Capitolo 5

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||Harley||

Sono passati tre mesi da quando io e Joker ci siamo visti. Canticchio girando per le strade affollate con il mio nuovo alterego. Una barista di un locale notturno. Lavoro li e nessuno sospetta di niente. Li dentro sono solo una bionda un po' stupida, che serve cocktail e robe varie a degli uomini ubriaconi. Ci lavoro ogni sera e devo andarmi a comprare qualche vestitino. Entro in un negozietto molto carino e comincio a girare tra le pile di vestiti. Vedo appesi degli abiti corti e stretti. Proprio quello che mi serve. Prendo un vestitino corto e senza spallini color porpora e ne prendo uno rosso con una sola spallina. Vado nei camerini e li provo. Mi piacciono entrambi quindi decido di comprarli. Poi esco e vado in un negozio di scarpe e ne prendo un paio nere molto alte con la punta arrotondata. Credo che per ora bastino.

***

Sono le 21:00 e comincia il mio turno. Ok. Fino alle 23:00 sarà molto tranquillo poi si scatenerà l'inferno.

Alla fine ho messo il vestito porpora.

***

Sono le 23:00 e cominciano a arrivare i clienti abituali. Degli omoni che si scolano litri di birra manco fossero coca cola. Mentre sto preparando un Mojito per una ragazza con la sua amica arrivano un gruppo di motociclisti, vecchi e giovani mescolati. Il più vecchio avrà 60 anni mentre il più giovane 30. Si avvicinano al bancone e cominciano a ordinare urlando, ridendo e sputacchiando ovunque.

"Quattro birre"

"Tre bottiglie di vino bianco"

"Ehi troietta io un bicchiere di vodka"

Mentre sto sguazzando dietro il bancone sento questo buzzurro chiamarmi troietta. Mi blocco.

"Come mi hai chiamata ?"

Si mettono a ridere e quello ripete

"Troietta ...perché ? Non è quello che sei troia ?"

Si guardando e ridono di più.

Mi avvicino e lo prendo per il collo della maglia.

"Ehi testa di cazzo portami rispetto"

Gli dico guardandolo fisso negli occhi e tenendo stretto il colletto.

"Troia toglimi le mani di dosso ...se vuoi te le metto io le mani dove vanno messe alle troie"

Questo è troppo. Nessuno, e ripeto Nessuno può rivolgersi così a me. Salto il bancone e mi metto davanti a lui, gli prendo il braccio e glielo giro.

Lui geme dal dolore e si abbassa a terra. Un suo amico allora corre in soccorso. Mi prende dalla vita e mi tira su. Perfetto. Alzo con forza il ginocchio che colpisce dritto nelle palle di quel coglione. Anche questo cade. Gli altri stanno lì e guardano. Poi aiutano gli amici.

"La puttana si è arrabbiata"

Dicono ridacchiando. Chi le ha prese però non ride. Anzi mi guardano e quando incontrano i miei occhi si voltano. Allora si spostano dall'altro lato del bancone. Molte persone non si sono nemmeno accorte di cosa stava succedendo. Ritorno dietro al balcone e la ragazza del Mojito mi sorride.

"Sei stata fortissima"

Mi dice. Avrà si e no 16 anni. E la sua amica forse 18. Gli sorrido.

"Grazie ...quando ci vuole ci vuole"

Dico ridacchiando. Lei annuisce con un bel sorriso stampato sul viso.

***

Il mio turno è finito. Sono le 02:35 quando esco dal retro con il mio cappotto. Non posso rischiare di farmi vedere vestita nei panni di Harley. Il mio alterego si chiama Ashley. Harley, Ashley ...sono più o meno la stessa cosa. Mentre cammino per le stradine buie sento dei rumori.

"Lasciami ...per favore ...devo andare a casa ...ti prego ..."

È la voce di una ragazza. Mi nascondo e indosso velocemente pantaloni, corpetto, stivali e maschera. Così se ci sarà un'occasione potrò intervenire in fretta. Magari stanno rapinando qualcuno. Posso far fare a loro il lavoro sporco e poi metterli KO e prendermi il tutto. Mi affaccio al muro ma non vedo ciò che mi aspettavo.

Ci sono gli schifosi di prima e stanno in cerchio.

"Dai piccola ...fai qualcosa per noi ...chissà cosa nascondi sotto quella gonna ...mi sa che dovrò controllare ..." Dicono. Chissà chi stanno importunando. Mi affaccio un po' di più. E la vedo. È la ragazza del Mojito. Solitamente queste cose non mi interessano. Mi dispiace se stuprano o molestano delle donne. Ma non posso farci molto. Ma adesso è diverso. Quella ragazza avrà 16 anni. Ma a me non deve importare ...

"Lasciami, smettila ! No basta !! AIUTO !"

Sta piangendo e qualcuno le sta strappando la maglietta.

"Per favore !!"

Piange e urla. Sono una decina. Con una ragazzina. Che coraggio.

"Nooo !! Per favore basta, lasciatemi stare, vi prego !!"

Ma sto cazzo.

Esco dal mio nascondiglio. Per stavolta farò un eccezione e la aiuterò. Corro verso di loro.

"Facile prendersela con una ragazzina grandi e grossi come siete giusto ?"

Tutti si girano e la ragazza si accascia a terra. Piange e cerca di coprirsi la parte sopra del corpo ormai priva di vestiti. I nervi mi affiorano. Non so perché mi importa così tanto.

In poco tempo li butto tutti a terra. È stato facile. Erano ubriachi marci. La ragazza non ha la forza di alzarsi. Sto per andarmene. Ma mi fermo. Ormai ho fatto una buona azione, già che ci siamo finiamola. Mi avvicino alla ragazza.

"Come stai ?"

Le chiedo.

"B-bene ...grazie ..."

Balbetta tra i singhiozzi.

"Ora va a casa"

Le dico mettendole su il mio cappotto.

"Ehm ...non ho una casa ..."

Mi dice. Questa non me l'aspettavo.

Parliamo e mi dice che ormai vive qua e la da quando i suoi genitori l'hanno sorpresa a fare sesso con il suo ex ragazzo a casa. Quella di stasera non è Harley. Non può essere Harley. Harley non aiuta le povere orfanelle. Non mi riconosco.

Piacere, Harley QuinnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora