Chapter 1

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In casa regna il silenzio.
Strano.

Tutti dormono, tranne me.

È notte già da un pezzo, ma io sono ancora sveglia.

Non per voler mio. Anzi, se fosse per me in questo momento sarei nel mio amato letto, sotto le mie adorate coperte, cullata dalle braccia di Morfeo.

E invece sono seduta su questa sedia alquanto scomoda con la testa sui libri da oggi pomeriggio.

Domani, cioè tra qualche ora, ho un'interrogazione di storia e devo ripetere il più possibile per essere preparata al massimo.

Non voglio prendere un brutto voto.

No, non voglio fare brutta figura.

Non voglio deludere tutti, non posso. Ecco.

Ormai sto lottando contro la stanchezza, e sto perdendo.

Le mie palpebre si stanno facendo sempre più pesanti.

La mia testa si avvicina sempre più al libro di storia appoggiato sulla scrivania di legno.

Ho appena chiuso gli occhi, quando sento un rumore.

Sollevo di scatto la testa e cerco di capire quale sia la sua natura.

La porta. Ma non quella della mia stanza. Qualcuno ha sbattuto la porta d'ingresso.

Infilo i piedi nelle ciabatte e mi alzo dalla sedia.

A malapena riesco a camminare e a tenere gli occhi aperti. 

Esco dalla mia stanza e scendo le scale che portano al piano di sotto, stando attenta a non inciampare nei gradini.

Quando metto piede nel salotto, mi accorgo di una fioca luce che proviene dalla cucina.

Silenziosamente mi dirigo verso di essa e mi appoggio con le spalle allo stipite della porta.

La luce fuoriesce dal frigorifero aperto sull'altro lato della stanza, davanti al quale si nota una figura femminile che fruga al suo interno.

È quell'idiota di mia cugina.

"Ehm ehm" mi schiarisco la voce, fingendo dei colpi di tosse.

La vedo voltare la testa e scrutarmi.

"Oh, ciao cuginetta" mi saluta amichevolmente mentre afferra una bottiglia di latte, chiudendo il frigorifero.

"Come mai ancora sveglia?" mi chiede.

Mia cugina, Paige, ha 17 anni e vive in casa con me e la mia famiglia.

I suoi genitori, cioè i miei zii, hanno divorziato da qualche mese e si sono trasferiti. Lei non ha voluto seguire nessuno dei due ed è stata data in tutela ai miei.

Quindi, mi rimarrà tra i piedi fino a quando non diventerà maggiorenne e deciderà di andarsene a rompere da qualche altra parte.

È diventata come una sorella maggiore per me. Andiamo abbastanza d'accordo, tranne i soliti litigi.

"Stavo proprio aspettando te. Sai, non avevo niente di meglio da fare, come dormire per esempio.." le rispondo sarcasticamente.

"Grazie, ma non ce n'era bisogno!" continua sarcastica anche lei.

Versa il latte in un bicchiere e poi lo beve.

Non so come faccia a piacerle il latte freddo, a me fa schifo.

"Scommetto che stai ancora studiando, vero?"

Annuisco.

"Ma quando capirai che sei la migliore secchiona di tutte e che non hai bisogno di studiare fino a così tardi?" si avvicina un po' a me.

"Io non sono una secchiona!" alzo la voce.

Non mi piace quando mi chiamano secchiona.

Ok, ho il massimo dei voti in tutte le materie, studio ogni giorno per tutto il giorno, porto anche gli occhiali da vista,ma non sono una secchiona.

Lo faccio solo perché non voglio sprecare la mia vita.

Voglio andare all'università, laurearmi, trovare un ottimo lavoro e avere una brillante carriera.

E posso raggiungere tutto questo solo se ora mi concentro sullo studio.

Ma non sono una secchiona.

"E tu quando capirai che non devi uscire tutte le sere ad andare a ubriacarti, drogarti, a scopare o qualcosa del genere?"  ribatto io, leggermente innervosita.

Sbam.

"Primo: ok, non sei una secchiona, anche perché le secchione non dicono queste 'brutte' parole.
Secondo: io non vado nè a ubriacarmi nè a drogarmi"

"Quindi vai a scopare, eh?" le chiedo io con un pizzico di malizia nella voce.

"No! Cioè, sì, no, beh...io vado solo a divertirmi, al contrario tuo" mi risponde un po' imbarazzata.

"Senti, io non ho voglia di 'divertirmi' in questi modi" sospiro un attimo.
"Ora, se non ti dispiace, vado a finire di studiare. Tu vai a dormire che domani c'è scuola" le ordino quasi.

"Potrei dirti la stessa cosa"

Uh, ha ragione. E odio ammetterlo.

Non le rispondo più e mi giro per tornare di sopra, quando lei mi richiama.

"Comunque, puoi anche non essere una secchiona, ma rimani sempre la brava ragazza." mi dice.

Sì, la brava ragazza.

Sempre meglio di essere una secchiona, no?

Risalgo in camera mia.

Siamo molto diverse io e lei.
Molto.

Ormai ho perso la concentrazione.

Sia per la troppa stanchezza, sia a causa di mia cugina per avermi distratta dopo essere tornata a casa da chissà quale stupida festa.

Sblocco lo schermo del mio cellulare appoggiato costantemente sul lato destro della scrivania e controllo l'orario.

02:06 am.

Basta, meglio chiudere tutto.

Già ho perso tre ore del necessario tempo di sonno che dovrei avere.

Chiudo i libri e li infilo nella borsa a tracolla che uso per la scuola.

Poi spengo la lampada che utilizzo per lo studio e mi sdraio sotto le coperte del mio adorato letto.

Intanto imposto la sveglia del mio cellulare che poi appoggio sul comodino alla mia sinistra insieme ai miei occhiali da vista dalla montatura nera.

Prima di addormentarmi, mi metto a pensare, a riflettere.

Come faccio ogni sera, dopotutto.

Penso all'interrogazione.

Sì, posso superarla. Ho studiato abbastanza, anche se ho sempre l'impressione di scordarmi tutto.

Potrò fare una bella impressione e prendere un bel voto.

Non deluderò nessuno. Non devo.

E finalmente, posso abbandonarmi alle calorose braccia di Morfeo che mi accoglie senza esitazione e mi offre un sonno profondo, ma privo di sogni.

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Salveee people!
Ed eccomi ritornata finalmente!
E con una nuova ff!
Spero tanto che la apprezziate e che la leggerete in molti.
Commentate con cosa ne pensate, mi farebbe piacere saperlo.

Se avete qualche domanda da farmi, di qualsiasi tipo, scrivetemi pure qui.

Grazie a tutti :)

A

She's A Good GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora