Temporale che passa
e le ossa ti spezza
rendendo la vita
una pena tessuta.Agonia nel buio che recita insulti
Attesa di luce che irride i defunti
Ma forte batton sulle schiene
la pioggia e le pene
e l'orbe che avanza e trema di nulla
ignora l'orrore che in mano li tiene.
E di forza li spreme
scovando nel fiato l'iniquo e il lodato
odiando e reggendo lo scarto di mente
che furente
si avvilla girando in cogiti dannati
che danno portan ad ogni parola.
Che morte elevano sul carro del voluto.
Voluto e sempre voluto.
Voluto e ancora voluto.
E come ratti nascostisi e taciti novi
se ei osasse nominare il dovuto
che li preme e li strappa d'ogni ragione.
E allora le risa, nascosti nei buchi.
Convinti e assordati
da lì cori di vanto che il voluto li tira.
E sorde risa siano
e cieche lacrime poi.
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Nova Anarchia Letteraria
RandomQuesta è terra selvaggia! Le regole non valgono, le parole si usano in modo improprio , la logica non esiste. Sgrammaticato, incoerente, se suona bene esiste, se no muore. Io creo gli universi e li distruggo. Rimeggio oppure no. Laudifico o dimentic...