Capitolo 8 Chiarimenti

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Eccoci tornati a questa storia dopo la breve pausa pasquale di settimana scorsa. Vi lascio alla lettura del capitolo.
Lyn


Capitolo 8
Chiarimenti


Quando la riccia arrivò a casa di Harry venne letteralmente travolta da un tornado rosso che l'abbracciò stretta. «Hermione, per fortuna sei tornata. Io ed Harry eravamo così in pensiero per te.» Le sussurrò l'amica tenendola abbracciata.
La donna le sorrise, commossa da tanto affetto. «Ginny, lasciami respirare. Mi stai soffocando.» Rispose arrossendo imbarazzata.
«No, non ti lascio! Non vorrei che tu scappassi di nuovo. Non farmi mai più una cosa del genere Hermione Granger, lo dico davvero.» Esclamò la giovane signora Potter mettendo le mani sui fianchi con aria imbronciata. «Da quando Harry mi ha detto quello che ti ha fatto Ron sono stata così in ansia!»
«Non volevo farti preoccupare, specialmente nelle tue condizioni.»
La rossa puntò gli occhi arrabbiata verso il marito. «Hai rovinato la sorpresa. Volevo essere io a comunicarle la bella notizia.»
«L'ha intuito da sola, amore. Sai come è perspicace Hermione.» Si giustificò il moro, impacciato. Ginny era l'unica persona capace di far diventare il "Capo Auror Potter" simile ad un tremolante agnellino.
«Si, è vero. L'ho capito da sola quando Harry mi ha chiesto di venire a rassicurarti perché nelle tue "condizioni" non dovevi stressarti.» Spiegò la riccia. «Comunque congratulazioni futura mammina.»
«Grazie! Logicamente tu gli farai da madrina.» Rispose la rossa toccandosi il ventre ancora piatto.
«Ginny, ti ringrazio per aver pensato a me ma non penso che sia il caso. Visto che non sto più con tuo fratello e che non ci siamo lasciati in una maniera umana non credo che la tua famiglia mi voglia vedere quando lo battezzerete.» Rispose la riccia imbarazzata.
«Non dire sciocchezze Hermione. Per me Ron non è più un fratello. Lui si è comportato da animale nei tuoi confronti. L'unica persona che voglio che si prenda cura di mio figlio se dovesse succedermi qualcosa sei tu!» Esclamò Ginny stringendole le mani.
«E comunque Ron non è più il benvenuto in questa casa, dopo aver visto di cosa è capace non voglio che si avvicini a nessuno dei miei cari, specialmente a mia moglie viste le sue condizioni.» Aggiunse Harry abbracciando la compagna.
«Siete molto carini ma il giorno del battesimo ci sarà anche la tua famiglia ed io non mi sentirei a mio agio.» Disse la riccia guardando l'amica.
«Ieri sono andata alla Tana e ho raccontato la verità ai miei genitori. Ti chiedo scusa di non averti chiesto il permesso prima di rivelare alla mia famiglia i dettagli della tua aggressione, ma quando sono tornata a casa ho scoperto che Ron gli aveva raccontato la stessa storia che aveva detto ad Harry e non ho potuto sopportarlo. I miei sono rimasti shoccati quando hanno saputo quello che ti ha fatto "l'animale" e lo hanno buttato fuori di casa. Finalmente dovrà crescere, non potrà più tornare a casa nei week end per farsi lavare le mutande da mammina. I miei genitori mi hanno pregato di chiederti scusa e sperano che tu li vada a trovare presto in modo che possano parlarti di persona.»
«Ringraziali da parte mia per il loro affetto, ma per il momento non me la sento di tornare alla Tana.» Rispose la mora abbassando gli occhi. Quella casa le ricordava troppo Ron per riuscire a rimetterci piede così presto.
«Tranquilla, sono sicura che capiranno.» Sussurrò la rossa accarezzandole la schiena per darle conforto. «Stasera ti fermi a cena con noi Hermione.» Aggiunse poi con aria autoritaria.
«Sono sicuro che se domani mattina farai tardi al lavoro il capo chiuderà un occhio.» Esclamò Harry strizzandole un occhio.
«Ma io non lavoro più per te, sono in aspettativa in attesa del trasferimento ricordi?»
«Pensavo che fossi tornata per restare. Ti ho chiesto scusa per il mio comportamento.» Mormorò l'Auror indispettito.
