שני

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Come avrei fatto a spiegargli, a spiegare a me stesso, perché non potevo andare a casa sua e conoscere la sua famiglia, anche se ogni parte di me moriva dalla voglia di farlo? La moglie di Oliver. I figli di Oliver. Gli animali di Oliver. Lo studio, la scrivania, i libri, il mondo, la vita di Oliver. Che cosa mi aspettavo ? Un abbraccio, una stretta di mano,un saluto di circostanza e poi l'inevitabile Dopo!?
Di colpo, la sola eventualità di conoscere la sua famiglia mi allarmò: troppo intenso, troppo improvviso, troppo diretto, non ero preparato.
[...]
«La verità è che non sono sicuro di riuscire a non provare niente. E se devo conoscere la tua famiglia, preferirei non provare niente.» Seguito da un silenzio melodrammatico. «Forse non mi è mai passata.»
Stavo dicendo la verità? Oppure era l'attimo, quell'attimo teso e delicato, a farmi dire cose che non avevo mai ammesso nemmeno con me stesso e sulla cui totale veridicità ancora non potevo scommettere?
«Bene» disse. Era l'unica parola che potesse riassumere le mie incertezze. Ma forse l'aveva detto anche in un altro senso: «Bene. E allora?» come se si chiedesse cosa c'era di tanto sconvolgente nel volerlo ancora dopo tanti anni.
«Bene» ripetei, quasi mi riferissi ai dispiaceri capricciosi di un terzo incomodo che faceva un sacco di storie e che, guarda caso, ero io.
«Allora è per questo che non vieni da me a bere qualcosa?»
«Sì, è per questo che non vengo da te a bere qualcosa.»

Call me by your name Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora