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/jimin/
aprii gli occhi.
avevo il fiatone, tutto sudato.oh, un'altra volta.
guardai la sveglia.
erano le 2:30 e io avevo avuto l'ennesimo incubo della settimana.buio.
intorno a me il vuoto assoluto.
iniziò a piovere ed io ero solo.
cominciai a correre senza una meta, finchè per la stanchezza caddi a terra.alzai lo sguardo esausto e a pochi passi da me apparve un ponte.
oh, quel ponte.
mi bloccai.
in mezzo c'era jungkook. aveva un espressione persa, rassegnata. era tutto bagnato ma sembrava non accorgersi della pioggia tanto sembrasse perso nei suoi pensieri.
e provavo a urlare, ma nessun suono usciva dalla mia bocca.
e provavo a muovermi, ma era come se una forza mi tenesse immobile.
e davanti alla figura di jungkook c'era il mare. un mare buio quanto la notte, illuminato dalla luna e sbiadito sempre di più dalla velocità con cui la pioggia scendeva.
jungkook si accorse della mia presenza e lentamente girò il suo viso bagnato verso di me.
era così serio, non era da lui.
la luce bianca della luna rifletteva sulla sua pelle pallida, facendo sembrare le gocce lungo il suo viso dei diamanti.
bellissimo.
mi sorrise. era un sorriso triste, spento, mi fa star male.
volevo correre da lui e abbracciarlo.
avevo un bisogno disperato di vederlo sorridere. di vederlo sorridere veramente, quel sorriso che ricordavo. il sorriso di quel jungkook spensierato che mi faceva sempre ridere con qualche battuta scadente.
dovevo ripararlo dalla pioggia ,spazzare via ogni tipo di preoccupazione, immediatamente.
ma diamine non potevo.
ci provavo con tutte le mie forze.
ma non riuscivo a muovermi."jungkook..."
riuscii a sussurrare a malapena.
le parole mi morivano in gola.e lui riprese a guardare il mare e dopo aver chiuso gli occhi si lasciò cadere.
il mio cuore perse un battito,
uno, due, li perse tutti.iniziai a piangere.
a urlare il suo nome.
ad implorare di morire al posto suo.ma io ero impotente,
non potevo salvarlo.sono tre giorni che continuo ad avere incubi su quella notte. tre giorni che non lo vedo, che non parliamo.
mi sento così vuoto.
sono una persone orribile, vero?
non dovrei rimanere qui come un incapace. non è forse ciò che sono?
dovrei rassicurarlo, ascoltarlo.
dovrei stargli vicino adesso.e allora perchè continuo ad aver timore? perchè mi ritrovo a pensare a quella mattina in cui scappò dalla mia stanza come un soffio d'aria lasciandomi solo e confuso.
perché riesco a vedere ancora quegli occhi profondi e scuri che sembrava stessero cercando di dirmi qualcosa?
il suo tocco. il suo respiro.
lui c'è sempre stato.
mi ha sempre protetto, è sempre stato al mio fianco quando ne avevo bisogno.
era quella possente spalla su cui piangere, l'unica persona con cui volevo parlare quando sembrava che il mondo ce l'avesse con me.
l'unico che mi sosteneva, che mi incoraggiava, l'unico che mi dava una ragione per andare avanti, per non cadere nel mio mare di preoccupazioni e paranoie.le sue parole per me erano una carica elettrica, un continuo stimolo.
mi davano forza.
"Jimin-ah, so che ce la puoi fare."
sorrisi ricordandomi quelle parole.no. non posso rimanere qui con le mani in mano a perdermi nei miei dubbi, cercando risposte a domande non ancora formulate. non posso lasciarlo andare.
ho bisogno di lui.
ha bisogno di me.
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nel prossimo capitolo cose belle, Ly
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