III

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chapter three — losers' club

chapter three — losers' club

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Derry, Maine; 10 settembre.

Meredith pov

Per tre giorni tutto quello che feci fu: andare a scuola, mangiare poco o niente da sola, in un angolino della mensa, tornare a casa, fare i compiti e restare tutto il resto del pomeriggio nella mia stanza.

Non era nemmeno più andata all'Arcade, cosa strana per me.

Stavo camminando per i corridoi della scuola con sguardo assente, immersa nei miei pensieri.

Era appena finita la terza ora e io avevo un'ora buca, per cui mi stavo dirigendo verso la biblioteca.

Ad un certo punto adai a sbattere contro qualcuno, che mi fece cadere tutti i libri per terra, e con la mia solita gentilezza dissi: «Ma non puoi guardare dove vai mentre cammini?!»

Alzai lo sguardo verso la persona contro cui avevo sbattuto e quel che vidi fu un ragazzino, dai capelli ricci dorati, una camicia messa perfettamente nei pantaloncini color cachi e gli occhi di chi aveva appena visto un fantasma.

Era Stanley Uris.

Conoscevo bene Stanley, era un ragazzo simpatico, un po' perfettino forse, ma gentile.

Lo conoscevo da quando ero nata, i nostri genitori erano amici di vecchia data e noi avevamo praticamente passato l'infanzia insieme.

C'era stato un momento in cui c'eravamo solo noi due, eravamo come fratelli. "Stan e Merdetih contro il mondo", come diceva sempre sua madre.

Poi verso i dieci anni io avevo iniziato a frequentare Miranda e James, lui aveva trovato altri amici e così ci eravamo semplicemente, persi di vista.
Ma per Stan, dentro di me, c'era sempre stato un posto speciale.

«Oh,scusami Stanley.Non avevo visto che fossi tu.»dissi dispiaciuta, chinandomi per raccogliere i libri caduti.

«Tranquilla, non fa niente.» disse lui, porgendomi un libro sulla storia greca.

«Come vanno le cose?»chiese stirandosi i pantaloni con le mani, in modo che non avessero pieghe.

uno schifo. pensai.

«Si tira avanti.» dissi,sorridendo forzatamente.

Lui alzò un sopracciglio,per niente convinto della mia risposta «Tutto bene con James e Miranda?»domandò.

Domanda di riserva?

Probabilmente dalla mia espressione si capiva molto più di quanto io volessi, così lui mi sorrise, rincuorante.

«Tu, come va?» chiesi, per cambiare argomento «Giri ancora con il "Club dei Perdenti?»

Davvero Meredith?
Tra tutte le cose che avresti potuto chiedergli, tu gli hai fatto questa domanda?

𝐒𝐐𝐔𝐀𝐋𝐋𝐈𝐃𝐀 𝐂𝐈𝐓𝐓𝐀𝐃𝐈𝐍𝐀 𝐃𝐄𝐋 𝐌𝐀𝐈𝐍𝐄 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora