CAPITOLO 1

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Era ora.Avevo tanta voglia di alzarmi quanta ne ha un bue di andare al macello,ma la mamma incalzava.Oh,a proposito:il mio nome è Lloyd.Lloyd Dorian.Il mio cognome non è importante.Fino a questo punto la storia potrà sembrarvi normale,ma vi assicuro che non lo è.Quanto sto per raccontarvi ha dell'assurdo e dell'incredibile,ma se deciderete di credermi non rimarrete certo delusi.Dicevo?Ah,sì,mi dovevo alzare,ma le mie gambe non volevano saperne di muoversi.Con la stessa forza che avrebbe usato Atlante per sorreggere la volta celeste,mi costrinsi fuori dal letto e ciabattai fino al bagno.Mi strigliai i capelli (quello non poteva essere definito pettinarsi,data la quantità di nodi presenti nei miei capelli) e mi lavai.Infilai l'unica maglietta e l'unico paio di pantaloni rimasti fuori dalla valigia e misi le mie solite scarpe da ginnastica.Arrivai in cucina con una faccia che doveva assomogliare molto a quella di qualcuno che non dorme da giorni.Tipo me.

-Buongiorno figliolo-borbottò papà addentando una brioche.-Mangia velocemente,fra dieci minuti partiamo.-Emisi un grugnito di approvazione arraffando una tortina di mele e mi diressi verso la macchina.Floraline,la nostra gatta,era già nel trasportino e lamentava la sua prigionia.Più che un gatto sembrava un lemure:bianca con la coda ad anelli.Ma gli occhi azzurri tradivano la sua vera natura.Mi sedetti accanto a lei,mentre fissava speranzosa la mia tortina ormai ridotta a meno della metà."Sogna pure,tanto non avrai neanche una briciola della mia colazione"pensai.

In quel momento arrivarono,gridando e correndo,Julian e Martha,quei demonietti che secondo la legge sono miei fratelli.Anzi,rispettivamente fratello e sorella.Siamo totalmente diversi,soprattutto fisicamente.Sono entrambi castani con gli occhi neri,mentre io ho dei capelli rossi che rifiuto di tagliare da tre anni e gli occhi gialli.Mi sono sempre chiesto perché i miei occhi siano gialli,ma i dottori lo interpretano semplicemente come un difetto genetico.

Julian e Martha non sono molto più piccoli di me,ma credo di essere stato più tranquillo alla loro età...parliamo di tre anni di differenza,per la cronaca.I due mostriciattoli sono gemelli.

Tornando alla storia...si sistemarono (d'accordo,si gettarono) sul sedile accanto al mio,sempre gridando.Finalmente i miei salirono in macchina e le due belve si placarono.

Mentre io già cominciavo a sonnecchiare,sentii la mamma che diceva cose del tipo "Per me non arriviamo all'autostrada"e papà rispondeva "Forse hai ragione...ma,lo sai anche tu,è ora che si compia il suo destino".Destino?Ah,forse parlavano del film della sera prima e...no.Purtroppo per me non era così.Neanche due minuti più tardi Julian e Martha cominciarono a dare segni di profonda agitazione.Ma non era la loro solita iperattività.Era qualcosa di grave e frenetico.Stavano,come dire...cambiando.Davvero,si stavano trasformando.La pelle diventò bruna e coriacea,due grandi ali si sollevarono dalla schiena inarcata e le unghie si allungarono fino a diventare artigli appuntiti.Forse,pensai,dovrei bere meno caffè.Molto meno caffè.Ma ero sicuro di essere sveglio,e la cosa mi spaventava non poco.Ero paralizzato.Quando dicevo che erano mostri pensavo di scherzare...con un battito d'ali si alzarono in volo scoperchiando la macchina.Ma papà continuava a guidare,imperterrito,facendosi sempre più cupo.

RED BIRDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora