/Capitolo 5\

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*Un uomo non può liberarsi dal passato più facilmente di quanto possa farlo dal suo corpo.*

Mi sveglio e un profumo diverso da quello della mia stanza mi fa scattare in piedi. Mi guardo in giro spaesata, e un ricordo vago della serata precedente mi fa venire voglia di vomitare: stavo per fare sesso nella macchina di Xavier.

Sono solo in intimo, guardo in giro per la stanza in cerca del mio vestito ma non lo trovo.

<Oh, p•rc• p•tt•n•.> mormoro appena vedo Xavier appoggiato sulla porta. Resto impalata, con lo sguardo basso, guardando i miei piedi.

<Buongiorno anche a te.> dice e lo sento più vicino a me, alzo lo sguardo curiosa e lo vedo a un metro da me, circa.

<Buongiorno un c•zz•. Ti giuro che se mi hai sfiorata-> mi blocco, e lo fisso. Il suo sorriso abbagliante mi distrae e credo di guardarlo quasi imbambolata.

<Non avrei mai osato,> dice ritornando serio <anche se ho pensato di farlo> sussurra a voce bassa divertito <ti sei spogliata tu da sola e ti sei pure scelta la camera in cui dormire, da sola...>

Almeno non abbiamo fatto sesso. Mi sento più tranquilla, adesso.

<Dov'è il mio vestito? Devo tornare a casa subito.> dico seria guardandomi in giro per la stanza.

Non ho mai dormito da qualcuno, e se mia madre lo scoprisse mi ammazzerebbe.

<Amore, ti sei spogliata tu da sola ieri, mi hai cacciato dalla mia stessa stanza.> dice aiutandomi a cercare.

Odio quel nomignolo, Amore... mi ricorda troppo Luke. Lo scaccio via dalla mia mente, non voglio neanche pensarci.

<Non c'è, m•rd•.> urlo infastidita.

<Emm, Xavi?> mormora una vocina tenera. Ci giriamo tutt'e due verso la porta. E si presenta una bambina di forse, sette anni con un peluche in mano.

La mascella mi cade fino al pavimento e subito dopo mi butto sul letto sotto le coperte. Non ci voleva proprio questa.

<Perché è nuda?> domanda accigliata.

<Lei... lei stava, ecco.> balbetta Xavier nervoso, rivolgendomi alcune occhiatacce. Beh, c•zz• dovrei dire io?

<Io stavo facendo la doccia, e questo idiota è entrato in camera per sbaglio.> dico sorridendole.

È una bambina bassa e carina. Le sue trecce la rendono buffa, ha i capelli spettinati. E il suo pigiama da unicorno la rende adorabile.

Lei ridacchia per il soprannome che ho dato a Xavier. <Ma non c'è Vienna?> chiede, guardandomi attentamente.

Vienna? Che c•zz• centra? La città?

Xavier impallidisce e poi si mette in ginocchia per stare allo stesso livello della bambina. <Ne parliamo dopo, okay? Ora vai in camera tua a dormire. È ancora presto.>

Il suo tono dolce mi fa tenerezza, guarda quella bambina con gli occhi che gli brillano.

Lei annuisce, uscendo dalla stanza.

Io sono ancora in uno stato trans, e sto guardando Xav come se fosse una caramella. Assottiglia le labbra e vedo un po' d'imbarazzo nei suoi occhi.

SoNo il Tuo PreMioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora