Todo es posible.

#3

Guardai le valigie che erano poste vicino alla porta della mia piccola "cameretta" se così si può chiamare dato che in uno spazio così ristretto c'erano 3 letti,un bagno e un piccolo salotto. La cucina si trovava in un altra stanza ed era capiente per contenere al massimo un ripiano con i fornelli,un piccolo frigo,il tavolo e le sedie. Non ci potevo credere che avevo accettato la proposta di mia zia. Erano ben 4 anni che non ci sentivamo ma avevo fatto questa scelta per rendere la vita dei miei fratelli migliore. La casa di mia zia,o meglio le case,dato che mia zia,a differenza di mia madre, sposò un'uomo abbastanza ricco da permettersi ben tre case,di cui una si trova a Brooklyn, un'altra in un bosco dove trascorrerevano le vacanze e un'altra nelle vicinanze della California. Ho chiesto a mia zia se magari potevano stare per uno nella casa nel bosco,ci farebbe proprio bene respirare un pò d'aria fresca. I miei fratelli erano dispiaciuti di abbandonare questo paese e tutti i loro amici, ma io no. Due anni dopo la morte dei miei genitori fui violentata da un branco di bastardi,erano 4. Da quel giorno ho smesso di avere amici, perché proprio quello che ritenevo un amico organizzò quello schifo.
-Ellie,invece di fare la bella addormentata nel bosco perché non mi aiuti a scendere le valigie?!-  la voce di Gabriel mi risveglio da quello stato di trance. Era davanti a me che si sistemava il ciuffo biondo mentre mi guardava con quegli occhi colore Nulella. Al contrario mio e di Jacob che avevamo i capelli castani
-Allora? Cosa hai da guardare?- non riuscì a trattenere le risate a quella sua affermazione. Era buffo quando usava il suo tono spazientito.
Ci aspettava un lungo viaggio,quindi decisi di portare le mie amate cuffie. In casa non era rimasto praticamente nulla,tutti i miei libri e i miei CD superavano di gran lunga i miei vestiti.
Zia Emily e zio Giorge ci aspettavano all'aeroporto di Brooklyn. Per me questo è come un nuovo inizio.