Giorno 3

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Il locale risplendeva, illuminato da numerose luci di vari colori. La musica elettronica era sparata ad un volume altissimo dalle casse collegate alla console. L'edificio si divideva in quattro zone. Dall'entrata, sulla sinistra, c'era il bancone del bar illuminato a dovere. Due baristi preparavano cocktail colorati, sulla parete alle loro spalle c'erano numerosi scaffali riempiti con variopinte bottiglie che contenevano chissà quali alcolici.

Attraversando la stanza e salendo tre scalini si accedeva ai tre privè, ognuno era provvisto di divanetti e al centro c'era un tavolino basso. Questi erano divisi l'uno dall'altro da una tenda nera e vi andavano solitamente coloro che facevano parte del club o quantomeno chi aveva soldi da spendere.

Proseguendo sempre sulla destra c'era un altro bancone piccolo però sempre e comunque decorato con cura nei minimi dettagli.

Si potevano poi scendere un paio di scalini. Qui c'era la pista da ballo vera e propria. La console del dee-jay era rialzata e lui incitava la folla a scatenarsi. Ai lati della pista ancora divanetti e tavolini.

Riconobbi subito la chioma di Manfredi, i capelli biondo cenere gli ricadevano sulla fronte incorniciando il suo viso. La sua bocca era leggermente aperta in un sorriso mentre stringeva tra le dita una bustina di roba bianca. Mi avvicinai tirando un po' su il vestito per apparire abbastanza grande da poter essere accettata nel gruppo. Manfredi mi conosceva bene, era un amico di famiglia ormai. Il resto della comitiva era formato principalmente da ragazzi, che non erano a conoscenza della mia vera età, anche se non mancavano solitamente delle ragazze occasionali. Si instaurava così una competizione tra me e loro. Volevo distinguermi perché ero certa di non essere come loro.

Mi ero truccata pesantemente non perché ne avessi particolarmente bisogno (fatta eccezione per i brufoli e le occhiaie, sia chiaro) ma perché mi piaceva truccarmi. Indossavo un vestitino aderente nero con la schiena scoperta e un giacchetto di pelle rosso cremisi.

Me lo tolsi lanciandolo sul divanetto. Manfredi notando la mia presenza mi sorrise tirandomi in un abbraccio. Gli baciai la guancia e mi sedetti accanto ad un ragazzo.

-Ora che siamo tutti direi che possiamo iniziare. Vi assicuro che è la roba migliore di sempre. È purissima ragazzi, non vi capiterà più una cosa del genere- diceva sventolando la bustina vicino ai nostri occhi.

-Si dai cazzo abbiamo capito, faccela sentire e decideremo noi- gridò un ragazzo per sovrastare la musica.

-Calmati. Vi piacerà di sicuro, se ne vorrete ancora sapete chi cercare- Manfredi iniziò a raccogliere soldi, solitamente al primo giro faceva pagare meno del prezzo prefissato e poi lo alzava.

-No, questa no Mal- avevo appena allungato una banconota verso di lui.

-Non sei mio fratello, faccio quello che voglio- mi alzai mettendo la banconota nella tasca dei jeans del ragazzo.

Manfredi sbuffò, estrasse dalla tasca alcune bustine più piccole e le passò a tutti i ragazzi.

-Non la prendere tutta però- passò anche a me la polvere bianca, annuii.

Aprii la bustina, sparsi la polvere sul tavolino facendo attenzione a non disperderla. Manfredi mi osservava, cercai qualcosa che potesse aiutarmi a tagliarla, la mano del ragazzo prese la mia fermandola, era calda al tatto e ruvida. Estrasse una carta dal portafogli ed eseguì tutto il lavoro minuziosamente. Divise la roba in due file. Prese dalla tasca la banconota che gli avevo dato. La rollò e se la portò al naso. Velocemente tirò su passando la banconota sul tunnel di polvere di fata. Questa salì. Immediatamente i suoi occhi ebbero un fremito. Lasciò andare i soldi portando la testa all'indietro.

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