Ho aspettato che dormissi al buio della mia stanza,
che il lume spento emanava ancora il suo vecchio calore;
nella camera c'era un lieve odore di gioia,
e i miei occhi si abituavano piano alle tenebre.
Fuori non si udiva che un soffio di vento,
mentre facevo attenzione a non farti svegliare,
e spostavo le ciocche dagli occhi struccati,
per svelare un mistero sepolto da palpebre.
E i tuoi capelli di nera edera rampicante,
sparsi alla rinfusa nel mio lato del letto,
a profumare di rugiada le federe e i cuscini,
come se avesse piovuto del vino di fragole.
Ho aspettato che dormissi al buio della mia stanza,
per sapere l'aspetto che avessero i sogni,
e per spiarli in silenzio come farebbe un bambino:
invano prima di addormentarsi.