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VALENTINE 01

Sono sempre stato un ragazzo solitario, quello strano che mangia da solo, anche se alle ragazze sembravo dolce e indifeso. La prima volta che una mia compagna di classe alle elementari provò a baciarmi scoppiai a piangere e chiesi alla maestra di chiamare mia mamma. Alle medie, provai a invitare una biondina di un'altra classe al ballo di fine anno con me, ma quando mi invitò a casa sua me ne andai dicendo che il mio albero aveva i pidocchi. Capii con la prima liceo che le ragazze non facevano per me e la prima persona a cui lo confessai fu il mio migliore amico, Michael Clifford, che ancora oggi occupa le mie giornate con la sua sincerità tagliente. Dopo di lui ci furono i miei genitori e poi i miei amici più stretti. Non fu certo facile e non fui immune alle battute dei mie compagni che vennero a saperlo, ma ora posso definirmi quasi a mio agio con me stesso per quanto riguarda l'essere gay.

Il problema nella mia misera vita da diciottenne asociale era un altro, un problema che ha nome, cognome e origini neozelandesi e scozzesi: Calum Thomas Hood.

«Non vorrai continuare a sbavare sulla tua insalata a lungo vero?» Mi richiamò Michael, il mio migliore amico amo che cambiava umore spesso quanto colore di capelli, distraendomi mentre stavo osservando l'oggetto dei miei desideri entrare nella mensa. Era con il suo migliore amico Ashton, nessuno sapeva esattamente chi seguisse chi. Per me era ovvio, Calum era senza dubbio più importante tra i due, i ragazzi più popolari della scuola. Ashton era perfetto come popolare: bello, atletico e simpatico, proprio uno stereotipo, mentre Calum sembrava più scontroso, anche se era sempre circondato da persone.

«Lukey sul serio sei preoccupante» mi rimproverò Mary mentre lei faceva lo stesso, controllando il riccio a fianco Cal.

«Giraffa lascialo perdere» sbuffò Harry, seduto di fronte a me, accanto a Mary «quello è uno stronzo, te lo dico io che sono stato a casa sua e so com'è» Harry Styles, bello e maledetto dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi, aveva la fortuna di essere entrato in casa Hood più volte, perchè dava ripetizioni di matematica alla figlia minore, Mali. Ero un po' invidioso, ma sapevo che a lui non interessava quindi non avevo motivo di essere geloso.

«Potrei anche star guardando altro, come fate a dire che sto guardando proprio lui?» Mentre mi scaldavo, uno sguardo serio e tagliente incrociò il mio e io ressi per poco il contatto, Calum aveva gli occhi più criptici che avessi mai visto. Erano così scuri che da lontano le iridi si mischiavano con le pupille e quando non rideva sembrava sempre pronto a giudicarti. «Domani dà una festa a casa sua, posso farti invitare» mi avvertì Harry, lanciandomi una patatina dalla sua pizza.

«Grazie» sbuffai rilanciandola «ma possiamo anche non parlare di quel culo cinese tutta la mattina» odiava quando lo chiamavano così, ma non poteva sentirmi fortunatamente.

«Sei tu che hai una cotta, non lui» rise Mary per poi iniziare a parlare della verifica di matematica e di quanto fosse difficile studiare in aula punizioni. Eravamo stati messi tutti e quattro in "castigo" per aver fatto una protesta pacifica contro il sezionamento delle rane. Liberare quei poveri esseri e legare striscioni a un albero erano valsi una settimana di due ore al giorno, alla faccia della libertà d'espressione.

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«Credi che Ashton s'innamorerà mai di me?» Chiese Mary con gli occhi quasi lucidi, piena di speranza. Era da due anni che non la smetteva di parlare di Ashton Irwin, perchè lui era intelligente, simpatico, un bravo musicista e tutto il resto. Non potevo darle torto, con quei ricci castani, gli occhi verdi, un corpo muscoloso e l'accento australiano Ashton sarebbe potuto piacere a tutti.

«Non sono la persona più adatta per darti consigli, ma secondo me sei una bellissima ragazza, simpatica, intelligente...un po' goffa certo, ma non importa» mi arrivò un pugno sulla spalla e vidi la mora nascondersi nei suoi stessi capelli lunghi.

«Dai quello è un coglione» si unì Michael, ricevendo un'occhiataccia dal professore che faceva sorveglianza in aula di punizione.

«Michael se a te non piace, non per forza deve far schifo a tutti»

«E' colpa sua, mi tratta come un povero emo senza speranza»

«Forse perchè lo sei!» Ribatté Mary e iniziarono, come sempre, a bisticciare. Erano gli unici due del gruppo che avevano sempre qualcosa da ridire, io ero mite e Harry molto pacifico. Proprio mentre pensavo a lui, il gigante buono entrò dalla porta, scusandosi per il ritardo e sedendosi in ultima fila accanto a me.

«Hemmings non puoi nemmeno immaginare cosa ti ho procurato» per un momento pensai a dell'erba. Una volta Harry mi aveva chiesto di provare a fumare e io mi ero lasciato convincere, così avevamo tentato insieme durante un campo scout, ma tutto era finito male, molto male. Ricordavo ancora quella puzza di fiume dove ci avevano ritrovati a ridere come degli scemi.

«Ti ricordi vero com'è andata l'ultima volta? Il fiume e la cacciata dal camping?» Lui si batté una mano sulla fronte trattenne una risata.

«Non intendevo droga giraffa, parlavo di un invito alla festa di metà anno a casa Hood» sorrise e io per poco non mi soffocai con la mia stessa saliva.

«Davvero? Harry sei il migliore» ricevetti occhiatacce da Mike e Mary, ma un cinque da Styles, che disse che potevamo andare tutti e quattro, così non avremmo dato nell'occhio. Dopo due ore di punizione in cui dovetti discutere con Michael per convincerlo a venire, iniziai ad avere io i primi dubbi.

E se Calum non mi avesse voluto?

E se fosse diventato imbarazzante? C'era pur sempre Irwin, che non si era mai risparmiato della battutine esilaranti su di me.

Magari avrei visto Calum flirtare con delle ragazze e andarci a letto e sarei solo finito col farmi del male da solo.

No, non sarei mai e poi mai andato a quella festa.

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Ecco le ultime parole famose di Luke, che è ancora convinto di poter resistere a Calum. Se la prima parte di questa storia sui cake vi è piaciuta, fatemelo sapere nei commenti!

Grazie per essere arrivati fino a qui,

Caterina xx 

Want you back // CakeWhere stories live. Discover now