Appena lo vidi uscire dal bosco urlai più forte che potevo.
"non urlare, non ti mangio" cercò di dire lui alzando le mani mostrando i palmi, non risposi, sono di poche parole.
"tranquilla, adesso, con calma e pace interiore entriamo in casa" disse avvicinandosi.
"tu in casa mia non ci entri" risposi facendo un passo indietro.
"ti ho detto che non ti mangio" ripeté sta volta con tono scocciato.
"non mi interessa, non so neanche come ti chiami, perché dovrei farti entrare?" ragionai facendo un altro passo indietro.
"devi farmi entrare per forza, o tuo padre farà una brutta fine" disse portando le mani dietro la schiena e chinandosi verso di me (visto che eravamo in collina, facendo dei passi indietro, io risultavo più in basso rispetto a lui).
"brutta fine?" ripetei.
"sì, lo licenziano" a quel punto capii di chi doveva trattarsi...e io che ero partita con i filmini mentali...A quel punti sospirai.
"muoviti" dissi camminando verso la porta di casa.
"ti ho fatto paura vero?" disse compiaciuto il ragazzo che mi camminava accanto.
"direi di sì" risposi indifferente raggiungendo la porta e infilando la chiave nella serratura.
"bene, ma vedrai, so fare di meglio" sorrise guardandomi aprire la porta spingendola con la spalla -visto che ha una serratura un po' vecchia e dura-.
"auguri, di solito non mi spavento così facilmente" dissi cercando di essere convincente e distaccata.
"hai appena fatto entrare in casa un ragazzo che non conosci, più grande di te, uscito fuori da un bosco" mi fece notare.
"sei esattamente come mi aspettavo" dissi andando in salotto sedendomi sul divano.
"cioè?" chiese continuando a guardarmi dall'altro in basso come poco prima.
"cioè un ragazzo viziato, o quasi" dissi, lì per lì non mi sembrò né simpatico, né sveglio, mi é sembrato un grandissimo idiota fissato -come molti del resto- sulle storielle di Mystic Falls, chiaro che presto avrei cambiato idea.
"e io ti immaginavo esattamente così, cioé un perfetto scaricatore di porto" disse buttandosi di peso sul divano nel posto accanto a me.
"grazie, hai sete?" chiesi prima di alzarmi e camminare verso la cucina.
"sì" rispose a bassa voce il ragazzo, io aprii un piccolo sportello all'angolo tra il frigo e la lavastoviglie e tirai fuori una bottiglia d'acqua, poi presi due bicchieri e tornai in salotto.
"ti va bene a temperatura ambiente, signorino?" chiesi in stile maggiordomo al ragazzo sul divano che fece un cenno d'assenso in risposta alla mia domanda. Versai l'acqua nei due bicchieri e gliele porsi uno, in quel momento notai che gli occhi del ragazzo erano molto simili allo stesso colore dell'acqua...ma era un po' una stupidagine, così distolsi lo sguardo dal bel ragazzo e alzai gli occhi per guardare l'ora nell'orologio, era quasi mezzanotte, e papà non era in casa, non c'era nessuno, solo io e il ragazzo, la cosa non é bella.
"come mai tuo padre non c'é?" chiese con tono tranquillo il ragazzo fissandomi.
"non lo so, ma appena arriva finisce male" dissi abbassando lo sguardo...non é possibile che io faccia da madre a lui, non é possibile che lui esca tutte le sere a volte senza tornare a dormire, non può crescere due figli orfani di madre così.
"e tua madre?" chiesi girandomi verso di lui.
"mia madre sta venendo in aereo con mia figlia" oddio, un altro.