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Newt's povs

Oggi è Natale. Mamma ha convocato tutta la famiglia a casa nostra e ora mi ritrovo in cucina a sgusciare cozze, vongole e diversi tipi di gamberi.

Tutto rigorosamente con mia sorella che cantava diversi canzoni della sua band preferita, invece, mia mamma stava preparando la tavola.

Ero ancora in pigiama, cioè pantaloni della tuta e un golfo decisamente poco maschile. In realtà l’avevo rubato dall’armadio di mia sorella dato che lei ha il vizio di portare le cose più grandi di lei e morbide.

Ovviamente quelle cose andavano bene a me, mentre lei poteva starci otto volte.

Inoltre non avevo detto a mia mamma dell’incontro avuto con Thomas circa due settimane fa. Non ne valeva la pena. Ma capii che qualcosa era successo dato che non sto più uscito da quel giorno e tornei a casa particolarmente strano. Mamma decise comunque di non mettere il dito nella piaga e starsene zitta. Mia sorella lo stesso, almeno per una volta.

-Ma verranno propri tutti? – chiedo a mia mamma

-Proprio tutti. –

-Anche papà? – chiedo preoccupato.

-Si, anche papà. Non vede l’ora di rivedervi. –

-Io no. Ci ha abbandonati quando Callie era una bambina. –

-Ha avuto i suoi motivi. –

-I suoi motivi non li capisco. –

-Newt, non hai l'obbligo di fare coming out. –

Sbarro gli occhi. Era così chiaro che ero contro a questa cena proprio per questo motivo?

Fino allo scorso anno era andato tutto bene perché se mi chiedevano della ragazza semplicemente dicevo che non ne avevo una. Ma sarei riuscito a dire la stessa cosa quest’anno?

-Io… ho paura. – dico.  -Papà me lo chiederà sicuramente. Ho 17 anni. –

-Cosa vuol dire? Io sono stata single fino ai 18.-

-Mamma io sono un ragazzo. –

-Beh è vero, voi avete in mente solo la figa. –

-Mamma! – urlo per poi mettermi a ridere.

-Beh tu no. –

Rido più forte. -È bello vederti ridere finalmente. – accenno un sorriso leggero e in quel preciso istante suonò il campanello.

-Entra, Philip. –

Sbarro gli occhi, era proprio mio papà. Mi guardò per un po' mentre io feci lo stesso. Poi lui sospirò, come se avesse trattenuto il fiato per molto tempo. -Ciao, Newton. –

-Newt. – dico.  -Ciao. –

-Come sei cresciuto, ormai sei un uomo! – disse per poi abbracciarmi.

Ma come ci riesce? Ad abbracciarmi dopo tutto questo tempo?  -Beh si, sono più di dieci anni che non ci vediamo. Da quando bon ci degni di uno saluto. – dico.  -Beh, ora siamo qui, quindi Buon Natale. – dico porgendogli la mano destra.

-Buon Natale. –

**

Siamo tutti seduti a tavola. Ci sono tutti. I miei nonni. I fratelli dei miei, addirittura i miei prozii e io bisnonno che non penso sia molti presente con la testa.
Ci sono tutti.

Anche i miei cugini, mai visti in tutta la mia vita. Sono in mezzo tra mio papà e mia sorella. Odio rutto ciò, specialmente quando mio padre mi abbraccia come se fosse tutto apposti tra di noi.

Poi arrivò la domanda che tanto temevo da parte di mio padre.  -Come va con la ragazza, Newt? –

Accidentaly in love |Newtmas|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora