uno si spalmava sull'altro.

Molti ragazzi con cui Jimin era uscito non amavano questo suo fattore, lo trovavano 'appoccicoso' o addirittura 'invadente', per questo Jimin si era ripromesso di contenersi di più con chi non aveva tanta confidenza.

Un po' era il vino, un po' il film, ma si sentiva così a suo agio con Yoongi che non aveva per niente fatto caso al suo modo di esprimersi.

La posizione era un po' strana, ma non gli recava alcun problema data l'elasticità del suo corpo. Il busto spalmato a metà sulle cosce di Yoongi, le braccia distese in avanti quasi come se avesse voluto tuffarsi, una guancia premuta sulla gamba sinistra dell'uomo mentre lui tirava su con il naso, le piccole lacrime iniziavano a bagnare il tessuto di quei pantaloni che costavano più del suo appartamento.

Yoongi non riusciva a vedere il suo viso perché Jimin era ancora rivolto verso il televisore, ma sapeva già cosa aspettarsi: occhioni lucidi, naso e guance rosse bagnate dal pianto, un broncio adorabilmente carnoso.

Jimin era una meraviglia, Yoongi lo aveva sempre pensato, dal primo momento in cui lo aveva visto entrare nella sua auto.

Yoongi reggeva molto bene l'alcol, in quel momento non si definiva nemmeno brillo, solo un po' felice, ma non poteva dire lo stesso di Jimin.

Quel ragazzo sembrava devastato, Yoongi era quasi tentato dal prenderlo, avvolgerlo in un fagotto di coperte e metterlo a letto, addirittura credeva si fosse addormentato dato che non sentiva neanche più i piccoli singhiozzi che rilasciava alla fine del film e non si trattenne dall'accarezzare i suoi capelli, così morbidi, come le sue guance.

In un attimo Jimin si rigirò.
Aveva la schiena rivolta verso il televisore ma il suo volto distava solo pochi centimetri dalla zona rossa di Yoongi, il naso quasi gli sfiorava la cerniera...

Come se non fosse abbastanza allarmato di suo, appena Yoongi aprì bocca per chiedere cortesemente al ragazzo di spostarsi, Jimin alzò lo sguardo, puntò gli occhi nei suoi e lasciò un bacio delicato al cavallo dei suoi pantaloni.

Il movimento delle labbra di Jimin contro di lui era qualcosa che avrebbe dovuto prendere Yoongi alla sprovvista. Non si erano nemmeno baciati (per volere del più piccolo) e Jimin era già in questa posizione, era stato certamente veloce.

Non andava bene, ovvio. Yoongi non credeva certo di venire attaccato così all'improvviso.

Il cervello di Yoongi andò in tilt.

In your car ✖️ yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora