>Schizofrenia

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Beatriz rimaneva nuda distesa sul letto,immobile e fredda mentre l'ispettore Miguel era davanti a lei con il cuore e lo stomaco in tumulto per la scena raccapricciante che aveva sotto gli occhi.

Infatti, benchè tutto il corpo di Beatriz si trovasse sul letto, non era per cosí dire nell'ordine giusto. Il corpo del cadavere era stato squartato dalla cassa toracica in giú e ne erano stati prelevati tutti gli organi interni. I polsi ,percorsi da numerosi e profondi tagli che partivano dall'avambraccio, erano stati legati accuratamente con brandelli di intestino. I due reni erano stati posizionati nelle mani della giovane mentre il resto degli intestini e della vescica giacevano sul cuscino inondato di sangue.

L'ispettore Miguel non poteva distogliere lo sguardo dal viso della ragazza che un giorno le era sembrato bellissimo e che ora vedeva con le cavitá oculari vuote e profondi graffi sulle guance.

L'assassino si era firmato in modo indelebile sul corpo della ragazza.

La cosa che raccapricció di piú Miguel fu la bellissima bocca di Beatriz , terribilmente aperta dall'ultimo grido di disperazione e dolore. E proprio in mezzo a quella bellissima bocca contornata dal piú bel rossetto che solo le puttane possono usare, ecco che tra quelle labbra giaceva il cuore della ragazza ancora rosso e pulsante, ancora vivo.

Le pareti incrostate della camera erano imbrattate di sangue e feci ma l'orrore della stanza non eguagliava l'orrore su quel letto.

Le gambe della prostituta erano state legate con delle cinghie e al centro la sua vagina era stata riempita di pezzi di polmone e capelli.

Miguel non riuscí a resistere un minuto di più a quell'orrore e decise che era abbastanza.

Uscí in strada e camminó per un po sulla Rambla senza una meta reale, poi si diresse verso casa per riposarsi e pensare meglio al cosa fare.

Arrivato al portone mise le mani in tasca per cercare le chiavi.

Quello che ne uscí fuori peró non erano chiavi.

Bensí i bulbi oculari della ragazza.

Miguel ebbe un attimo di smarrimento, chiuse gli occhi, si appoggió al muro e quando li riaprì Javier era tornato.

Gli occhi di Miguel non erano più suoi, il suo corpo non gli apparteneva piú. Tutto era di Javier.

Il folle,l'assassino è pronto a colpire ancora.

Javier rimette i bulbi al loro posto nel cappotto poi cerca nell'altra tasca e finalmente trova le chiavi.

E prima di chiudersi la porta alle spalle pensa tra se e se che ha fatto proprio un bel lavoro con Bea.

La casa lo aspetta,avida di altre storie di mostri.

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