C.3

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Osservai il cielo di un blu profondo costellato da infiniti puntini bianchi.

Da qui sopra si vedeva tutto in modo perfetto.
Salerno stessa da qui su era favolosa.
Se c'era una cosa che amavo di questo palazzo mezzo distrutto in cui vivevo,era questa terrazza.

Ci venivo quando avevo bisogno di liberarmi un po'. Di perdermi un po' nei miei pensieri.

-bella eh?- girai la testa di scatto verso la direzione dalla quale veniva la voce.

-non capisco se tu ti diverta a seguirmi o devo iniziare a credere a qualche cagata tipo il destino- Luca rise e si avvicinò a me sedendosi sul cornicione al mio fianco.

-comunque si è spettacolare- sussurrai osservando la città con occhi brillanti.
-che ci fai qui?- chiesi poi girando il volto verso il ragazzo accanto a me.

-ci vengo spesso- fece un tiro dalla canna tra le sue dita.
-anche io- risposi per poi rigirare lo sguardo sulla città.

-quindi non c'è l'hai il ragazzo- chiese buttando il mozzicone nel vuoto.
-no. Ti interessa particolarmente?- risi mordendomi il labbro.

-così per conoscerti meglio- disse facendo il vago.

-quindi sapendo se ho o non ho il ragazzo pensi di conoscermi meglio?- risi prendendolo in giro.

-dai volevo solo sapere- rise anche lui spingendomi leggermente.

-e tu ce l'hai la ragazza?- lui mi guardò ridacchiando.

-per conoscerti meglio eh- alzai le mani in segno di difesa.
-no io non sono tipo da ragazza fissa- disse puntando i suoi occhi scuri nei miei.

-quindi sei il classico bad boy di quartiere eh- lo presi in giro e lui rivolse uno sguardo divertito.
-così si dice-

-quindi cadono tutte ai tuoi piedi?- chiesi curiosa portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-diciamo che mi diverto-  si vantò facendomi l'occhiolino.

Risi pensando a quante ragazze gli vadano dietro.
Bello com'è c'avrà la fila sotto casa.

All'improvviso si alzò in piedi sul cornicione e iniziò a guardare giù.
Sotto il cornicione c'era un altro piccolo patio ma era comunque parecchio alto.

-che vuoi fare?- chiesi preoccupata vedendolo intento a saltare giù.
-salto- non feci a tempo a replicare che il ragazzo fece un grande salto per poi atterrare perfettamente sulla piattaforma sottostante.

-sei pazzo?- chisi sporgendomi leggermente per guardarlo.
-dai vieni- mi incitò.
-no no- mi alzai allentandomi dal cornicione.

-dai Greta un po' di adrenalina. Non muori fidati- alzai gli occhi al cielo e ignorai le sue parole.
-dai se lo fai faccio quello che vuoi-

-e se non riesco?-
Rimase qualche secondo fermo a pensare e poi mi rivolse uno sguardo malizioso.

-mi devi dare un bacio-

Scoppiai a ridere.
-dai Luca veramente- dissi facendo finta di asciugarmi una lacrima.

-non sto scherzando- disse serio.
-non ho minimamente intenzione di baciarti- o forse un po' lo volevo ma no...era troppo presto e non lo conoscevo nemmeno.

-a me non sembra-
-guarda che al massimo sei tu quello che mi viene dietro-

-smettila di fare la regina e salta Greta- rise alzando le braccia al cielo come per prendermi al volo.

-ti ho detto di no- risposi categoricamente.
-cagasotto. Ha ragione Gionata a dir-
-okay salto!- dissi senza pensare.

Odiavo che mi considerassero una cagasotto che non voleva viversi la vita.
Loro non conoscevano la mia storia.

-perfetto- mi fece l'occhiolino aspettando che scendessi.
Mi misi in piedi sul cornicione di cemento e  presi un bel respiro.

-tranquilla ci sono io- rispose cercando di rassicurarmi.
Ma sinceramente mi metteva solo più agitazione sapendo che sarei potuta cadergli addosso.

Feci un piccolo salto e sentì di volare per un nanosecondo poi i miei piedi atterrano sul pavimento.
Luca mi guardò soddisfatto.

-eilà- risi dandogli un pugnetto sulla spalla.
-viva?- chiese lui.
-sembra di sì- risi.

-bene ora...- iniziò a parlare
-ora vado perché è tardi e mia mamma si arrabbia. Grazie della tua compagnia- gli feci l'occhiolino e mi girai per andare via ma la sua presa sul polso mi bloccò.

Mi tirò verso di lui facendomi girare e mi ritrovai a 2cm dal suo viso.
-mi devi qualcosa- sussurrò spostando lo sguardo dalle mie labbra ai miei occhi.

-non mi risulta- risposi ambigua cercando di allontanarmi ma mi teneva stretta a se.
-abbiamo fatto un patto-

-non ho mai accettato-
-il fatto che tu ti sia buttata vuol dire che hai accettato- disse con fare ovvio.

-lasciati un po' andare Gre- sussurrò per poi avvicinarsi alle mie labbra pericolosamente.
Poggiai la mano sulla sua nuca riducendo sempre di più lo spazi fra le nostre bocche.

Le sue mani si spostarono sui miei fianchi facendo una  leggera pressione.
Nell'esatto secondo in cui le nostre labbra stavano per toccarsi poggiai la mano sulla sua bocca ridendo.

-scordatelo- sussurrai per poi girarmi e lasciarlo lì.

Iniziai a correre tra le scale e appena arrivata davanti casa mia aprì la porta e chiusi prima che Luca potesse fare qualcosa.

-sei una stronza- lo sentì ridere sul pianerottolo.
-buonanotte- urlai di rimando.

Tornai in camera mia ridendo e pensai che forse mi sarei divertita con lui e gli altri.

Per te farei del male/Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora