C.4

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Il suono incessante del campanello mi fece svegliare all'improvviso.
Scesi dal letto correndo verso la porta e aprì immediatamente.

-buongiorno- sorrise beffardo il ragazzo difronte a me.
-mi prendi per il culo?- chiesi nervosa con la voce impastata dal sonno.

-ti ho portato la colazione- ignorò completamente le mie parole e alzò un sacchetto bianco davanti al mio viso per poi entrare in casa.

-hey hey- dissi riprendendomi.
-che stai facendo?- chiesi stranita mentre si sedeva su una sedia in cucina.

-mangio?- disse con fare ovvio addentando un cornetto.
-Dio Gionata che ci fai qui? Non ti ho dato il permesso di entrare-

-ti ho portato un cornetto- rise con la bocca piena.
-che c'entra?- dissi spazientita.

Mi avvicinai a lui e gli presi il braccio strattonandolo per cercare di tirarlo via.
-dai tesoro. Non ci credo che non ti piacciono i cornetti-

Non lo avevo spostato di mezzo milllimetro.
-si che mi piacciono ma non mi piaci tu- sbottai sedendomi difronte a lui.

-sei simpatica sai- rise facendomi l'occhiolino.
Lo fisssi annoiata per poi sbuffare.
Presi il cornetto dalla busta e inizia a mangiare senza dire nulla.

-hai da fare?- chiese iniziando a fissarmi.
-ti interessa veramente?- dissi buttando la carta nella spazzatura.

-mh no effettivamente no. Ho già deciso che verrai con me- disse accarezzandosi il mento.
-e se ti dicessi no?- domandai incrociando le braccia al petto.

-ti porterò fuori di forza- rise convinto.
-dai vai Gionata- alzai gli occhi al cielo avvicinandomi alla porta.

-DAII Greta non dirmi che vuoi rinunciare a  una bellissima giornata in mia compagnia- rise seguendomi.
-si è esattamente quello che ho intenzione di fare. Pensavo l'avessi capito-

-dai se esci con me oggi giuro che poi smetto di darti fastidio- si avvicinò a me accarezzandomi la guancia.
Presi la sua mano per spostarla dal mio viso.

-non ti credo-
-te lo giuro- disse facendo la faccia da cucciolo.
Era carino infondo.

Però era troppo insistente.

-okay ma se ti ripresenterai qui un altra volta chiamo la polizia- risi.
-ormai mi conoscono- ridacchiò spingendomi leggermente.

Scossi la testa divertita e mi diressi verso la mia stanza.
-che c'è?- chiesi a Gionata che mi stava seguendo.

-devo vestirmi se vuoi che usciamo- risi con fare ovvio.

-beh ti do un consiglio- disse cercando di superarmi per entrare in camera.
-no grazie so fare da sola- gli chiusi la porta in faccia chiudendo a chiave.

-sei perfida- disse annoiato fuori dalla stanza.
-tu sei malato- risi per poi iniziare a scegliere qualcosa da mettere.




-credevo fossi morta lì dentro- disse il rosso steso sul divano.
-divertente- risi aprendo la porta seguita da Gionata.

-dove vuoi andare?- chiese portando un braccio attorno alle mie spalle.
-dimmi tu- risposi facendo spallucce.

-potr- Gionata venne interrotto all'improvviso.
-bella piccioncini- rise Luca passando la lingua sui denti.

-uscita galante?- chiese il bruno dando un pugnetto sulla spalla a Gionata.
-geloso D'Orso?- lo sfottè Gionata mostrando un sorrisino divertito.

-ho altro a cui pensare- rise Luca ma in modo più cattivo.
Quella risposta un po' mi aveva ferita ma non ci feci caso.

-che c'è Gre? Il gatto ti ha morso la lingua?-
-no però sarebbe bello se tu ti mordessi la tua qualche volta al posto di rompere il cazzo- risi senza umorismo.

Per te farei del male/Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora