Perché

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Poco a poco mi svegliai; mi fischiavano le orecchie, ma riuscivo a sentire le sirene di un'ambulanza, la gente gridare... Poi aprii gli occhi e la vidi: Luna. Era in lacrime sopra di me, che continuava a dirmi di resistere, di non abbandonarla...

Subito dopo vidi che chi stava guidando l'auto che mi aveva investito era uno dei ragazzi che mi aveva preso di mira fino a quel momento: la polizia lo stava portando via, ma prima di metterlo in auto lui aveva urlato contro di me e a Luna qualcosa che non riuscii a comprendere molto bene.

Debolmente riuscii ad alzarmi in piedi. Notai che intorno a me c'erano tante persone, molte delle quali sconosciuti; poi vidi che si stavano avvicinando anche Anne e Jeanette, in lacrime. Mi sorpresi quando queste mi passarono accanto quasi come se non potessero vedermi, così d'stinto mi girai e vidi che nemmeno Luna si era mossa: era ancora lì, accasciata a terra, in lacrime. Decisi di avvicinarmi per vedere come mai non si fosse ancora alzata; fu in quel momento che lo visi, o, per meglio dire, che mi vidi: ero sdraiato sull'asfalto, circondato da sangue...

Come poteva essere possibile? Stavo guardando il mio corpo morto? Non poteva essere; dovevo tornare, dovevo tornare da lei: mi sdraiai sul mio corpo in modo da tornarci dentro, poi chiusi gli occhi, ma nel momento in cui li riaprii non successe nulla. Rifeci la stessa cosa 2, 3, 4, 5 volte, ma niente. Ero morto.

OliverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora