Chapter 2

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*driin driin*

La sveglia così interrompe bruscamente il mio sonno durato solo cinque ore scarse.

Dopo averla spenta, cerco di rimettermi a dormire, ma proprio quando sto per richiudere gli occhi, viene azionata un'ulteriore sveglia.

Perché non me ne basta solo una per convincermi ad alzarmi.

Così, costretta e rassegnata al dovere della scuola, abbandono il mio caro letto e mi dirigo verso il bagno in fondo al corridoio.

Trascorro quasi tre minuti della mia vita ad osservarmi allo specchio posto sopra il lavandino.

La prima cosa che noto sono i capelli tutti arruffati: un'abbondante massa di capelli grassi color cioccolato.

Subito dopo la mia attenzione ricade sulle enormi borse che sorreggono i miei occhi marrone scuro contornati da ciglia non molto lunghe.

Il naso è la cosa che odio di più del mio viso perché, visto di profilo, appare 'leggermente' arcuato.

E se non bastasse, il tocco finale è dato dai numerosissimi brufoli e punti neri sparsi qua e là, dappertutto.

Intanto le mie labbra troppo sottili fanno in modo che sulla mia faccia assonnata compari un ghigno di disgusto verso tutto quello che mi appare davanti agli occhi: me.

Ho un'autostima che...oh, non ho un'autostima, io.

Per un attimo lascio perdere la mia 'crisi estetica' e ritorno in camera per dare un'occhiata all'orario. 07:14 am.

Ho meno di un'ora per farmi trovare pronta davanti alla fermata dell'autobus per evitare di perderlo.

Esco di nuovo dalla mia camera e vado verso le scale.

Quando passo davanti alla camera di mia cugina, noto che la porta è aperta e che il letto è vuoto. Si sarà già alzata fortunatamente.

Ancora non riesco a capire come faccia a tornare a casa la sera prima alle due di notte e poi svegliarsi tranquillamente la mattina dopo alle sette per andare a scuola.

Ma in fondo, è quello che faccio anche io.

Scendo in cucina.

Qui trovo solo mia madre intenta a preparare la colazione per noi e mio padre che sta bevendo un caffè.

"Buongiorno" mi salutano loro.

"Giorno" ricambio.

Mi siedo attorno al tavolo di legno scuro davanti ad una tazza di cappuccino ancora caldo e fumante.

Mentre lo bevo e mangio alcuni biscotti al cacao, mia cugina fa ingresso nella stanza.

"Buongiorno" quasi grida.

I miei genitori ricambiano il saluto.

"Così piena di energia già di prima mattina?" le chiedo io.

"Eh sì! Un altro educativo giorno di scuola ci attende, cara mia cuginetta!" esclama apparentemente felice.

Sfortunatamente lei frequenta la mia stessa scuola, ma in quell'ambiente non mi dà tanto fastidio. Anzi, non mi considera affatto. Tutti sanno che siamo cugine, ma sembra che nessuno lo ricordi più per quanto lei non mi consideri.

Perché lei ha la sua reputazione da difendere.

La reputazione da 'ragazza più popolare della scuola' insieme alle sue amichette leccaculo.

La tipica ragazza bella ma non intelligente, circondata da giocatori di football e da altre stupide ragazze.

Anche se siamo cugine, non ci assomigliamo affatto neanche fisicamente.

She's A Good GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora