Quarto.

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Sarebbe stata una bugia, se avessi negato che quella notte lo sognai. Era stato il mio pensiero fisso. Era stato il mio rimpianto. Il mio 'chissà se non fossi scesa' in cuor mio sapevo di aver fatto una figuraccia, ma in realtà, li per li nemmeno ci pensai. Non avevo pensato alle conseguenze del mio gesto, forse se l'avessi fatto, quella notte l'avrei lo stesso sognato, ma per altri motivi. Nonostante tutto, nonostante il mio malessere un po' generale, la mattina seguente mi alzai, sempre decisa ad aggredire la mia giornata. Purtroppo il giorno che mi aspettava era uguale agli altri, nessuna assemblea, nessuna distrazione, solo ed esclusivamente scuola...non ne ero molto entusiasta. Quella mattina, faceva freddo ed io nonostante questo scelsi un outfit abbastanza leggero accompagnato da una giacca in pelle, una volta che finí di prepararmi, accesi il display del mio cellulare. Era il 2 ottobre. Pensai parecchio alla data di questo giorno, sapevo ci fosse qualcosa di importante, ma davvero non riuscivo a capire cosa. Dopo cinque minuti di pensieri ininterrotti, capí. Tutto mi riconduceva a lui. Oggi non era affatto un giorno comune. Era il compleanno di Bruce, il diciottesimo compleanno di Bruce. Me l'aveva detto qualche giorno prima. Sapevo che non stesse passando un bel momento, anche un cieco se ne sarebbe accorto e proprio per questo ricordai una sua richiesta, tempo prima mi aveva letteralmente pregata di 'regalargli' un mio disegno. Adoravo disegnare, gli outline soprattutto e lui era rimasto innamorato da questo mio piccolo talento. Decisi di farlo felice, ma decisi anche di pensare fuori dalle righe. Non gli regalai un semplice disegno, non uno casuale. Mi impegnai molto per fare quell'outline, che altro non era che un suo 'ritratto'. Non avevo mai disegnato persone, che avevano qualcosa a che fare con me e tanto meno avevo mai disegnato ragazzi. Quello che ne uscì, fu un qualcosa di davvero ben fatto. Il ritratto della sua immagine di profilo sia Facebook che Whatsapp, fatta probabilmente con Snapchat visto l'effetto utilizzato. Ero contenta di quello che avevo creato e sapevo gli sarebbe piaciuto o almeno ci speravo. Scesi di casa, era più tardi del solito, ed ovviamente Lorenzo mi aveva lasciata a piedi, ancora una volta. Odiavo quando prendeva queste prese di posizione. In ogni caso corsi verso scuola, senza fermarmi al bar e quando arrivai tutti erano al proprio posto e l'appello mattutino era già stato fatto. La professoressa non si curò molto di me, si limitò a darmi il buongiorno. Bruce era li, sul lato sinistro del banco. Gli diedi il buongiorno dandogli un bacio poi non curante di ciò che mi circondava e della professoressa di fisica che mi fissava aprí la mia borsa ed estrassi il suo 'regalo di compleanno' il mio disegno.
"Buon compleanno, maggiorenne" dissi sottovoce dandogli il disegno. Lui all'inizio non capí. Poi fece un sorriso a 32 denti, mise una mano davanti alla bocca per lo stupore e poi mi parlò.
"WOW, Natalie è stupendo. Oddio non posso crederci" Stava letteralmente sclerando ed era adorabile.
"Bruce, è la prima volta da quando ti conosco che ti vedo sorridere" si intromise la prof di fisica sorridendo a sua volta. La scena era davvero carina ed io ero elettrizzata. Anche lui lo era. Successivamente la nostra insegnante gli chiese cosa fosse quel giorno e lui le rispondè che era il giorno del suo diciottesimo compleanno. A quello seguirono gli auguri di tutti i 16 restanti ragazzi della nostra classe. Dopo una buona mezz'ora iniziò la lezione di fisica, che io e il mio compagno non seguimmo affatto. Guardava innamorato il suo disegno ed ogni volta che lo prendeva, mi abbracciava o mi baciava la guancia. Avevo proprio azzeccato. Quell'ora passò così, un po' elettrizzati, un po' assonnati. Suonò la campanella e subito arrivò la professoressa Casa, che ci disse di prendere le nostre cose per spostarci nel laboratorio di informatica. Ovviamente io e Bruce ci sedemmo vicini. Nei laboratori faceva parecchio freddo ed io quella mattina mi ero vestita abbastanza leggera. Avevo indosso una canotta e un jeans. Molto semplice.
"Che freddo" sussurrai tra me e me, mentre cercavo di programmare. Bruce mi sentí e lo vidi alzarsi e togliersi il suo felpone della Vans, sotto il quale aveva una maglietta della Trasher bianca. Mi porse la sua felpa, dicendomi di metterla.  Tutti ci guardavano. Ero imbarazzata ma non mi importava. La guardai, poi guardai lui e la misi. Era enorme mi arrivava sotto le ginocchia ma d'altronde Bruce era alto 1 metro e 90. Cosa potevo aspettarmi? Aveva un buonissimo odore. Il suo. Misto tra il suo profumo e l'odore del fumo di sigaretta. Ed era una droga a dire il vero. Ero felicissima, tanto che non si può spiegare. Tanto che inviai una foto a mia madre, dove le dicevo del bel gesto di Bruce. La prof Casa, al ritorno di Bruce, iniziò a guardarci con uno sguardo a dir poco innamorato, la adoravo davvero tanto, non che fosse una persona dolce. Successivamente ci disse cosa avremo dovuto fare per casa e al suono della fastidiosissima campanella, prendemmo le nostre cose e tornammo nella nostra piccolissima ed isolatissima aula. Durante il break mi alzai dal mio posto per andare dai miei amici, tutti erano sconvolti dal gesto di Bruce proprio come me. Andai ad abbracciare da dietro Tony, anche se sapevo che non adorava quella cose, poi mi posizionai davanti a lui.
"Come mi sta?" Chiesi ridendo.
"Ma cosa ti sei messa addosso!" Urlò ridendo. Effettivamente era enorme, era una scena divertente, io non ero affatto alta, ero a stento un metro e cinquantacinque e quella felpa essendo di Bruce, mi stava enorme, era della lunghezza di un vestito per me.
"Tony, le sta benissimo". Si intromise Bruce, parlando con un tono misto tra orgoglioso e geloso. Io arrossì, cosa che quasi mai mi succedeva, e risi leggermente.
Alla fine del break la giornata continuò tranquilla e monotona, come il resto delle altre.
Ero rimasta un po' male a dire il vero. Lorenzo non mi guardava nemmeno, quasi come se la gelosia lo stesse mangiando, ed io stavo tanto male per questo, infatti decisi che all'uscita non l'avrei aspettato per fare la strada insieme. Se lui non aveva voglia di parlarmi, io assolutamente non avevo voglia di prendere tempo ad aspettarlo. Sarebbe stato in ogni caso inutile, mi avrebbe risposto male e non ero in vena di rovinare una giornata che per me era stata colma di gioia. L'avevo fatto già tante volte. Era finito quel tempo. Così io e Bruce decidemmo di fare la strada insieme. Scherzammo tanto e quando fu il momento di salutarci gli restituì la mia felpa, che in realtà era sua.
"Sei stato davvero gentilissimo a cedermi la tua felpa oggi". Dissi porgendogliela e sorridendogli.
"È stato un piacere per me, bimba. Grazie per quel fantastico regalo di compleanno" Replicò dolcemente con quel garbo che solo lui tra mille aveva. "Sai stasera io e mia sorella daremo una festa per i 18 anni, mi renderebbe felicissimo se tu venissi" Continuò imbarazzato, mettendo una mano tra i suoi capelli abbastanza lunghi. Io non potevo crederci. Sarei stata l'unica della classe ad essere invitata, lo sapevo. Mi sentivo quasi onorata e pensavo di star toccando il cielo con un dito.
"Certo che ci sarò, Bru! Sono felice che tu abbia deciso di invitarmi sai" dissi francamente "avrei solo bisogno di luogo ed orario" continuai facendoglielo notare ed infatti lui scoppiò a ridere.
"Hai ragione. Ho un invito nella tasca in basso dello zaino, prendilo. Lì ci sono tutte le informazioni necessarie" Non esitai mezzo secondo e prendi l'invito da quella tasca. Dopo nemmeno due minuti arrivò sua madre con l'auto, un auto davvero carina e nuova anche se non ne conoscevo la marca. Ero negata. E lui dovette andare, dicendomi che mi avrebbe aspettata la sera. Si abbassò e mi diede un bacio. Molto vicino alle labbra, ed io quasi mi sciolsi. Dopodiché andò via ed io mi recai verso casa, che non era molto distante da dove ci trovavamo, io e il mio compagno di banco. Corsi a dire il vero. Non vedevo l'ora di dirlo a mia madre e dopo aver aperto il cancello d'entrata e corso per le scale per soli cinque piani, bussai forte al campanello e mia madre aprì spaventata dal mio gesto.
"BRUCE MI HA INVITATA AL SUO 18 QUESTA SERA. NON POSSO CREDERCI" urlai saltellando ancora con lo zaino sulle spalle. Mia madre rise, sicuramente per la mia reazione, poi mi venne ad abbracciare. Avevo ancora il mio giubbotto di pelle addosso e solo dopo cinque minuti di vera euforia me ne accorsi. Finalmente era venerdì, domani non saremo andati a scuola e avevo bisogno di questo riposo, anche se la scuola era iniziata da poco più di un mese. Per questo motivo mi misi comoda, pranzai con calma, poi successivamente iniziai a pensare a cosa avrei messo quella sera. Avevo così tanti vestiti, ma davvero non avevo idea. Iniziai col fare una maschera al viso, che tenni per circa dieci minuti e poi successivamente andai a fare doccia e shampoo, era d'obbligo. Dopo circa una mezz'ora abbondante, uscì dalla doccia e pettinai i capelli annodatissimi. Decisi di fare i boccoli, e ci misi davvero tanto tempo, i miei capelli erano intrattabili, ma il risultato fu a dir poco ottimo. Ne fui felice. Guardai l'orologio che segnava le 17:00, così presi una breve pausa.
A pensarci nessuno sapeva del mio invito, ma a dir la verità mi faceva piacere. Lorenzo, si sarebbe ingelosito, Sarah e Marta, l'avrebbero saputo appena terminata la mia preparazione. Del resto dei ragazzi, non mi importava più di tanto.

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