Capitolo 19 Scampato Pericolo!? -Parte Prima-

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Capitolo 19
Scampato Pericolo!?
Parte Prima



30 Settembre

Quel giorno, per la prima volta da quando aveva cominciato la sua carriera di Auror, Hermione non era ansiosa di rientrare al lavoro dalle sue ferie. Gli ultimi dieci giorni erano stati i migliori di sempre. Draco aveva chiesto ad Harry qualche giorno libero per risolvere "problemi famigliari" e poi aveva condotto lei e la piccola in una residenza in Irlanda. L'uomo aveva acquistato tramite un prestanome babbano quella tenuta subito prima di tornare a Londra. Aveva preso quello che all'apparenza sembrava un vecchio castello diroccato e con la magia l'aveva restaurato e reso inespugnabile a qualsiasi mago malintenzionato. Il fatto poi che la proprietà non fosse a suo nome rendeva quella la sistemazione più consona per sua madre e la piccola Narcissa. Fino a quando i due Auror non avessero scoperto chi voleva assassinare Hermione, quello era senza ombra di dubbio il posto più sicuro per nascondere la figlia.
Ma visto che l'indomani la donna sarebbe dovuta rientrare al lavoro, la riccia aveva dovuto tornare nella sua casa di Londra. Per non destare sospetti, Hermione passò dalla porta d'ingresso per rientrare nel suo appartamento. Draco invece, che non aveva intenzione di lasciare la donna per un solo secondo, si era smaterializzato all'interno della casa, aspettando l'arrivo della compagna.
Abby era rimasta nella casa in Irlanda con le due Narcissa, Andromeda e Teddy. Non sapendo chi fosse il reale obiettivo del killer, Draco aveva pensato che la soluzione più sicura fosse far sparire anche sua zia e il piccolo metamorfomagus.
Quando la riccia giunse davanti all'uscio di casa, si accorse che c'era qualcuno che si aggirava nei pressi dell'appartamento. La donna ci mise qualche istante per riconoscere il suo ex fidanzato. « Ron... come mai qui?» Chiese preoccupata. Mise le mani nella tasca, stringendo con vigore la sua bacchetta.
«Ciao Mione, sono passato a salutarti...» Rispose il rosso, sfoggiando un sorrisetto ambiguo.
«Beh, direi che dopo i nostri ultimi incontri, la tua non è stata una grande idea.» Sibilò la riccia, lanciandogli un'occhiataccia.
Sul viso del portiere apparve per qualche istante un moto di rabbia. L'ultimo maschio della famiglia Weasley non era mai stato molto bravo a camuffare le proprie emozioni. Tuttavia sembrò riacquistare subito la calma e sorridendo di nuovo disse: «Beh il mio non era proprio solo un saluto. Speravo di vederti al matrimonio di Charlie perché volevo parlarti.»
«Purtroppo ero via...» Rispose la riccia indicando la valigia che aveva con sé. «Ora se vuoi scusarmi...»
« Dai Mione, potresti farmi entrare... voglio solo parlare te lo giuro.» Disse lui, alzando le mani in segno di resa. «Dopotutto sei un Auror. Penso che tu sappia come difenderti da un povero portiere squattrinato.» 
Hermione con un gesto veloce sfoderò la bacchetta, puntandola verso il rosso. «Io non ho paura di te, semplicemente voglio che mi stai alla larga! Mi sono spiegata Weasley?» Esclamò infervorata. Non lo avrebbe perdonato per quello che le aveva fatto passare l'anno precedente. Non poteva, ne voleva perdonarlo.
Ron scosse la testa, allontanandosi dalla porta. «Sei una povera pazza. Per fortuna mi sono liberato di te in tempo.»
Hermione nemmeno gli rispose. Si affrettò ad aprire la porta per entrare in casa e poi sigillarla. Due braccia forti l'accolsero non appena fu dentro casa. «Shh, tranquilla. Sono qui con te e non avrei permesso che quel dannato pezzente ti facesse nulla.» Mormorò Draco accarezzandole la schiena in modo ritmico per tranquillizzarla.
La riccia si morse il labbro, appoggiando la testa al petto del compagno. Non sapeva nemmeno lei per quale ragione avesse reagito così male. Sicuramente le avrebbe sempre fatto un certo effetto trovarsi davanti Ron dopotutto quello che le aveva fatto, ma non pensava certo che sarebbe andata così nel panico.
«Senti, stavo pensando ad una cosa. Forse potresti dire ad Harry che non stai bene e prenderti ancora qualche giorno per stare con la nostra piccola...» Propose incerto. «Dopotutto sono passati così pochi giorni dal parto.»  Voleva saperla al sicuro e avrebbe preferito di gran lunga che lei rimanesse fuori dal caso e lontana da quella casa che, nella visione era stata teatro del suo omicidio.
Hermione lasciò il rassicurante petto del compagno per poterlo guardare negli occhi. «Come puoi anche solo proporre una cosa del genere? Tu che mi hai sempre spinto a lottare e non nascondermi sotto una campana di vetro, vorresti che rimanessi buona, buona in Irlanda quando c'è in giro qualcuno che vuole uccidermi?» Esclamò la riccia infervorata.
«Hai ragione, forse la mia è una richiesta un po' ipocrita. Ma non voglio che ti succeda niente. Ogni volta che devi tornare in questo appartamento mi torna in mente il ricordo del mio doppione del futuro. Per colpa di un mio sbaglio tu hai perso la vita...» Disse lui angosciato.
«Draco, abbiamo un vantaggio. Tu ci hai dato un vantaggio. Lo sfrutteremo e vedrai che riusciremo a cambiare le cose.». Rispose Hermione guardandolo intensamente negli occhi. «Anche io voglio proteggervi, ma nascondersi sperando che le cose passino non è la soluzione.»
«Come al solito, hai ragione.» Esclamò il biondo meno teso.

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