Quinto.

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Possiamo di certo dire che la festa di Bruce era finita nel migliore dei modi, per entrambi. Era tornato dentro con un sorriso stupendo, enorme che gli andava da un orecchio all'altro. E ne ero contenta. Era bello essere la causa del suo sorriso e saperlo non aveva prezzo. I giorni seguenti non furono molto emozionanti, ci comportavamo in modo molto normale, non c'erano tensioni tra di noi, ne attriti. Avevamo colto l'attimo in un certo senso. Mi facevo tante domande però, alle quali però non avevo alcuna risposta. In realtà, non riuscivo a darmi alcuna risposta e non volevo rovinare
quel che si era creato tra di noi, quindi semplicemente me le tenevo per me. Quel giorno, c'era un po' di tensione in classe,!questo perché a breve avremo conosciuto la nostra nuova professoressa di storia, quindi in un certo senso pregavamo fosse una persona 'gentile'.

In classe si era parlato parecchio del fatto che fossi stata invitata al compleanno di Bruce, sentivo i ragazzi bisbigliare e fare fantasie su di noi. Cosa che davvero mi dava rabbia. Li vedevo posarci gli occhi addosso, ogni qual volta ridevamo insieme, o ogni volta in cui lui mi sfiorava leggermente. A lui sapevo non interessasse, ma a me dava a dir poco sui nervi. Sapevo che tipi di persone erano e proprio per questo mi tenevo alla larga. Non volevo avessero modo di parlare di me. Bruce era l'unica ragione per la quale non davo di matto. Era l'unica cosa bella.
"Buongiorno ragazzi" i miei pensieri furono interrotti da una voce felpata, di una donna. "Sono la vostra nuova prof di storia, è un piacere conoscervi. Io sono la professoressa Litua" disse la donna, davvero giovane. Era così garbata ed elegante, la sua voce trasmetteva calma o almeno era quello che pensavo. La prof fece l'appello per conoscerci e poi iniziò a spiegarci il programma di quell'anno. Non avevamo mai fatto storia prima di allora e la cosa mi preoccupava.
"Tanto per cominciare, vorrei assegnare due ricerche, da svolgere in gruppo, magari con l'esposizione di una presentazione. Ora farò i nomi di due persone, che saranno i capi gruppo, e che avranno il compito di scegliere altre tre persone con le quali svolgeranno la ricerca".
Pensai che questa tipa fosse davvero suonata e soprattutto sperai di non dover prendere parte alle ricerche. "Bene...Natalie Damanti è la prima capogruppo, il secondo invece è Lorenzo Pastro." Io annuì leggermente sconfitta. Mentre pensavo agli altri componenti del mio gruppo Lorenzo si alzò e andò alla cattedra dalla professoressa.
"Prof, preferisco farla da solo la ricerca. Non amo stare in gruppo. Preferirei far da me." disse con il suo tono saccente. Non sopportavo quando faceva così. Sembrava davvero il centro dell'universo, e queste cosa mi faceva innervosire.
Mi confrontai con Sarah, Marta e Bruce, chiedendogli se avessero voluto partecipare a questo progetto con me e tutti e tre mi risposero di sì. Così comunicai alla prof i componenti del mio gruppo. Lei accettò di buon grado e al suono della campanella uscì dall'aula salutandoci educatamente.

"Ragazzi, oggi a casa mia?" Chiesi ai miei amici riferendomi al lavoro di storia. Tutti risposero di sì.
"Mi servono luogo e ora" disse Bruce imitando la mia risposta al suo invito alla festa di pochi giorni prima. Io risi e gli scrissi la via sulle note del suo iPhone.
"Alle 17:00, puntuale!" Dissi sottolineando il 'puntuale'. Poi mi rivolsi alle ragazze. "Voi venite a pranzo a casa?" E loro accettarono contente. Oggi avrei passato un pomeriggio con Bruce, ero contenta. Grazie prof. di storia!

Alla fine delle lezioni io, Marta, Sarah e Bruce facemmo la strada insieme. Bruce però tornò a casa. Ci saremo incontrati il pomeriggio. Io e le ragazze invece raggiungemmo casa mia. Avevamo deciso, che ci saremo preparate noi da mangiare, visto che mia madre era a lavoro. Preparammo una semplice pasta panna e prosciutto e delle cotolette con patate. Le adoravo, le mie amiche, mi conoscevano benissimo. Mangiammo velocemente parlando del più e del meno e soprattutto si fecero raccontare della serata trascorsa con Bruce pochi giorni prima. Così iniziai il mio racconto. Mi guardavano incantate.
"Natalie, voglio tutti i minimi dettagli" disse Marta guardandomi sognante.
"Beh, ti ho detto, ci siamo baciati. Molte volte. Non posso darti altri dettagli..." dissi riflettendo.
"Bacia bene?" Chiese Sarah con aria perversa. Io scoppiai a ridere, schiaffeggiandola giocosamente.
"Molto bene, Sa" era stato davvero il miglior bacio della mia vita, non che avessi baciato molte persone. Sarah batté le mani eccitata e poi mi guardò.
"Chissà, oggi potrebbe succedere qualcos'altro..." io scossi la testa.
"Non con voi davanti. È una persona abbastanza riservata." Dissi dubbiosa e triste.
"AH QUESTI INGLESI!" Urlò invece Marta, che nel frattempo era andata a lavare le mani. Io e Sarah ci guardammo e scoppiammo a ridere. Stavo così bene in quel momento.
Quando Marta arrivo in cucina sistemammo velocemente e pulimmo dopodiché iniziammo a studiare, perché sapevamo che la ricerca ci avrebbe occupato tantissimo tempo. Così ci mettemmo di impegno e finimmo almeno gli esercizi di matematica, poi mi squillò il cellulare. Era Bruce.
"Hey English boy" dissi rispondendo
"Tesoro, c'è un piccolissimo problema..." disse con voce strana
"Dimmi tutto Bru"
"Non trovo il tuo palazzo" disse ridendo
"Sei altamente imbarazzante" dissi ridendo a mia volta. "Ora vengo a prenderti. Dove sei?" Continuai.
"In piazza" disse attaccando.
In circa due minuti fui giù. Non ci misi molto a sistemare i capelli e mettere le scarpe. Scesi le scale velocemente e raggiunsi il mio compagno di banco, che mi stava aspettando, seduto su una panchina
"SEI UN DISASTRO!" Gli urlai ridendo, lui rise a sua volta e ancora seduto mi tirò a se per abbracciarmi. Il mio cuore perse un battito.
"Scusami" mi sussurrò mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sorrisi ed abbassai lo sguardo.
"Dai, andiamo. Le ragazze ci aspettano" Dissi rompendo la nostra bolla. Lui semplicemente annuì e poi ci dirigemmo verso casa, mentre mi prese sotto il braccio.
Quando arrivammo al palazzo, presi le chiavi ed apri velocemente e subito andammo a prendere l'ascensore, di cui avevo tantissima paura.
"Bruce, abbracciami" dissi guardando le porte dell'ascensore e lui subito mi abbracciò, proprio come gli avevo chiesto. Gliene fui davvero grata. In poco raggiungemmo il piano del mio appartamento ed una volta entrati lo presentai a mia madre.
"Salve" disse imbarazzato.
"Hey mamma, lui è Bruce. Il mio compagno di banco." Dissi sorridendogli, i due si strinsero la mano.
"È un piacere, ora andate a studiare su!" Disse mia madre congedandoci. La ringraziai mentalmente, mentre lo condussi in camera, dove salutò le ragazze. Notai che Sarah e Marta avevano iniziato a organizzare la presentazione PowerPoint, avevano scelto lo stile e avevano iniziato a copiare notizie dal libro di storia, io invece decisi di cercare notizie in internet, mentre Bruce si era letteralmente steso sul divanetto rosso, in tinta con le pareti della mia camera.
"Sei comodo Bruce?" Rise Marta.
"Non sai quanto" Rise a sua volta il mio 'amico'.
Sarah invece si stava dando parecchio da fare, perché di li a poco sarebbe dovuta andare via. La stavo adorando. Lei che completava il PowerPoint mentre io contemplavo Bruce.
Ad un certo punto, sentì il materasso del mio letto abbassarsi leggermente, notai che Bruce aveva preso posto accanto a me e che in quel momento, mi stava facendo segno di utilizzarlo come cuscino. Insomma, non me lo feci ripetere due volte.

Dopo circa una mezz'ora, le mie amiche ci abbandonarono. Rimanemmo soli. Finalmente. Stavo bramando quel momento. Finimmo la presentazione in poco e poi guardammo un episodio di una serie tv su Netflix. Entrambi stesi sul mio letto, con Bruce che manteneva l'iPad ed io che ero appoggiata sul suo petto. Avevo davvero il cuore mille. E sapevo di essere rossissima in viso. Era un quadro perfetto, che fu però interrotto dallo squillare del mio cellulare.
Era un numero che non avevo segnato in rubrica, o almeno non più. Sapevo benissimo a chi apparteneva. Al mio incubo peggiore, Paul. Scelsi di non rispondere, ma questo conseguì, la successiva spiegazione a Bruce del perché.
"Chi era? Come mai non hai risposto?" Chiese preoccupato.
"Non voglio perdere tempo a telefono con qualcuno, quando sei qui con me" Dissi, ed in parte era vero.
"Ti ripeterò la domanda, chi era? Hai una strana espressione...tipo impaurita" disse toccandomi i capelli, cosa che di solito davvero non tolleravo.
"Devi sapere che l'anno scorso, non ho avuto bei momenti. Causati dal mio ex." Mi fermai per mettere insieme le idee e per fargli un discorso sia sensato, sia breve e che soprattutto non mi avrebbe fatta apparire ai suoi occhi come una bambina. Cosa che forse ero.
"Il mio ex, era un tipo particolare, c'erano tante cose che ci separavano, però diciamo che lo amavo e vedevo in lui, qualcosa che non avevo mai avuto. Qualcosa come il mio primissimo amore." Dissi chiudendo gli occhi, per non piangere.
"Cose che vi separavano?" Chiese non capendo.
"Vedi lui era molto grande, ed io molto inesperta. Lui aveva dieci anni più di me. Ma all'inizio non vedevo del male in lui. Solo bene e felicità...ed invece è stata proprio la mia inesperienza a fregarmi. Ho passato un anno terribile." Conclusi, poi lo guardai e vidi che il suo volto non era affatto sereno, anzi. Fece un respiro profondo poi parlò.
"Io penso che una persona così. Non possa nemmeno essere definita 'uomo'. Penso che lui abbia seri problemi, insomma si è rapportato con una bambina. Con una ragazza che poteva essere sua sorella o addirittura sua nipote. Quindi mi dispiace, per quello che ti ha fatto passare. E credimi ti giustifico. Ma non giustifico lui." Disse con tono arrabbiato l'inglese. Io annuì a testa bassa, e nel farlo un paio di lacrime solcarono il mio viso, che lui prese tra le mani.
"Io non voglio essere, dannoso come lui" disse asciugandomi le lacrime.
"Voglio essere bene per te, voglio vederti sorridere. Sempre. Sei così speciale Natalie. E non mi sono mai sentito legato ad una persona, come mi sento legato a te." Quel momento stupendo, fu interrotto dal suo cellulare che squillò. Dannati cellulari. Era sua madre che gli diceva di scendere. Lui me lo disse e in poco fu giù. Ma non passarono nemmeno due minuti che mi chiamò al cellulare dicendomi di essersi dimenticato del suo zaino. Così scesi, a portarglielo. Trascorremmo poco più di tre minuti insieme.
"Grazie sei la mia salvezza" disse prendendo lo zaino. Io scossi la testa e feci per andarmene. Feci al massimo due scalini quando, sentì una pressione attorno al mio braccio, causata dalla sua mano. Mi strattonò leggermente, facendomi perdere l'equilibrio. Mi alzò leggermente da terra e mi baciò in un modo stupendo, per la seconda volta, da quando ci conoscevamo.
"Ora si che puoi andare, bimba." Io arrossì e gli diedi un leggero bacio a stampo come saluto. E poi tornai nuovamente a casa.

***
Dopo tanta assenza eccomi di nuovo qui scusatemi per l'attesa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 26, 2018 ⏰

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