Lasciami Andare

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Sono qui da due giorni.. Non so se sia giorno o notte in questo momento. quel ragazzo  non è piu' entrato, è entrata solo una ragazza con le braccia tutte tatuate che mi porta il cibo e l'acqua. Non so' per quanto mi terranno ancora qui', spero per poco pero'.. non credo che riusciro' piu a resistere per molto. Chissa' cosa stara' facendo la mia famiglia adesso.. chissa' se la mia migliore amica si è accorta della mia scomparsa. Mi staranno cercando? forse.. non ne sono certa, ma spero con tutto il cuore che sia cosi'.La serratura della porta di fronte a me scatta e io mi alzo rapidamente in piedi. Dalla porta entra il ragazzo che non mi ha permesso di scappare.. il ragazzo dagli occhi verdi. Porta anche una sedia con se che posiziona al centro della stanza di fronte alla mia figuara spaventata. lui si siede e inizia a guardarmi intensamente.. 

' Bene bene, vedo che sei ancora in forze' mi dice guardandomi dalla testa ai piedi.

'Vedi bene.. e inoltre staro' piu' i forze quando saro' fuori da questo posto.!' inizio ad arrabbiarmi

'Certo, sara' cosi'.. ma non uscirai da qui' tanto presto.'

' COME? ti ho spiegato che non sono io quella che cerchi, non ho un soldo.. pensa lavoro in un lurido fast-food per portare avanti la famiglia!'

' So che non sei tu quella che cerco, c'è stato un errore, i miei uomini hanno preso la puttana sbagliata.. pero' adesso non posso lasciarti andare , è troppo presto.'

'Sorvolo il fatto che mi hai chiamata puttana perl a seconda volta, ma perché non mi lasci andare? non posso servirti, non posso fare niente per aiutarti.Io ho una famiglia lì fuori, hanno bisogno di me per continuare a vivere con il pasto sul tavolo, ti prego lasciami andare..'

' Non posso lasciarti andare perche' mi servi eccome. se la tua famiglia no puo' pagare il riscatto mi servirai per dei lavoretti. Ti paghero', ai tuoi puoi dire che sei andata via per lavoro. '

'Che genere di lavoretti?'

'Devi portare trasportare delle auto rubate dove ti diro', sono sicuro che non farai scherzi, perche' ne vale della vita dei tuoi genitori'

' Chi ti dice che io sappia guidare?' gli chiedo

'Mi sono informato sul tuo conto, so' tutto di te!'

'Almeno mi farai uscire da questo tugurio? non ce la faccio più a stare qui' 

'Stasera stessa uscirai da qui' per venire nell'appartamento dove sta il resto della squadra.'

'Perfetto' 

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Capisco che è arrivata la sera quando sento la serratura della porta scattare. nella stanza entra uno degli uomini del 'capo'.

'muoviti, dobbiamo andare dal capo. Durante il tragitto non parlare, limitati solamente a camminare' mi dice in un tono Severo. Lo guardo attentamente, ha i capelli biondi e gli occhi marroni tendenti al verde. È molto alto e ha una muscolatura prorompente.

Non rispondo ai suoi ordini  e mi limito a camminare in silenzio guardandomi intorno...

Seguo il ragazzo e salgo una breve rampa di scale raggiungendo il primo piano di questo edificio.

Vengo condotta in una grande sala illuminata dalla luce del lampadario.

C'è un grande divano ad isola che è posto al centro della sala e di fronte a quest'ultimo c'è una grande tv a plasma.

Sulla mi destra trovo una cucina di media grandezza con un grande tavolo e cinque sedie.

Sulla mia sinistra c'è una scalinata a chiocciola che porta ad un altro piano superiore.

'Capo, siamo arrivati' pronuncia ad alta voce il ragazzo che mi ha portata qui

Dalle scale si sentono rumore di diversi passi  e da lì a poco tempo mi si pone davanti la figura del 'capo', o per meglio dire, del mio rapitore.

' eccoti, bene, questa è la sala, sulle scale ci sono le camere da letto e il bagno, e quella alla tua destra come puoi vedere è la cucina' mi spiega

Non rispondo e mi limito a camminare e sedermi sul divano mentre mi guardo intorno.

' Nella tua stanza troverai dei vestiti nell' armadio che puoi usare per cambiarti'

'Posso avere il mio cellulare?'

' Si, puoi riaverlo perché quando inizierai a lavorare ho bisogno di mettermi in contatto con te, ma se osi telefonare qualcuno sei morta.'

' Preferisco morire allora' sussurro a bassa voce

' Cosa hai detto?' mi chiede con un ghigno mentre fa finta di non non aver capito ciò che ho detto

' Ho detto che mi sono rotta il cazzo di sentirti parlare, quindi per questo, mostrami le mia camera' dico alzano gli occhi al cielo

' mike, portala nella sua stanza, e chiudila li' ' dice guardandomi con occhi di sfida

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Sono passate diverse ore da quando quel' mike' mi ha chiuso qui sotto comando del 'capo'. In queste ore mi sono riposata un po' dormendo e ho fatto una doccia e mi sono cambiata. Nell'armadio ho trovato di tutto. Mi hanno  fornito di tante magliette, alcune felpe, jeans, leggins e pantaloncini, e anche qualche vestito elegante. In un cassetto ho trovato anche l'intimo e le calze e delle scarpe da ginnastica insieme ad un paio di tacchi. Nel bagno invece ho trovato spazzolino e dentifricio e dei saponi che ho usato per fare la doccia. Ho indossato un comodo leggins nero con top nero del medesimo colore e mi sono stesa a letto a guardare  il soffitto. La serratura della camera scatta ed entra  il 'capo' nella stanza. Giro solamente il viso verso di lui che mi guarda con un'espressione infastidita sul volto. 

Mi chiedo perche' sia cosi' infastidito dalla mia presenza.. tutto sommato è stato lui a portarmi qui, avrebbe pure potuto lasciarmi andare via. Non capisco proprio, se ha detto che gli 'servo', perche' si comporta cosi' con me? potrebbe pure cambiare espressione ogni tanto e rivolgersi a me in un modo piu' genitile.. 

'E cosi' te le prendi con comodo, mi fa piacere..' dice guardando il mio corpo che è steso comodamente sul letto. Il suo sguardo sale dai piedi alle gambe fasciate dal leggins nero fino alla scollatura del seno. Sofferma il suo sguardo li' per alcuni secondi e lo distoglie solo quando io inizio a parlare. 

' Si , me la prendo con comodo.. vuoi unirti anche tu?' dico ammicandogli 

' Aza il culo, c'è del lavoro da fare.' dice prima di lanciarmi l'ultima occhiata e sbattere la porta dietro di se.


L'angelo Nell'inferno (#wattys2023) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora