Il biondo prese a sorseggiare la bevanda calda tra le sue mani.
Gli piaceva il sapore amaro del caffè mischiato a quello dolce dello zucchero. Aveva un sapore famigliare, rassicurante. Si perse a guardare fuori dalla parete di vetro del piccolo, ma accogliente, bar.
Jimin era fatto così. Restava in silenzio e si limitava a guardare. Guardava le macchine che sfrecciavano veloci sull'asfalto bagnato. Guardava la candida neve che scendeva dal cielo grigio. Guardava il cielo che lentamente cambiava colore.
A Jimin piaceva guardare. Ma più di tutto, gli piaceva guardare le persone, le loro espressioni.
Una mamma che, amorosamente, teneva per mano un bambino. Un vecchio signore con lo sguardo cupo. Una coppia di giovani che si tenevano per mano. E un ragazzo entrare velocemente nel bar.Il biondo seguì con lo sguardo quest'ultimo fino a quando non si sedette due tavoli più avanti a lui.
Aveva un giubbotto nero pesante, le gambe fasciate dagli skinny ed un paio di scarpe. Tutto rigorosamente nero.
Jimin si perse a guardarlo per un attimo. I capelli scuri, le guance arrossate per il freddo, gli occhietti neri socchiusi e le labbra rosa sottili.
Ordinò un cappuccino e poi prese il cellulare dalla tasca. Lo utilizzò un pò e, sentendosi osservato, alzò lo sguardo su Jimin. Gli sorrise e quest'ultimo non sapendo cosa fare, abbassò immediatamente lo sguardo. Le guance rosse per l'imbarazzo.
Riprese a sorseggiare di nuovo il caffè, e una volta finito si alzò dirigendosi verso la porta. Rivolse lo sguardo verso il tavolo dov'era seduto il ragazzo che lo aveva fatto così imbarazzare.
Rimase deluso vedendo che non c'era più.Uscì velocemente dal 'coffee bar', venendo colpito dall'aria fredda di novembre. Si sistemò lo sciarpone e si diresse verso l'appartamento.
Cominciava a fare buio, nonostante fossero solo le 5 del pomeriggio.A Jimin piaceva l'inverno.
Poteva nascondere il suo piccolo corpo in felpe larghe, in giubotti pesanti, poteva stare sotto le grosse coperte sentendosi al sicuro.Eppure quel giorno non era il giubotto a farlo sentire al caldo.
E nemmeno l'aria calda del piccolo bar.Mise la chiave nella serratura, girandola e facendo aprire la porta dell'appartamento. Si diresse verso camera sua, spogliandosi e indossando il morbido pigiama. Prese poi il pc, sistemandosi nel divano di casa sua.
Jimin viveva da solo a Busan. Aveva deciso di andarsene di casa a soli 18 anni, non si trovava bene nell'atmosfera di casa sua. Aveva iniziato a lavorare in una grande biblioteca, permettendosi abbastanza soldi da comprarsi un appartamento e
condurre una vita autonoma.Accese il portatile ed entrò su ask, annoiato.
Era conosciuto in quel social ed erano parecchi i complimenti che riceveva da ragazze. Jimin era bello, non si poteva negare, e nonostante lui lo sapesse, non gliene importava dei complimenti che riceveva da sconosciuti.
In particolare dal sesso femminile.Aveva scoperto di essere gay all'età di 16 anni, quando un giorno per obbligo dovette baciare un amico. Si era sentito strano e dopo parecchio tempo dovette ammettere a se stesso di essere gay.
La sua bacheca continuava ad aggiornarsi continuamente.
Hai una nuova domanda.
Entrò nella sezione domande e visualizzò il messaggio.
Da: anonimo.
Ti ho notato da un pò. Hai proprio un bel culo ;)
J.Jimin alzò gli occhi al cielo. Sicuramente un'altra ragazza.
Decise di non rispondere e lasciare perdere, ormai ci era abituato. Lasciò che lo schermo continuasse ad aggiornarsi da solo.
Da: jmnixx.
Pubblichi una tua foto?? Ti amooStavolta decise di accontentare
Jimin ti ha risposto.
;)Da: anonimo.
Tesoro perché a me non rispondi?
J.🥑🥑
Ciao amici, questa è la mia prima ff che scrivo e mi sto divertendo a farla. Più avanti ci sarà sempre 'meno testo' e più chat tra Jimin e i vari anonimo. Spero non ci siano errori di grammatica lol. Lasciate una stellina se vi va e fatemi sapere cosa ne pensate!
Ps: oggi è il compleanno di Kookie, fategli gli uguri *-*.🥑🥑
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ASKfm - Jikook
Short StoryDove Jungkook continua a mandare strani messaggi in anonimo a Jimin. (Jikook/Kookmin) -boy×boy -chat