«A parte il fatto che non ricordo di aver sentito delle scuse da parte tua. La verità è che tu non riesci a considerarmi come fai con gli altri colleghi. Io non posso sopportare di essere giudicata sempre con tanta severità da parte tua. È evidente che la nostra amicizia, o che il fatto che io sia l'unica donna della squadra, ti coinvolge troppo, e quindi è meglio che cambi sede.» Disse lei diventando seria tutto d'un colpo.
Harry abbassò lo sguardo. Si sentiva in difetto nei confronti dell'amica, anche se le ipotesi che aveva avanzato la riccia non erano del tutto sbagliate. «Quando ti ho visto arrivare al comando ho pensato che mi avessi perdonato la mancanza di fiducia dell'altro giorno...» Sussurrò imbarazzato. «Hermione, ti chiedo scusa per il mio comportamento di domenica scorsa. Mi sono comportato come un idiota. Non mi sono fermato a riflettere sul racconto inverosimile di Ron e gli ho creduto.» Aggiunse azzardandosi ad alzare lo sguardo.
«Lo so, sarebbe inverosimile che un uomo come Malfoy possa essere interessato a me.» Rispose lei con stizza, risentita dalla parola "inverosimile".
«Hermione mi hai frainteso. Tu sei un'affascinante, intelligente donna. Malfoy sarebbe un uomo fortunato ad avere accanto una persona come te. Quello che intendevo dire è che non avrei dovuto credere che una persona con saldi principi come i tuoi potesse consumare una relazione clandestina sul luogo di lavoro. Sono sicuro che se avessi una storia con un collega non la terresti nascosta e in ogni caso non permetteresti mai che questa influenzi il tuo lavoro.»
«Se la pensi così perché hai creduto tanto facilmente a Ron?» Chiese l'amica. Anche se solitamente Hermione era una persona comprensiva, che si accontentava di "un mi dispiace" detto con il cuore, in quell'occasione aveva deciso di non lasciar correre e tirare fuori tutti i dubbi e la sofferenza che Harry le aveva causato con il suo comportamento.
«Dopo il tuo "colpo di testa" in Irlanda mi sei sembrata cambiata. Eri più avventata e facevi le cose di nascosto, senza avvertirmi. Così quando Ron mi ha detto della tua relazione clandestina con Malfoy e che vi aveva visti fare sesso in ufficio ho pensato che quella poteva essere una spiegazione logica. Ho immaginato che tu ti fossi presa una cotta per lui e che Draco ti avesse spinto ad andare contro i tuoi principi e fare sesso in ufficio.» Il moro vide che stava per ribattere quindi si affrettò ad aggiungere. «Draco mi ha spiegato la motivazione del tuo gesto avventato delle Cliff of Moher. Mi ha detto che quel sabato non era la prima volta che Ron aveva alzato le mani su di te e che lo aveva fatto anche quando si era presentato al comando... Perché non mi hai detto nulla nessuna delle due volte Hermione? Avrei potuto fare qualcosa!» Domandò il moro.
«Perché sono un Auror Harry. Mi vergognavo di essere stata sopraffatta così facilmente quando Ron mi ha aggredito la prima volta. Quando ho trovato la pista per l'Irlanda ho pensato che se fossi riuscita a catturare dei Mangiamorte da sola mi sarei sentita di nuovo all'altezza del mio ruolo. Sapevo che se fossi venuta da te saresti andato da Ron per "difendere il mio onore" e mi sarei sentita ancora più incapace!» Confessò la riccia imbarazzata.
«Io non potrei mai considerarti un'incapace. Tu sei l'Auror più dotato della mia squadra e mi scuso per essere stato tanto intransigente nei tuoi confronti. Non l'ho fatto perché faccio delle discriminazioni sessuali. La verità è che sono così abituato a vederti infallibile che la prima volta che hai fatto un errore mi hai destabilizzato. Sicuramente la nostra amicizia mi porta ad essere più protettivo nei tuoi confronti ma non voglio che tu te ne vada. Per favore Hermione dammi ancora una possibilità, rimani in squadra. Se mi comporterò di nuovo da idiota ti do il permesso di "schiantarmi" o lanciarmi una "fattura orcovolante".»
«E se non dovessi sentirtela non ti preoccupare, basta che mi mandi un gufo e ci penso io a rimettere a posto il mio caro maritino.» Intervenne Ginny, che fino a quel momento aveva ascoltato la rappacificazione dei due amici senza dire una parola.
Hermione rimase in silenzio qualche istante, riflettendo sulle parole dell'amico. «D'accordo Harry, per adesso rimarrò in squadra.» Acconsentì alla fine. «Immagino che sarà complicato annullare la mia richiesta di trasferimento visto che è stata già inoltrata. Quanti giorni ci vorranno prima che io possa rientrare in servizio attivamente?»
«Veramente... Non ci sarà bisogno di attendere, puoi rientrare anche domani.» Disse l'uomo visibilmente a disagio.
«Mi stai nascondendo qualcosa?» Chiese lei affilando lo sguardo.
«Non ci sarà bisogno di aspettare perché in realtà non ho mai inoltrato la tua domanda di trasferimento... Speravo che una volta che ti avessi ritrovata avrei potuto mettere le cose in chiaro con te e sarei riuscito a convincerti a rimanere.»
«Immagino che adesso vorresti anche un ringraziamento per avermi evitato la trafila di annullare la richiesta di trasferimento?» Domandò la riccia incrociando le braccia al petto.
«Beh no, non mi aspetto ringraziamenti... Ma devi ammettere che la mia scelta ci ha risparmiato parecchi grattacapi burocratici.» Esclamò Harry abbozzando un sorriso.
«Su questo hai ragione.» Concordò lei ammorbidendo il tono di voce.
«Bene, visto che vi siete chiariti adesso possiamo pensare alla cena.» Disse Ginny prendendo l'amica per un braccio e trascinandola verso la cucina. La rossa aveva paura che Hermione potesse sparire un'altra volta come la domenica precedente.
«Prima di pensare al cibo c'é un'altra questione che vorrei chiarire con Hermione e vorrei che ascoltassi anche tu tesoro.» Disse Harry seguendo le due donne in cucina.
«Non si può proprio rimandare?» Chiese la rossa sbuffando.
«Ci vorranno pochi minuti.» La rassicurò l'Auror. «Volevo sapere perché non hai denunciato Ron quando ti ha aggredito la seconda volta. Spero che il motivo non sia che ti vergogni di essere stata sopraffatta da lui perché non ne avresti motivo. Ron è il portiere di una squadra di Quidditch. Ha un fisico possente e anche un uomo di stazza normale come me avrebbe avuto problemi a difendersi da una sua aggressione inaspettata.» Aggiunse poi puntando gli occhi verso l'amica.
Hermione scosse la testa in segno di diniego. «No, non è stato a causa dell'imbarazzo che mi ha creato essere stata presa in contropiede da lui. Sebbene la cosa non mi ha fatto piacere per lo meno questa volta sono riuscita a difendermi. Avrei voluto con ogni fibra del mio essere andare a denunciare Ron, ma facendolo avrei trascinato nel fango anche voi e i genitori di Ginny, che io considero la mia famiglia. Non è una bella pubblicità essere imparentati con un delinquente. Ho pensato che avrebbe potuto danneggiare la tua carriera e avrebbe causato danni anche ai Weasley.»
«Tesoro posso sopportare un po' di cattiva pubblicità. Ci sono abituato dai tempi della scuola. Ma non è giusto che Ron rimanga impunito per quello che ti ha fatto. Io ho messo al sicuro il ricordo che mi hai dato. Se vuoi possiamo andare anche domani insieme a sporgere denuncia contro di lui.» Esclamò il moro prendendole le mani.
«Anche io e la mia famiglia possiamo sopportare qualche malalingua.» Aggiunse Ginny poggiando anche le sue mani in quelle dell'amica.
Gli occhi di Hermione diventarono lucidi. «Vi ringrazio, ma non voglio essere io la causa di problemi per la vostra famiglia. Penso che Ron abbia capito il messaggio e che mi starà lontano. Se dovesse tentare di aggredirmi di nuovo lo denuncerò ma per adesso ho deciso di non procedere.»
«Beh sicuramente se non ha capito il tuo messaggio avrà capito quello che gli ha dato Harry lunedì sera. Gli ha tirato un pugno e lo ha sbattuto fuori di casa.» Mormorò la rossa abbozzando un sorriso.
«Harry hai picchiato Ron per colpa mia?» Chiese la riccia stupita.
«No Hermione, ho picchiato Ron per colpa della sua stupidità! Ricordati sempre che in tutta questa faccenda l'unica a non avere colpe sei tu.» Le rispose l'amico.
«Beh ti ringrazio Harry.» Rispose Hermione commossa abbracciando quello che aveva sempre considerato un fratello.

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