Capitolo 1

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Andy si svegliò come tutte le mattine da una settimana a quella parte, rinviando la sveglia partita da venti minuti prima, per una media di dieci volte. Nulla era cambiato.
In piedi alle sette in punto.
Si infilo il classico paio di jeans skinny neri che mettevano in mostra le sue gambine quasi ossute ma anche il bel di dietro sul quale lui e i suoi amici ridevano su. Infilò una felpa blu scuro e le solite all star bianche. Controllando le notifiche sul cellulare un profumino lo attirò in cucina dove Katherine, sua madre, sveglia come sempre da prima di lui, preparava la colazione.

-Ho saputo che oggi si paleserà il professore di scultura!- disse Kate di spalle.

-Si-. Di certo la definizione di loquace non si addiceva ad Andy. Mormorava, più che altro monosillabi solo quando strettamente necessario.

-Oh andiamo Andrew, spirito! È la tua materia preferita... pasticci con qualunque cosa tu abbia sotto mano da quando ti conosco. E sono tua madre!-

Kate era una donna concreta, un punto fermo nella vita di chiunque la conoscesse. Si potrebbe pensare però che tutto ciò, facesse a pugni con la sua forte emotività. La stima che Andy riponeva nei suoi confronti però, nonostante fosse il figlio, era la prova che le due caratteristiche si bilanciavano alla perfezione.
Ingurgitando letteralmente i due pancake filò a lavarsi i denti ed al grido di: -Io vado!- Kate udí la porta sbattere e il clacson dell'autobus.
Mentre si guardava intorno cercando posto nei sedili centrali, rifletteva sulle etichette dei posti a sedere su un autobus, secondo gli adolescenti: al centro, non si siedono né i ruffiani e i secchioni, né i teppistelli svogliati... una via di mezzo. Non che glie ne importasse, certo. Quel poco per sopravvivere.

Arrivato a scuola sano e salvo, Andy si unì al solito gruppo di volti familiari e camminando insieme attraversarono lo stipite della porta dell'aula di matematica dove si sedettero per seguire, per quanto potevano, la lezione. Anche perchè dopo la pausa pranzo, ci sarebbe stata Discipline Plastiche, il che voleva dire nuovo professore.
Non che a Andy importasse, ma non poteva negare che fosse incuriosito dall'appellativo maschile dell'insegnante; sarebbe potuto essere anche di bell'aspetto, insomma anche l'occhio ogni tanto vorrebbe la sua parte giusto? Soprattutto dipo il professore di biologia. Quello si che era un obbrobrio, con le sue verruche e i capeli unti portati dal lato al centro della testa spelacchiata.
Andy era decisamente tra le nuvole quel giorno, il pranzo aiutò a riordinare un po' i pensieri. Sembrava quasi che il purè non sapesse di pesce andato a male, quel giorno.
Di Andy non si parlava molto, e a lui la cosa non dispiaceva affatto, ma una delle cose che ci teneva a far sapere di lui, era la sua omosessualità. Chiaro fin da subito, per evitare problemi o malintesi, infatti non ne aveva avuti... anzì!
Mentre le ragazze guardavano gli atleti, Grey Johnson si mostrò piú che disponibile ad aiutarlo con gli esercizi di fisica. O quando Mike Wood lo invitò a scattare con lui nel bosco...
Non che avesse accettato, ma si sentiva rilassato all'idea di non dover indossare una mascherà.
Molti erano i lati positivi di questa scuola per Andy, uno dei tanti il senso di accettazione che si respirava fra quelle mura. Salvo quei tre imbecilli che erano lì solo per volere dei genitori, gli altri erano concentrati sulla loro carriera scolastica.

La campanella segnò la fine della pausa pranzo, ma anche l'inizio delle due ore di Discipline Plastiche. I ragazzi si radunarono nei corridoi per seguirli fino alle proprie lezioni, Andy si ritrovò davanti l'aula di scultura ed intravide dal vetro della porta che separava il corridoio dall'aula, la figura piú imponente che avesse mai visto, perfino di spalle e da lontano.
Il professore era in piedi, rivolto verso la lavagna.
Andy lo seguí con lo sguardo fino a che non venne travolto dall'intera classe che non vedeva l'ora di conoscere il nuovo professore di scultura.
Gli studenti si posizionarono davanti ai loro tavolini rigorosamente ad altezza regolabile con un confusionario vocìo.

-Silenzio.- tuonò una voce potente. Cosí potente da far vibrare l'asciutto fisico del giovane Andy.

-Professor Olsen.- enunciando le due parole in tono severo mentre scriveva il suo cognome alla lavagna.

-Ognuno di voi, quando sentirà il suo nome, si presenterà. Non vi conosco, questo mi aiuterà a ricordare almeno il vostro viso.-

Il nome di Andy fu chiamato per primo, il professore stava andando ad estrazione.
Si presentò:

-Mi chiamo Andy Peterson, ho 17 anni, vengo da San Francisco...-

-Ok, ok- lo interruppe il professore -Qui c'è scritto Andrew, non Andy. Ad ogni modo, mi bastava il nome. Andiamo avanti.-

Ad Andy piacque il fatto che Olsen aveva già imparato il suo nome, ma si insinuò nella sua piccola testolina ingenua il pensiero che potesse non piacergli, cosí, a prima impressione. Il che gli sembrò strano pur non capendo perchè gli importasse. Insomma, un bravo ragazzo non può non piacere, soprattutto ad un professore.

Ogni studente aveva un suo portfolio, diviso per materie. Andy tirò fuori il fascicoletto dedicato a Discipline Plastiche, dato che Olsen desiderava che gli studenti mostrassero le loro opere in modo da riuscire ad inquadrare il livello di abilità di ognuno.
Quando fu il turno di Andy, Olsen si avvicinò al ragazzo guardandolo dall'alto al basso. Ad Andy parve per un secondo di essere tornato ad avere cinque anni, non solo fisicamente.
Non conosceva ancora lo stile e le opere del professore, ma si riusciva a percepire che di esperienza ne aveva eccome. Le sue mani erano grandi, impolverate per via della polvere del gesso e dell'argilla, ma forti.
Olsen aveva muscoli delle mani e dell'avambraccio che Andy non aveva mai immaginato nemmeno nei suoi pensieri piú infimi. Questi si tendevano all'unisono quando muoveva anche solo un dito. Glie ne mancava uno: L'anulare della mano destra, si fermava alla prima falange, doveva aver avuto un incidente. Dall'avambraccio poi, ad adornare il tutto, vene ben visibili, qualche lentiggine e del pelo rosso arancio che spuntava dalle maniche tirate su, fermandosi poco piú giú del polso.
Il professore indossava una felpa verde che non nascondeva per niente la sua stazza. Al ragazzino parve che lo rendeva ancora più imponente, erano muscoli, il felpone non riusciva a scivolare sui bicipiti, rimaneva attillato, come sui pettorali e sulle spalle larghe quanto un armadio a quattro ante.
Andy capì che non doveva avere nulla sotto la felpa perchè dall'attaccatura del cappuccio, esattamente all'inizio dei pettorali, spuntava dalla chiusura scivolata di un paio di centimetri, il pelo rosso scuro come i suoi capelli e la sua barba folta.

"Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo qualcosa del genere (qualcosa per adulti) perciò fatemi sapere se vi sta piacendo e ditemi come vi piacerebbe che interagissero lo studente ed il prof Olsen tra di loro.

Nicola"

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