2 - problem solving

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fuori di casa mi incammino in fretta verso la metro mentre cerco le cuffiette quando mi accorgo di averle messe in borsa. ho iniziato male la giornata, sembra proseguire non meglio. l'università è a sole tre fermate di distanza della metro e perciò riesco a non metterci troppo ad arrivare in facoltà.
all'ingresso trovo la mia amica gaia che mi aspetta.

con luana ho solo due corsi in comune, mentre con gaia li ho tutti

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con luana ho solo due corsi in comune, mentre con gaia li ho tutti. stiamo sempre insieme a lezione anche perché lei è bravissima in tutto e se ho bisogno di aiuto è sempre disponibile. abbiamo fatto amicizia quando ci continuavamo a vedere alle lezioni, sembrava che seguissimo e abbiamo riso parecchio.
<<ciao, è da tanto che aspetti?>> le faccio
<<no, ormai arrivo anche io qualche minuto dopo così non ti devo aspettare troppo dato che sei sempre in ritardo>> rido, ormai mi conosce bene.
iniziamo ad avviarci verso l'aula nonostante manchino vari minuti all'inizio della lezione di storia contemporanea dove recupererò sicuramente la mezz'ora di sonno di cui sono stata privata sta mattina.
<<come mai oggi sei arrivata in ritardo? ti sei sporcata di mascara mentre te lo mettevi? hai bruciato il latte? o non trovavi più il reggiseno?>> queste cose sono accadute veramente, ma io di mattina sono sempre parecchio stordita, desidero solo calma e silenzio, impossibile da trovate dato che l'andare a letto tardissimo, il doversi alzare presto e il ritardo cronico non aiutano.
<<no, luana ha dato la chiave dell'appartamento a lorenzo e mi sono piuttosto seccata>> parlo tranquillamente dell'episodio di sta mattina. lei e luana sono semplici conoscenti, ma piuttosto che dire la mia coinquilina o altre diciture renda tutto più confuso per chi ascolta e non conosce i soggetti.
<<te l'ha chiesto prima?>>
<<no, ma non avrei acconsentito comunque, già averlo in giro mi infastidisce, deve pure abitare da noi adesso?>>
<<non essere così intollerante! ma poi, lorenzo dove abita?>>
<<in un appartamento qui vicino, perché?>>
<<se lui vuole tanto abitare dove abiti te, allora tu puoi abitare dove abita lui, no?>> eh? non faccio in tempo ad assimilare che ci sfreccia di fianco il professore ed entra in classe perciò lo seguiamo e prendiamo posto in mezzo all'aula e inizia la lezione.
terminate le due ore di supplizio con uno sguardo confronto i miei appunti con quelli di gaia. io ho scritto due pagine e lei tre e mezzo, chissà cosa avrà scritto. faccio finta di non preoccuparmi illudendomi che in realtà quelli non sono appunti, ma il suo diario segreto.
ormai sono le 11 e saluto gaia con un rifiuto all'invito di andare a mangiare in centro qualcosa con amici. è meglio che torno a casa, soprattutto ci voglio tornare per sapere prima che se ne vadano a mangiare fuori cosa si sono inventati quei due pazzi che mi stressano la vita tanto quanto me la migliorano con la loro presenza.
riprendo la metro con molta stanchezza nonostante sia ancora mattina a causa della distanza che devo percorre sempre e dalla privazione di musica dovuta alla dimenticanza delle cuffiette. entro finalmente nel nostro fantastico appartamentino arredato da me ovviamente. appena si apre la porta di casa nostra si ha un open space piccolo, ma non soffocante con tre finestre che danno molta luce. al centro della stanza c'è un piccolo tavolino rotondo bianco con attorno quattro sedie. sulla destra la cucina sui toni del bianco e del grigio come tutto l'open space. non è molto attrezzata nè molto consumata in quanto non siamo delle cuoche così eccellenti. c'è un'isola nera appoggiata al muro bianco fra due finestre. sulla sinistra c'è il salotto con un piccolo divano e una poltrona che accerchiano una tavolino da caffè grigio scuro con su qualche libro e qualche rivista. di fronte al divano c'è una tv piuttosto piccola, ma fornita di entrata usb per connetterci il computer per vedere le serie tv, la cosa veramente importante. sul davanzale troviamo 3 catcti e un vasetto vuoto dove prima ci stava un altro catus. non so come, ma riesco a fat morire anche i cactus, le piante che hanno bisogno di meno attenzione di tutte! sono un caso abbastanza disperato.

 non so come, ma riesco a fat morire anche i cactus, le piante che hanno bisogno di meno attenzione di tutte! sono un caso abbastanza disperato

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avvicinandomi all'isola nera vedo un foglietto che fa contrasto. lo prendo e leggo "se hai bisogno ci trovi alla solita pizzeria del centro. siccome ci dispiace per sta mattina, ti abbiamo fatto una sorpresa passando da mc donald's, apri il microonde. tvb" firmato con in loro nomi rinchiusi in un cuore. non bado troppo al biglietto e mi fiondo alla ricerca della mia fonte di nutrimento, finalmente.
tiro fuori tutto, ma deciso di aspettare essendo ancora presto e faccio partire una serie tv su netflix dal mio ipad mentre apparecchio la tavola. mangio e quando mancano circa 30 minuti alla lezione, esco di casa e ritorno nuovamente in facoltà pronta ad altre due ore di noia, ma non eccessiva in quanto questo corso di inglese mi piace. sulla porta dell'aula trovo luana che mi aspetta mentre guarda qualcosa sul telefono. appena mi vede, lo mette via e mi saluta. <<ciao, piaciuto il pranzo?>> mi domanda sorridendomi.
<<tantissimo, ti perdono tutto>>
<<mi perdoni anche di aver rotto la calamita a forma di gatto che stava sul frigorifero?>>
<<cosa hai fatto? quindi sei stata tu? lo sapevo, lo sapev->>
<<sì sì, è acqua passata, mi hai perdonata, ora passiamo alle cose serie>> dice sedendosi composta sulla sedia.
<<tipo?>>
<<una soluzione! l'abbiamo trovata! riguardo il problema di stamattina! è geniale! non pensavo che la mia mente di lorenzo potessero mai partorire un'idea così geniale! chissà che figli intelligenti che avremo!>>
<<lu, quindi?>>
<<vedi, è una soluzione piuttosto pratica, che porterebbe vantaggi a tutti. molto semplicemente devi solo accettare.>>
<<se magari mi dici anche a cosa devo accettate...>> la guardo male.
<<avevamo pensato che tu saresti potuta andare a viv->>
<<signorine!>> tuona una voce di fronte a noi. è il professore di inglese e assorte, io nel tentativo di capire cosa luana stesse dicendo e lei nel suo solito entusiasmo, non ci siamo accorte che fosse entrato.
per la seconda volta oggi, un professore mi impedisce si focalizzarmi su questa fantomatica soluzione.

non ho fatto l'università [irama plume]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora