1.

3.6K 227 1K
                                    

Salutai mia madre entrano nell’atrio seguendo tutti gli altri bambini.

Indossavo un piccolo grembiule azzurrino che mi arrivava fino al ginocchio, come gli altri bambini.

Mi sentivo leggermente ridicolo.

Mamma me lo aveva comprato qualche giorno fa nell’unico negozio della città proprio per questo giorno.

Lo odiavo. Lo odiavo a morte.

Ma avevo promesso a mia mamma di portarlo e quindi eccomi qui. Con questo grembiule azzurro seduto su una sedia.

Notai che le bambine, invece, avevano il grembiule di un rosa un po’ pallido. Ai miei occhi  era carino, sempre meglio di quello che portavo io.

Guardavo le bambine velocemente, scorrendo da una all’altra soffermandomi su una che aveva i capelli neri, abbastanza lunghi.

Era seduta anche lei su una delle piccole sedie, stava ascoltando attentamente quello che dicevano le suore, cosa che a me non interessava per niente. Tanto erano le solite cose della Chiesa a cui non credevo.

La bambina si accorse del mio sguardo così girò lo sguardo verso di me, sorridendomi. Era davvero carina, pensai.

Notai subito gli occhi della ragazza, un azzurro acceso che mi ricordava il colore del cielo. Ricambiai il sorriso per poi distogliere lo sguardo, arrossendo.

-Okay bambini, potete parlare con i vostri coetanei.- disse la suora.

Mi guardai intorno. Tutti avevano uno sguardo interrogativo, si chiedevano cosa volesse dire quella parola a loro sconosciuta, ma io lo sapevo, forse ero l’unico.

Ero diverso e l’ho sempre saputo.

La ragazza dai capelli neri e gli occhi azzurri si avvicinava sempre più velocemente a me.

-Ciao- disse timidamente.

-Ciao- dissi sorridendo. -Come ti chiami?- chiesi.

-Teresa, tu invece?-

-Io Newthon, ma tutti mi chiamano Newt.-

-Piacere- disse la ragazza porgendomi la mano destra. -Per caso tu sai cosa significa coetanei? Quello che qualche minuto fa ha detto quella suora- disse sciogliendo la presa.

-Si certo.- dissi quasi orgoglioso. -In pratica sono i bambini della nostra età, i coetanei.-

-Ho capito.- disse la ragazza sorridendo . -Che ne dici se entriamo in classe?-

Sorrisi annuendo.
Forse ho un’amica. Pensai.

Quando entrai vidi un bambino poco più alto di me con la pelle olivastra e i tratti orientali. Si avvicinò a me come se lo conoscesse da anni.

-Mihno!- urlò la bambina andando verso di lui per abbracciarlo.

-Tessa?- disse l’orientale voltandosi verso di lei per poi soffocare in quell’abbraccio. -Ciao, da quanto- disse dolcemente.

-Vi conoscete?- chiesi cercando di entrare nella conversazione per non essere scartato solo dopo tre minuti.

-Certamente, è nata nel mio stesso periodo. I nostri genitori erano molto amici, giocavamo molto da bambini nel parchi e nel nostro piccolo quartiere. Pensavo non venissi qui.- disse il ragazzo di nome Minho.

-Io sono Minho, tu sei?-

-Newt- dissi timidamente.

-È un vero piacere, pive.-

Accidentaly in love |Newtmas|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora