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La stanza d'ospedale era fredda e odorava di disinfettante.

Un colore a metà tra l'azzurro e il bianco ricopriva i muri.

Il medico la fece stendere sull'apparecchio e nonostante Laura sapesse già cosa sarebbe accaduto sentì comunque una strana fitta d'ansia stringerle lo stomaco.

"Deve trattenere il respiro più a lungo possibile. Se sente un bisogno impellente di inspirare lo faccia con movimenti impercettibili, per favore." - le disse il dottore con tono inespressivo.

Mentre il suo corpo veniva inserito lentamente nell'apparecchio lei fece un pensierino sull'uomo ad un metro da lei: era un medico davvero affascinante. Doveva avere quasi quarant'anni ma sul suo viso non c'era una singola ruga, e anche se le avesse avute, gli occhi verdi avrebbero distorto l'attenzione.
Poteva scommettere che il suo lavoro gli piacesse, anche se con gli anni aveva finito per diventare un po' monotono, ma lo stipendio abbondante a fine mese ne faceva valere la pena. Poi nella sua testa figurò sua moglie; alta e magra anche dopo il secondo figlio e con dei lunghi capelli biondi perfettamente curati. Insomma rispecchiavano il modello di vita alto-borghese che la maggior parte degli esseri umani sognava di raggiungere. Dopo quella breve fantasia si sforzò di tornare alla realtà. Era immobile nel tubo adibito alla risonanza magnetica mentre il suo corpo veniva bombardato da onde radio.

Era piuttosto ansiosa. Le avrebbero trovato qualcosa? Avrebbe avuto esito positivo? E poi, cos'avrebbe fatto? Cazzo, doveva respirare. Non vedeva l'ora di terminare la visita e fare il respiro più profondo della sua vita. Lentamente il suo corpo fu estratto dall'apparecchio ed il dottore le fece segno di alzarsi. Inspirò così profondamente da sentire i polmoni tirare per non esplodere. Forse aveva veramente fatto il respiro più profondo della sua vita. Andava tutto bene, più o meno.

"Le lascio il tempo di cambiarsi mentre esamino i risultati, a fra poco." - le disse e terminó la frase con un sorriso forzato.

Mentre si cambiava non poté fare a meno di esaminare il suo corpo nello specchio presente nella stanza. Si era ripromessa di non giudicarsi più così duramente, specialmente dopo gli ultimi avvenimenti, ma era più forte di lei. Prima della gravidanza riusciva comunque, tra i vari impegni, a tenersi in forma. Nonostante le varie imperfezioni come cellulite e smagliature il suo corpo aveva mantenuto una certa tonicità ed era ancora considerato oggetto di desiderio. Dopo il termine prematuro della gravidanza si era resa conto dei cambiamenti negativi: il grasso addominale che anche dopo varie diete non si decideva a diminuire. Il seno non era sodo come pochi anni prima. Stessa storia per le gambe, forse era semplicemente il tempo che passava. Doveva smettere di essere così dura verso se stessa. Si rivestí velocemente ed andò nella sala d'attesa nella speranza che il medico le desse al più presto notizie positive.

Quella sala d'attesa gettó a terra il suo stato d'animo che già non era alle stelle. C'erano persone visibilmente malate. Alcuni avevamo grossi bendaggi sugli arti, altri erano visibilmente portatori di un male che li consumava dall'interno e si manifestava poco all'esterno, lo capiva dai loro occhi spenti. Essere un medico era sicuramente un mestiere redditizio ma serviva una grande forza d'animo.

Dopo una breve attesa il silenzio fu interrotto dal suo cognome: "Signora Dillard!" - disse il dottore con una pronuncia incerta. Signora era inesatto, ma si sarebbe sposata a breve. Lei entrò nello studio e si accomodó sulla poltroncina nera. Il medico aveva uno sguardo teso, di chi non sta per darti la notizia più felice della tua vita.
"Ho esaminato i risultati della risonanza e risulta la possibile presenza di corpi estranei nella zona addominale. Non posso affermare con certezza che si tratti di masse tumorali ma vorrei sollecitarla a sottoporsi ad altri esami. Inoltre precedenti analisi hanno già sottolineato che lei ha geneticamente maggiore possibilità di contrarre il cancro. La invito quindi a stare attenta anche alle abitudini: mangiare male, troppo stress, passare tempo in zone troppo inquinate... sono tutti fattori di pericolo." - e si interruppe dopo aver parlato senza sosta.
Lei era rimasta in silenzio, col cuore in mano, e le sue più grandi paure avevano trovato conferma. La malattia che si era portata via sua madre avrebbe probabilmente fatto lo stesso con lei. All'improvviso si ricordò di averlo desiderato il giornò dell'aborto. La sua bambina non aveva più battito e Laura aveva sperato che cessasse anche il suo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 28, 2018 ⏰

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