Il Taketori monogatari (竹取物語ari, "Storia di un tagliabambù"), o un'altra storia nota è Kaguya-hime no monogatari (かぐや姫の 物語 "Storia della principessa Kaguya") è un racconto popolare giapponese del X secolo, considerato il più antico esempio di narrativa nel Paese scritto in lingua giapponese tardoantica.C'era una volta, un tagliatore di bambù di nome Okina (竹取翁 Taketori no Okina), il quale trovò una canna di bambù che risplendeva nella notte. Incuriosito ed affascinato da quella luce quasi celestiale, la tagliò trovamndo al suo interno una bambina, grande come un pollice.
L'uomo, che non aveva figli, portò la bambina a casa dalla moglie, la quale la accolse con grande felicità. Felici di quel dono del Cielo, i due la crebbero come se fosse loro figlia, dandole il nome Kaguya-hime (Kaguya significa "notte splendente").
Da quella notte miracolosa in poi, ogni volta che l'uomo tagliava un bambù vi trovava all'interno una piccola pepita d'oro.
Kaguya-hime crescendo diventò una bellissima donna, che affascinava ogni occhio umano che si posava sulla sua figura perfetta. La sua famiglia, arricchitasi grazie a tutto l'oro trovato da Okina, cercò di tenerla al riparo da occhi indiscreti, ben consapevoli che la bellezza della ragazza poteva divenire pericolosa per la sua stessa incolumità.La bellezza della donna tuttavia viaggiò di bocca in bocca, e ben presto cinque principi si presentarono alla loro porta, chiedendo alla principessa di scegliere uno di loro.
Kaguya-hime escogitò per loro cinque prove impossibili; il primo doveva portarle in dono la sacra ciotola del Buddha, il secondo un ramo del leggendario albero dal tronco d'oro e foglie d'argento, il terzo la pelle di un topo di fuoco dalla Cina, il quarto il gioiello dai molti colori posto sul capo di un drago, e infine il quinto la preziosa conchiglia nascosta nella pancia di una rondine.
Comprendendo l'impossibilità delle richieste, il primo tornò con una preziosa ciotola comprata da un tempio, ma la principessa notò che non emanava nessuna luce santa; il secondo dopo aver cercato l'albero si arrese e lo fece forgiare da abili gioiellieri, ma oltre al dubbio della principessa venne tradito dai gioiellieri che ancora aspettavano di essere pagati; il terzo comprò il tesoro da un cinese, ma quando portò la pelle alla principessa a questa bastò gettarla nel fuoco per capire che non era autentica; il quarto si arrese dopo aver rischiato la vita nella ricerca del drago; il quinto perse la vita nel tentativo di afferrare la rondine.Avendo sentito parlare della bellezza della principessa, lo stesso imperatore del Giappone andò a visitarla e se ne innamorò; tuttavia la principessa declinò anche le sue proposte, e rifiutò di recarsi a palazzo con lui.
Sopraggiunta l'estate, la principessa sospirava spesso alla luna e infine, piena di tristezza e dolore, confessò di provenire da lì; a metà della stagione aspettava la visita dei suoi concittadini di Tsuki no Miyako (月の都 "Capitale della luna") che l'avrebbero ricondotta a casa.L'imperatore inviò molte guardie a impedirne la partenza, ma queste vennero accecate dalla luce emanata dagli esseri celestiali; la principessa lasciò una lettera di scuse, la sua veste per il padre e una goccia di elisir della vita per l'imperatore. Quando sulle sue spalle venne posta una veste di piume, dimenticò il tempo trascorso sulla terra e tornò sulla luna.
Subito dopo la partenza di Kaguya-hime, i genitori si ammalarono, mentre l'imperatore, ricevuti i lasciti della principessa, si recò sulla montagna più alta del suo impero per bruciare la lettera e l'elisir della vita.Secondo la storia, il nome della montagna, Fuji, deriva dalla parola "immortalità" (不死 fushi, ma può anche essere letto fuji), mentre i kanji, che si leggono "montagna ricca di guerrieri" (富士山 Fuji-san), si riferiscono all'esercito dell'imperatore che scala la montagna; inoltre il fumo che sale dalla cima del monte (all'epoca più vulcanicamente attiva di oggi) deriva dall'elisir che brucia ancora oggi.
NdA
Ho voluto iniziare questa opera con la storia della Principessa Kaguya, perché è una delle mie storie preferite. Molti la conosceranno da tempo, altri forse no.
Personalmente, ogni volta che la leggo mi sento riempire da una tristezza incredibile; trovo il destino della Principessa e dell'Imperatore più infausto di quello di Giulietta e Romeo.
Nonostante nella leggenda non ci siano dei chiari riferimenti della storia d'amore tra i due, il fatto che la Principessa lasci dei doni all'Imperatore ne è la prova certa.
Immagino loro uniti da un amore improvviso, che mai avrà lieto fino a causa del mare di differenze che li separa.
La prima volta che la lessi, scrissi un paio di frasi (che riporterò qui sotto), ispirata dalla storia d'amore che appannava i miei occhi:Forse la luce della luna mi accecò,
nella sentenza di dolore che portò.
Dolce fu il veleno di quelle labbra rosse,
incatenato, dai suoi occhi, il cuor si mosse
accarezzato dalla sua bellezza tanto divina tanto mera,
da cui mi separarono in un battito d'ali leggeri.
Nel cuore straziato rimase la sua immagine effimera
e a nulla valsero i suoi doni lusinghieri.
Solo lei volevo abbracciare,
solo a lei il cuore volevo donare.
Il nostro amore nella fiamma eterna vivrà,
col passare del tempo il nostro destino pietà avrà.
Un giorno l'anima mia nel Sole risiederà,
e la Luna il suo cammino celestiale incrocerà;
nell'eclissi improvvisa che si verificherà
il nostro cammino predestinato si s'incrocerà.
Ancora una volta i nostri sguardi tutt'uno diverranno
ed ancora una volta i nostri ciliegi fioriranno.KS
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Leggende giapponesi (ed altro ancora...)
Short StoryRaccolta di leggende e storie giapponesi, da quelle dell'Antico Giappone a quelle più recenti, con capitoli dedicati alla storia della letteratura nipponica e la sua evoluzione nel tempo. Copertina a cura di @DanielleSparrow