Secondo.

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La mattina seguente, solita routine, meno che per il fatto che Lorenzo, arrabbiato per il fatto che feci tardi, mi fece andare a scuola a piedi, così misi le cuffie ed iniziai ad ascoltare i Linkin Park, durante il mio tragitto verso scuola. In meno di 10 minuti arrivai, non aspettai ed entrai. Avevo voglia di sedermi, e di rivedere Bruce, il quale mi aveva detto che sarebbe stato il mio compagno di banco. Ero così felice, la mia occasione di capirlo, scoprirlo. In classe non c'era quasi nessuno, erano appena le 8, c'erano solamente Tony e John, due miei compagni di classe. Con Tony, avevo un bel rapporto, era simpatico ma timido eppure lo ammiravo. Mi era stato tanto vicino durante la mia estate, non molto felice. Molte volte mi ero sfogata con lui, avevo pianto e lui ogni volta mi diceva che un tale essere non meritava le mie lacrime. Gli volevo davvero bene ed era piacevole parlare con lui. Tony era il classico ragazzo silenzioso, molto bravo a scuola, alto e robusto con occhi color ghiaccio e capelli marroni, per i quali aveva una vera fissa, adorava sistemarli con la lacca. Mi sedetti davanti a lui, anche se sapevo quello non fosse il mio posto, anche se non avevamo i posti assegnati. Mentre facevo questo pensiero, entrò, colui che avrebbe dovuto sedersi dove ero seduta io, Bryce, la persona che più detestavo in quella classe, aveva un bruttissimo carattere, era così pieno di se, anche se tutti sapevamo che se non fosse stato per sua madre, lui non sarebbe stato altro che uno stupido frequentante di quella scuola. Sua madre era una professoressa molto influente di quella scuola, quindi lui, sicuro di questo si comportava come se fosse stato il padrone di quella scuola. Per questo non lo sopportavo. Non era umile, io se fossi stata al suo posto, avrei assunto un comportamento più umano. In ogni caso, con il suo fare sfacciato si mise davanti a me, tolse gli occhiali da sole, quelle Ray-Band a goccia, che gli stavano davvero male <<Natalie, è il mio posto. Spostati immediatamente>> disse con la sua voce viscida, prendendo la mia borsa in malo modo e scaraventandola a terra. Lo guardai con una faccia mista tra schifata e shockata, mi alzai di scatto e lo guardai negli occhi.
<<Prendi subito la mia borsa da terra!>> dissi in tono di sfida, non amavo che mi venissero messi i piedi in testa, nessuno poteva permettersi.
<<No>> disse con cattiveria, non sopportavo questo trattamento così prendi la sua borsa dell'Adidas e la buttai a terra proprio come aveva fatto con la mia. Lui che non sopportava il fatto che lo sfidassi mi strinse i polsi spingendomi, io che non potevo farmi per vinta lo guardai nuovamente in faccia e gli ripetè l'ordine datogli precedentemente, di alzare la mia borsa. Continuò a stringermi i polsi, fino a che non alzai il ginocchio in direzione del cavallo dei suoi pantaloni. Mi precedette e con una mano mi fermò il ginocchio. La situazione era la seguente: i miei polsi fermati da una sua mano e il mio ginocchio dolorante a causa del fatto che lui me l'aveva stretto, i nostri due compagni di classe guardavano sbalorditi ed impietriti, sapevo non mi avrebbero aiutata, così mi difesi nell'unico modo che mi fu possibile, puntai alla sua guancia e lo sputai, subito mi lasciò, finalmente, alzai la mia borsa da terra e mi sedetti nuovamente nel mio banco. Arrivò Pacho e si sedette al posto che doveva essere di Bruce, ma non avevo ne forza ne voglia di replicare, ero sconvolta, totalmente Dopo poco entro Bruce dalla porta, e si sedette accanto a Bryce. Da lontano sentí quest'ultimo consigliare al mio 'amico' di starmi lontana perché a detta sua ero pazza, o più precisamente 'mentalmente spostata'. Lasciai correre anche questo. La prima ora finí e successivamente iniziò l'ora di informatica, adoravo quella materia, fu un'ora di agonia per me, sapevo che Bryce era diretto dalla madre, me l'aveva confermato anche Tony, e sapevo che anche se ero stata aggredita da lui, sarei passata dalla parte del torto. Sua madre era davvero potente e cattiva, molto peggio di suo figlio. Vista la mia consapevolezza, iniziai a farmi un milione di pensieri, tutti brutti e ebbi un attacco di panico. La mia professoressa, Casa se ne accorse e mi accompagnò fuori, poi chiamò una mia compagna di classe che mi fece compagnia e mi consigliò di chiamare mia madre per chiederle cosa fare. Mia madre era sempre disponibile e disposta ad aiutarmi, ma sapevo che avrei avuto una sgridata, in ogni caso la chiamai, composi il numero e dopo poco preoccupata mi rispose.
<<Mamma>> dissi con la voce rotta dal pianto.
<<Nat, cosa succede?>>mi rispose preoccupata.
<<Ho litigato con Bryce, mi ha messo le mani addosso. Non avevo altro modo per difendermi, l'ho sputato. Ora però so che lui è a parlare con la madre, che vuole parlare con la mia coordinatrice. Avrò torto sicuramente, lo so.>>dissi tutto d'un fiato.
<<Hai sbagliato, ma anche lui ha sbagliato. Non potranno punire solo te, nel momento in cui decideranno di punirvi. Bryce ha la madre li, ma non è intoccabile. Esponi le tue ragioni e credimi, tutto si risolverà nel migliore dei modi.>>disse io risposi e poi staccai. Era passata un'altra ora, la professoressa uscì dalla classe chiedendomi come stavo ed andò via, mentre Bruce si avvicinò a me chiedendomi cosa fosse successo. Gli spiegai brevemente e lui mi abbracciò, non me l'aspettavo davvero, poi mi guardò negli occhi.
<<Ora fatti valere con la coordinatrice, sei forte>>. Appena finí di parlare con Bruce, Bryce tornò e con tono di sufficienza mi disse che Presta, la coordinatrice, avrebbe voluto parlarmi, con un'ansia pari alla grandezza dell'America bussai a quella porta. Io ero in lacrime e chiesi alla professoressa di uscire. Lei subito mi aggredí, ma me lo aspettavo. Bryce era l'intoccabile. Però presi la situazione in mano.
<<Prima di aggredirmi, mi faccia parlare, mi faccia esporre la mia versione. Perché ci sono sempre due verità. Lei mi conosce sa che non avrei mai fatto nulla del genere se non ne fossi stata obbligata>> dissi spiegando le mie ragioni.
<<Ti conosco da tre anni, Natalie, non mi hai mai dato problemi e non capisco cosa ti sia preso!>> disse Presta sbattendo una mano sulla sua fronte. Nel frattempo la mia professoressa di italiano, che stava passando per i corridoi si fermò ad ascoltare. La prof. Presta le spiegò la situazione e lei subito prese le mie parti...Una manna dal cielo!
<<Theresa>> disse rivolgendosi alla mia coordinatrice <<fai parlare questa ragazza, non ha mai dato problemi, sono sicura che avrà avuto validissime motivazioni.>>. Dopo che la prof. ebbe proferito parola, entrambe di fermarono a guardarmi, ed io, che fino a quel momento ero rimasta in disparte presi un respiro profondo e raccontai la vicenda accaduta poche ore prima. Impiegai circa 10 minuti per spiegare il tutto e quando ebbi finito di raccontare la mia versione, la Presta sbatté nuovamente la sua mano contro la fronte e dopo neanche 1 minuti urlò un 'andate a chiamarmi Bryce immediatamente!'. Io sorrisi, forse non era andato tutto per il peggio. Quando arrivò, scoprí che non aveva raccontato quasi nulla ma che semplicemente io lo avevo sputato, cosa che alla stessa professoressa parve strana. Era un vigliacco. Pensava non avessi parlato? Mentre Bryce si prendeva la sgridata io pensavo a quanto la mia vita fosse strana, a tratti la odiavo. Certo era che non mi annoiavo mai. Fui riportata alla realtà dalla professoressa che ci accompagnò fuori la nostra classe.
<<Ragazzi, se dovessi decidere di prendere provvedimenti, li prenderei verso entrambi, perché entrambi avete sbagliato. Io vi consiglierei di chiedervi scusa a vicenda. Non mi sembra il caso di punire due studenti come voi. Quindi preferirei che venga fatto così>> Io guardai Bryce, e purtroppo fui costretta a stringergli la mano. Lo odiavo. Era davvero intoccabile come avevo pensato. Se fosse stata qualsiasi altra persona nessuno avrebbe esitato a prendere provvedimenti disciplinari, eppure...il resto della giornata passò in un batter d'occhio e al ritorno a casa, feci la strada con Bruce, che voleva in ogni modo consolarmi. Arrivati a metà strada ci salutammo con un bacio sulla guancia e poi ognuno si diresse a casa propria. Il pomeriggio passò monotono meno che per qualche messaggio scambiato con Bruce.
"Ho litigato con Bryce, per tenere il posto a te. Dovresti essere fiero di me" gli scrissi, la nota sarcastica era davvero evidente ma allo stesso tempo un fondo di verità c'era e lui lo sapeva ed infatti mi rispose "Oh non immaginavo...dovrò sdebitarmi con te. Da domani sarò ufficialmente il tuo compagno di banco...ma mettiamoci davanti, così non litighiamo con nessuno!" Mi scrisse. Sorrisi a quel messaggio e risposi affermativamente, questa fu l'unica parte 'movimentata' del mio pomeriggio in quanto il resto passò tra compiti di matematica e musica, non avevo granché da fare ed infatti decisi di aiutare mia madre in cucina, era davvero parecchio che non lo facevo e anche lei parve sorpresa. Ci stavamo finalmente riavvicinando, mi mancava il rapporto con lei, ma ero così orgogliosa. Non riuscivo ad ammettere ad alta voce che con Paul avevo sbagliato. Non riuscivo a fare ragione a mia madre e a chiederle scusa, anche se sapevo che lei, già mi aveva perdonata. Ora stava a me perdonare me stessa.

La sera mi arrivò un sms in cui Pacho, il mio compagno di classe mi chiedeva di organizzare un uscita o magari una pizza con i ragazzi di classe, in quanto il giorno successivo sarebbe stata assemblea di istituto e il nostro orario sarebbe stato ridotto. Così mandai sms alle mie amiche nei quali comunicavo l'organizzazione del giorno seguente.

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