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avevo gli occhi chiusi. non percepivo più quella sensazione di freddo e vuoto della notte sul ponte, bensì una calda e rassicurante.

che fosse stato tutto un sogno?
impossibile.

mi ritornarono alla mente le immagini di me sotto la pioggia a pochi passi dall'asta di legno che separava il ponte dal mare,di jimin che mi tirò indietro, dei suoi occhi delusi, e poi il nulla.

spostai delicatamente il mio corpo dall'altro lato del letto, facendo rigirare la coperta calda che mi avvolgeva. le mie narici furono immediatamente catturate da una fragranza piacevole, quella fragranza, non era una qualunque, quella fragranza...

sapeva di jimin.

aprii di scatto gli occhi.

era proprio lì, steso vicino a me con il viso immerso nel cuscino, i capelli arruffati e la sua figura delicata.

"sei un angelo" pensai a voce alta.

alzai lentamente la mano, portandola sulla sua guancia per poi accarezzarla delicatamente, come se avessi paura di distruggerlo, come se stessi toccando un vaso prezioso.

perché si, jimin era prezioso.

"jimin, jimin..."
sussurrai sperando di non farmi sentire, ma capii di aver fallito,quando le sue palpebre accennarono un leggero movimento, per poi lasciar posto a due occhioni che incontrarono i miei togliendomi il fiato.

le labbra si curvarono formando un tenero sorriso.

"sei sveglio..."
sussurrò con voce roca,profonda.

avrei ascoltato quella voce ogni giorno senza mai stancarmi.

era dannatamente bello.

"abbracciami ti prego"

quelle parole mi lasciarono stupito, ma senza accorgermene sorrisi e avvicinai il mio corpo al suo, circondandogli con le braccia il busto, senza smettere di guardare i suoi occhi nei quali erano riflessi i miei.

notai le occhiaie. non aveva dormito.
i suoi occhi gonfi e rossi.

"hai pianto?"
gli chiesi senza ricevere una risposta.

di colpo jimin si liberò dalle mie braccia, sedendosi e dandomi le spalle. la sua reazione brusca mi aveva lasciato una fitta al cuore.

ero confuso.

la sua figura era ora illuminata dai raggi del sole che penetravano dalla finestra,dandogli davvero un'aria divina.

"cosa stavi per fare su quel ponte?"
Il suo tono divenne improvvisamente serio, quasi un rimprovero.

"io...non..ne parliamo pi-"

"no rispondimi jungkook. "
urlò irrigidendosi e alzandosi in piedi.

si voltò, e vidi le lacrime sul suo volto stanco. fu allora che il mondo crollò.

non doveva soffrire, non a causa mia. essere la causa di quelle lacrime mi faceva sentire uno schifo, volevo solo vederlo sorridere.

"perché mi stai facendo questo? vederti in quello stato,su quel ponte, pensare a cosa stavi per fa-" iniziò a singhiozzare tra le lacrime.

mi alzai immediatamente gettandomi tra le sue braccia e prendendogli il viso tra le mani.

"non capiresti, è qualcosa che mi sta distruggendo ma della quella allo stesso tempo non posso fare a meno. non posso dirti la ragione per cui stavo per gettarm- davvero jimin..ti prego ora smettila. non posso vederti così..hey"
accarezzò delicatamente il dorso della mia mano bagnata dalle sue lacrime calde.

"t-ti fidi di me?"

quella domanda mi colse alla sprovvista, ma non dovetti neanche pensarci che le mie labbra composerò di rimando un "sì" sussurrato.

"allora fai di me la spalla su cui piangere, non smettere mai di dirmi quel che ti passa per la testa capito? lascia che io ti legga, lasciami entrare nel tuo cuore, ma non ridurti mai più così, hai idea d-di come mi sia.. sentito? ti supplico."

poggiò la sua mano sul mio petto, dopo aver buttato fuori quella frase in un attimo. ero sicuro riuscisse a sentire il mio battito nervoso.


"ci sei già nel mio cuore."
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Ly

L'ultima notte ; Jikook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora