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Io subito mi gettai sulla pozzanghera per raccogliere il fumetto.
Lo tirai fuori dall'acqua piovana e alla sua vista,una lacrima mi rigò il viso senza che me ne accorgessi.
Non solo era il mio fumetto preferito,ma mi era stato regalato da mio padre.
Lo aveva comprato in Egitto,faceva parte dell'esercito,era morto in battaglia in Afghanistan.
Presi il fumetto e mi avviai verso la via di casa,dato che ormai si era fatto tardi.
Il cielo era colmo di stelle quella sera,avrei preferito rimanere a guardarlo per un po ma non volevo far preoccupare mia madre che sicuramente era già a casa dato che era ora di cena.
Tornai a casa e trovai la tavola apparecchiata per due e la cena in forno.
Mia madre era seduta sul divano,ormai esausta,che saltava da un canale all'altro con il telecomando.
"Ma dove ti eri cacciata?!"strillò appena mi vide.
"Ciao anche a te mamma,ero in giro" le rispondo con un sorriso.
"Avresti potuto almeno avvisarmi!" disse alzandosi dal divano e venendo verso di me.
"Già,hai ragione. Eri preoccupata?"le chiedo,mentre lei era diretta verso il forno.
"Tantissimo,però non pensiamoci più,vieni a tavola che si fredda" dice mentre tira fuori dal forno una teglia bollente.
Era strana,durante la cena non ha detto una parola,alternava il suo sguardo dalla TV al piatto.
E poi,se la conosco bene, si sarebbe infuriata di brutto tornando a casa e non trovandomi.
"Lara...ti devo parlare..."disse guardandomi in faccia per la prima volta in tutta la serata.
Ero immersa nei miei pensieri fissando il piatto ormai vuoto e quella affermazione mi fece sobbalzare.
"È successo qualcosa di brutto?" chiesi leggermente preoccupata.
"No,no,non proprio...è solo che domani...e per questa settimana...non sarò a casa,andrò in Svizzera" disse titubante e abbassando sempre di più il tono di voce.
"Che cosa?!" strillai appena afferrai il concetto.
"Mi avevi promesso che saresti rimasta con me domani per il mio compleanno!" continuai.
"Lo so,tesoro,ma devo proprio andare,hanno bisogno di me al lavoro" disse guardandomi negli occhi.
"Beh,anche io ho bisogno di te" dissi ricambiando lo sguardo con ormai gli occhi pieni di lacrime,per poi afferrare il telefono e correre nella mia stanza.
Mi gettai sul letto e cominciai a piangere.
Ci tenevo a passare il mio compleanno con lei perché passo davvero poco tempo con lei,è sempre fuori per lavoro.
In balia delle lacrime mi addormentai.

Gente che spara,gente che urla,gente ferita.
Al centro una persona,o meglio qualcuno,di certo non ha l'apparenza di una persona normale.
Stringe il pugno.
Qualcuno,di fronte a lui,una ragazza,qualcosa fuoriesce dalle sue mani.
Un grido fortissimo e poi il buio.
Mi svegliai di soprassalto,di nuovo.
Un nuovo incubo,mi resi conto di avere nuovamente il viso pallido e bagnato dalle lacrime.
"Non posso andare avanti così,sono esausta" mi dissi.
"Cosa poteva significare tutto ciò?" continuai a chiedermi.
Questo incubo era diverso dagli altri.
Gli altri raffiguravano polvere,gente senza volto a terra con sangue,tanto sangue.
Presi il telefono,le 2:40.
Decisi di rimanere un po al telefono finché non mi riaddormentai di nuovo,anche se non avevo più voglia di dormire e di fare incubi.

-Drin drin-
Questo fu il primo suono che udii prima di svegliarmi.
Alzai con fatica il capo dal mio amato cuscino per prendere il telefono.
Mi stropicciai gli occhi e lessi il messaggio.
Era il mio gestore,avevo quasi finito il credito.
"Ma cazzo!" dissi.
Non basta che quel messaggio mi avesse svegliato,avevo anche finito i soldi,bene.
Rimasi un po seduta sul letto a riflettere sugli incubi fatti durante la notte,avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
Erano le 9:30,quindi decisi di chiamare la mia migliore amica con i pochi minuti che mi rimanevano.
"Lara!Come stai stronzetta?" mi chiese con il suo solito modo di fare.
"Buongiorno anche a te, Gaia. Va tutto bene lì in Spagna?" chiesi,anche se non ero molto interessata,avevo bisogno di parlare dei miei incubi.
"Benissimo,questa vacanza è fantastica. Ma dimmi,perché mi hai chiamata?"
"Per sapere come stavi,no?"
"So quando qualcosa non va in te,dimmi tutto"
"Beh...ti ricordi quando ti raccontai di quei sogni strani che facevo?" dissi facendole ricordare una nostra vecchia conversazione.
"Certo" disse lei ricordando.
"Sono peggiorati,sono uno dopo l'altro e quest'oggi ne ho avuto uno diverso ma molto più devastante" dissi per poi raccontarle tutto ciò che vidi nel sogno.
"Sta tranquilla,ok? Non credo ci sia niente di strano nell'avere degli incubi,anche se i tuoi sono parecchio frequenti. Cerca di distrarti e ti prometto che quando tornerò faremo una delle nostre maratone di film e di schifezze che ti dimenticherai persino come ti chiami" disse spontaneamente facendomi ridere.
"Ci sentiamo presto" disse
"A presto" dissi un po malinconica.
Andai a farmi una doccia e poi feci colazione.
Sul tavolo l'ennesimo bigliettino da parte di mia madre,con un pacchetto sotto.

"Buon compleanno,tesoro.
Mi dispiace di non essere lì con te,spero potrai perdonarmi.
C'è un piccolo pensierino nella scatola.
Ti voglio bene,a presto.
Mamma."

Aprii il pacchetto e vidi un braccialetto argenteo con una piccola pietra celeste incastonata su esso.
Nonostante fossi arrabbiata con lei,già mi mancava in questo giorno speciale.
Mi misi il braccialetto e poi mi misi un top bianco e una gonna nera con delle vans, giusto per sottolineare il fatto che sia bassa.
Presi la borsa e uscii di casa,andai a pranzare fuori.
Passai la giornata tra centro commerciale e biblioteca.

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