Pranzo di Natale

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25 dicembre. Natale.
Era arrivato il momento del pranzo "tanto atteso".
Sapendo che una bambina di tre anni (o un diavolo, come detto prima), di nome Sophie, mi avrebbe fatto qualche brutto scherzo, decisi di optare per un look alquanto semplice o, come oserei dire, da "zingara". Maglione a collo alto bordeaux, jeans e scarpe da ginnastica, una coda alta che alla fine sciolsi e poca voglia di uscire di casa. Prima di andare, però, aprì il frigo e mangiai dei pasticcini rimasti della sera precedente.

Arrivati a casa del "diavolo", il padre mi chiese di andare a giocare con le due figlie nella cameretta. Salutai con un sorriso la sorella di Sophie, Sara, e con un'espressione alquanto innaturale e infelice la piccola peste che stava di fronte a me, pronta a rovinarmi la giornata.
Per fortuna, dopo innumerevoli urla i suoi ci inviarono ad andare in sala da pranzo e mangiare. Devo dire che il cibo in tavola abbondava.
Finimmo di pranzare più o meno due ore dopo e io preferivo stare seduta con i grandi anziché ritornare nella tana del lupo. Peccato che i miei desideri non si avverano mai e io fu costretta a ritornare nella cameretta e a subire di tutto (pupazzi che venivano lanciati in aria, risate che provenivano dalla cucina e Sophie che mi incitava a giocare con lei). Dopo un po' mi decisi a scrivere a Matty, il quale era abbastanza indaffarato per rispondere a tutti i miei messaggi, anche se ebbe molta pazienza.
Alla fine non rispose più e pensai che forse non aveva realmente intenzione di passare la giornata di Natale leggendo le mie lamentele.

La giornata era finalmente finita e Matty stavolta non mi scrisse. Aspettai fino alle 02:00.
Da quando avevamo iniziato a scriverci non dormivo più, se non due o tre ore al massimo. Altro che drogati... mi sentivo come se avessi fumato dieci canne. Strana sensazione. Eppure sono sicurissima di non aver bevuto nemmeno alcool, visto che sono astemia.
Fatto sta che quella fu l'ultima volta che ricevetti un suo messaggio.

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