"Pesce, pesce di ottima qualità! Il migliore di tutta Parigi!"
"Scusi, una dozzina di uova!"
"Signore faccia più attenzione per l'amor di dio!"
"Pane fresco appena sfornato!"
"Dannazione, quanto baccano fanno..." pensò Jimin fra sé e sé, continuando a giocherellare distrattamente con la lista scritta da sua madre che teneva fra le mani.
Non amava frequentare posti troppo affollati, ed il mercato era uno dei luoghi che cercava sempre di evitare. Donne che strattonavano i bambini via dai banchi delle caramelle, mendicanti che chiedevano denaro, venditori che gridavano a squarciagola per attirare qualche misero cliente.
"Pane, carote, cipolle, latte, farina e...ah diamine che c'era d'altro?" borbottò per l'ennesima volta il giovane, troppo scocciato per riuscire a ricordare ciò che la madre gli aveva chiesto di acquistare.
"Pane, carote, cipol- h-hey!"
"Shhhh! Fa silenzio e seguimi!"
"Chi sei e cosa vuoi da me?! Lasciami andare!"
Un giovane dai capelli corvini, alto e slanciato, prese per la manica Jimin ed iniziò a trascinarlo verso solo lui sapeva dove, senza nemmeno degnarsi di dire al più piccolo il proprio nome.
"Ti ho detto di seguirmi, e anche in fretta! Ti stanno seguendo!" sussurrò lo sconosciuto nell'orecchio di Jimin, afferrandolo anche con l'altra mano e continuando a trascinarlo lontano dalla sua destinazione.
"Mi stanno seguendo? Ma di che stai parlando?" lo guardò Jimin, con un'espressione del tutto confusa dipinta in volto.
"Le tue macchie." sussurrò di nuovo l'altro, quasi fosse un'informazione del tutto segreta.
"Le mie macchie? Ma che diamine...? Dio, tutte a me...tu sei fuori di testa. Io nemmeno ti conosco." provò a divincolarsi dalla sua presa, facendo cadere senza accorgersene la sua lista ed ottenendo solo scarsi risultati: era molto più minuto del moro, probabilmente avevano anche diversi anni di differenza.
"Ascolta, ti prego, ti prego, ti scongiuro: se mi segui, io ti spiegherò tutto. Ma è molto importante che tu mi segua e mi dia ascolto."
Il minore sospirò: sembrava non avesse altra scelta, ed avrebbe fatto di tutto per evadere da quel mercato così rumoroso. "E va bene, ti seguo. Ma puoi almeno dirmi come ti chiami?"
"Prima mi segui, poi le domande. Che sei per caso sordo?"
"Wow, già molto simpatico..." pensò Jimin, alzando gli occhi al cielo.
Il ragazzo dai capelli corvini continuò a camminare per un bel po', senza mai lasciar andare Jimin, avendo paura che decidesse di scappare. Una volta arrivato ad uno stretto vicolo vi entrò, chiudendo dietro il suo "ostaggio" un cancelletto di legno e facendolo poi sedere sul gradino di una scalinata, accovacciandosi accanto a lui.
"Quindi? Queste macchie?" domandò il più piccolo voltandosi a guardare lo sconosciuto, sussultando appena si ritrovò a guardare direttamente nei suoi occhi color nocciola.
"Ti stavano seguendo. Sono molto pericolose, lo sai? Avrebbero potuto ucciderti. Le macchie sono il nemico di ogni artista e seguono chi trovano più debole ed appetitoso." iniziò a spiegare l'altro senza mai spostare lo sguardo dagli occhi color oceano di Jimin.
"Aspetta...t-tu sei un artista? No, no, no...se i miei scoprono che ho parlato con te mi uccidono...devo andarmene. Senti coso, è stato un piacere, ma ora lasciami in pace. Ciao eh, ciao." disse tutto d'un fiato Jimin, passandosi una mano fra i capelli biondi ed alzandosi velocemente dalla scalinata, cercando in vano di aprire il cancelletto.
"Non così in fretta, signorino. Non ho ancora finito. Prima finiamo, prima te ne vai, quindi non credi ti convenga posare il tuo fondoschiena qui accanto a me?" sorrise innocentemente il moro, sventolando per aria la chiave del cancello.
Sospirando profondamente Jimin tornò a sedersi accanto al più grande, con un'espressione sconfitta in volto. "Mi dici almeno come ti chiami?"
"Beh, è tutto da vedere. tu come ti chiami?"
"...Jimin"
"Piacere, Jimin. Il mio nome è Yoongi."
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Tutta l'arte che conosco ;; Yoonmin
Fanfic"A che pensi?" "A come ci siamo baciati l'altra sera..non avremmo dovuto farlo" "Ti è piaciuto?" "Sì" "Allora sta zitto."